A Roma un museo

per gli internati militari

A 70 anni dalla liberazione

si ricordano gli IMI:

i militari italiani deportati in Germania

dopo l’8 settembre 1943

 

 La cattura

 

Nel 2015, 70 anni dopo la fine della guerra, la capitale potrà finalmente avere un museo per ricordare gli Imi, i militari italiani internati sotto il nazismo.

 Il ministero della Difesa ha assegnato i locali in via Labicana. La realizzazione di questo luogo della memoria, assieme alla pubblicazione del ‘lessico biografico’ on-line, sarà curata dall’Associazione nazionale reduci dalla prigionia e dall’internamento (Anrp).

Dopo 70 anni di silenzio, potrà trovare giusta collocazione la memoria dei 650.000 uomini delle forze armate italiane che, catturati dalle truppe tedesche dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, furono deportati e internati nei lager del Terzo Reich per venti mesi, subendo umiliazioni, fame, lavoro coatto e vessazioni. Circa 40mila non fecero più ritorno.

La consegna delle armi

Il progetto dall’Associazione nazionale reduci dalla prigionia (Anrp) di ricordarli con un Museo e un Lessico biografico prende ora corpo grazie anche alla determinante destinazione, da parte del ministero della Difesa, di un’area nel comprensorio di via Labicana. La proposta ha poi incontrato l’interesse e la disponibilità della Presidenza del Consiglio dei ministri e dei ministeri degli Affari esteri e dei Beni e delle attività culturali, nonché del sen. Andrea Marcucci e dei numerosi cofirmatari di vari schieramenti che il 6 agosto scorso hanno presentato un’apposita proposta di legge.

Il duplice progetto dell’Anrp prevede di realizzare a Roma un museo storico sulla vicenda degli Imi e di redigere un lessico biografico, una banca dati con accesso on-line su tutti i militari internati, la cui prima parte sarà un ‘Libro commemorativo degli Imi caduti nei lager nazisti 1943-1945’. Il progetto è stato concepito con la collaborazione della Sapienza università di Roma e del Consiglio nazionale delle ricerche e prevede il coinvolgimento di istituzioni e soggetti pubblici e privati, italiani e tedeschi.

In marcia

“Auspichiamo che museo e albo siano realizzati, almeno parzialmente, entro il 2015, per il 70esimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale e del rientro in Italia dei superstiti”, commenta Enzo Orlanducci, presidente nazionale dell’Anrp.

L’iniziativa fa seguito alle Raccomandazioni della Commissione di storici istituita dal novembre 2008, al fine di “superare pregiudizi e stereotipi, sulla via della riconciliazione, solidarietà e integrazione”, e perseguire una comune memoria, “in onore delle vittime ma anche per mostrare che da quelle tragedie i due paesi sono riusciti ad uscire e oggi lavorano insieme per il futuro dell’Unione europea”. La vicenda degli Imi, anche grazie alle istanze dell’Anrp, è stata infatti oggetto di un comune lavoro italo-tedesco per la politica della memoria.

Quello degli Imi è un caso controverso, scomodo e difficile. Il regime nazionalsocialista, nel disprezzo del diritto internazionale, modificò il loro status in Internati militari italiani e successivamente in lavoratori civili, sottraendoli alla tutela della Croce rossa internazionale e all’assistenza di una potenza neutrale, per utilizzarli coattivamente come forza lavoro.

In treno, verso ignota destinazione

“Ma la loro memoria è stata lungamente ignorata anche nel dopoguerra e ci auguriamo che un museo con allestimenti altamente  tecnologici e il portale web siano le modalità innovative che consentiranno di attualizzare quel passato, ricostruire il filo spezzato, dare agli Imi un maggiore riconoscimento in Germania e in Italia”, ricorda Orlanducci. “L’idea che muove il progetto non è solo la testimonianza di affetto e riconoscenza nei confronti degli Imi, ma quella di non disperdere il patrimonio storico, culturale ed umano legato alla loro drammatica vicenda, nonché di valorizzare un materiale documentario per gli storici e soprattutto per le giovani generazioni”.

Le foto sono di :Archivio Vittorio Vialli; Bundesarchiv, Bestand; Archivio ANRP

Il Galileo