ADATTARE LA MEDICINA AI MALATI

E NON ALLA MALATTIA

Luc Montagnier, Il virologo francese, Premio Nobel per la Medicina, all’Istituto Neurologico Mediterraneo (NEUROMED)

 

di Renata Palma

 

La scoperta del Virus HIV ha valso al celebre virologo francese, Luc Montagnier (foto), il premio Nobel nel 2008. Da allora sta perlustrando una strada tutta in salita. Da nove anni lavora in diverse parti del mondo, dall'Africa alla Cina, dagli Stati Uniti a Parigi, percorrendo il filone già individuato  da Jacques Benveniste. Proprio a gennaio  di quest’anno, con Emilio del Giudice e Giuseppe Vitiello ha tenuto una conferenza a Roma sui segreti dell'acqua; una conferenza organizzata dall’Ordine dei Medici e gremita di esperti.

“Le mie ricerche stanno dividendo il mondo medico-scientifico, ha affermato Montagnier in apertura della conferenza stampa organizzata presso Neuromed il 20 marzo scorso, ma io mi sto confrontando con la ricerca di altissimo livello in molte parti del mondo perché vale la pena di credere in progetti ambiziosi”. Le maggiori critiche a lui rivolte, di cui l’illustre scienziato è ben conscio, sono quelle di aver abbracciato l’omeopatia, ancora osteggiata da molti medici e ricercatori perché non considerata una pratica basata su un  valido rigore scientifico.

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Il lavoro di Montagnier si concentrando sulla capacità del DNA batterico e virale di emettere dei segnali specifici (onde elettromagnetiche) anche quando sono annidati in nanoframnmenti nel nucleo delle cellule umane (come nel caso dell'herpes).

 

Come rilevare debolissimi segnali nucleari per la diagnosi e per orientare la terapia è una delle domande a cui il Nobel francese sta cercando di rispondere. Risposte che potrebbero chiarire diversi scenari patologici oscuri come diverse malattie a origine incerta a metà tra autoimmunità e infezioni endogene virali e batteriche (e qui il modello dell'herpes resta utile).

 

Il professore usa sempre e solamente il condizionale nel suo discorso rivolto ai giornalisti, venuti da ogni parte d’Italia,  tanto per rimarcare che ancora la strada per la verifica delle sue teorie è lunga e complessa. Ma non si lascia certo soverchiare dalle critiche. Anzi. Sono proprio quelle che lo spronano and andare avanti. “La medicina si sviluppa sia  su criteri classici conservativi – ha spiegato -  ma ci sono altri concetti che non sono l’unico a sviluppare. Come il discorso sulle onde elettromagnetiche che purtroppo è mal capito. E’ una mia teoria che si fonda su basi biofisiche. Ci sono test che ci aiutano a comprendere  le basi irreversibili delle malattie croniche. Abbiamo trovato il DNA di alcuni batteri e virus,  a partire dall’analisi del sangue dei pazienti, che emette onde che si possono misurare, quantificare e che quindi permettono di avviare nuovi ipotesi diagnostiche e terapeutiche”.. 

Il perché  Montagnier sia approdato a  Neuromed è presto spiegato “Per la conferenza scientifica e per studiare la possibilità di future collaborazioni. Stiamo facendo nascere molti centri di sperimentazione nel mondo per dimostrare  le nostre tesi attraverso tecniche cliniche ed epidemiologiche. La varietà geografica di questi centri può verificare la teoria su diverse popolazioni e avere quindi una varietà epidemiologica. I risultati saranno più importanti a seconda delle collaborazioni multidisciplinari che si possono mettere insieme. C’è bisogno di aggregare all’interno di uno stesso laboratorio fisici, matematici e biologi”.

Le nuove tecnologie, impiegate dal Nobel, hanno dimostrato che i microrganismi che si trovano nell’intestino sono causa di molte patologie. Il suo intendimento è  indagare su queste correlazioni e trovare nuovi sistemi di cura per patologie croniche resistenti.  Quando si fa un trattamento medico bisognerebbe  sempre distinguere tra i batteri buoni e non buoni e lo si dovrebbe poter fare  con tecniche precise, ha puntualizzato. Ciascuna persona ha differenti identità sotto questo punto di vista. Fare delle statistiche è complicato perché ogni individuo è diverso da un altro.

La conferenza stampa di Montagnier

 

Alla domanda posta da un giornalista svizzero: la biologia alla luce delle teorie fisiche: nuove frontiere in medicina? Montagnier ha risposto che “Dal 2005 il mio gruppo di ricerca studia un nuovo fenomeno associato con il DNA: l’emissione di segnali elettromagnetici a bassa frequenza da parte di DNA appartenente a batteri e virus patogeni disciolto in acqua. Nel caso di infezioni acute o croniche, i segnali elettromagnetici vengono osservati provenire dal plasma fresco dei pazienti oppure dal DNA estratto da diverse frazioni del sangue e da altri fluidi corporei. “Siamo circondati da virus e batteri. C’è molto lavoro da fare in medicina in questo campo. Dobbiamo individuare le cosiddette “infezioni fredde”, che persistono per mesi ed anni e che possono causare malattie molto gravi”. Ma le emissioni elettromagnetiche sono correlate anche alle malattie croniche considerate fino ad ora non di origine infettiva, come le malattie neurodegenerative (Alzheimer, Parkinson, Sclerosi multipla), l’artrite reumatoide, l’autismo, alcuni tipi di cancro, l’AIDS. Nel caso dell’autismo, per esempio, abbiamo dimostrato con  collaborazioni, anche con centri italiani, che circa nel 80% dei casi si presentano dati fisici e biologici anormali nel sangue dei bambini autistici e abbiamo sperimentato che  con trattamenti a base di antibiotici possiamo avere risultati efficaci anche per il trattamento di questa patologia, con un  significativo miglioramento delle condizioni cliniche del bambino”..

In questa caccia alle infezioni latenti, Montagnier ha posto un particolare accento. Lo scienziato ha esposto i suoi studi nei quali sono state rilevate onde elettromagnetiche in filtrati di colture batteriche, dove i microrganismi erano assenti, ed anche nel plasma di sangue umano diluito ad un livello in cui non può esserci più DNA, ma solo acqua. Le onde si generano, secondo lo scienziato francese, in risposta ad emissioni radio, un fenomeno comunemente conosciuto come risonanza.

La criticità di queste ricerche? “È che il materiale si può contaminare nei laboratori. I segnali elettromagnetici emanati dal DNA di batteri e virus, trasformati in analogici, vengono modulati in una bobina. La sorpresa è che se inserite tutti gli ingredienti necessari si ottiene un nuovo DNA. Questa esperienza deriva dal lavoro con laboratori italiani e tedeschi”.

 

Ci vorrebbe forse più attenzione alle novità e alla figura di Luc Montagnier. Le sue ricerche potrebbero aiutare in questo cambio di visione dalla biochimica alla biochimica quantistica che si impone se vogliamo vincere la sfida della medicina moderna.

Da più parti nel mondo si lavora su queste frontiere della vita  e proprio a maggio si terrà a Kiev un’altra conferenza organizzata dall'Istituto di Fisiologia dell'Accademia delle Scienze dell'Ucraina su Biofisica in Medicina,  dove le antiche cure climatiche e le nuove biotecnologie per la diagnostica e la terapia saranno al centro del dibattito internazionale.

Il Galileo