Ai nastri di partenza il Progetto CONTEST finanziato dalla Comunità Europea
Coordinamento internazionale affidato alla Fondazione
FBK di Trento
di Giuditta Bricchi
L’elettronica flessibile è uno degli argomenti più dibattuti nel campo della
ricerca hi-tech e rappresenta una delle sfide più importanti per l’elettronica
del futuro. La possibilità di realizzare circuiti elettronici elastici, in grado
di essere arrotolati, deformati o inseriti in pellicole che possano ricoprire
gli oggetti, darebbe il via ad una molteplicità di applicazioni in campo
sanitario e in molte aree tecnologiche come la robotica e
l’energia.
Il Progetto CONTEST
(
www.contest-itn.eu
) - In ottobre è partito il progetto CONTEST
(COllaborative Network for Training in Electronic Skin Technology)
della durata di quattro anni, finanziato
con 3,81 milioni di Euro dalla Commissione Europea (Marie Curie Actions - FP7
People Specific Programme) e coordinato dalla Fondazione Bruno Kessler di
Trento. Il progetto avrà la durata
di
quattro anni, durante i quali verranno approfonditi aspetti tecnologici cruciali
dell’elettronica flessibile, mirati
ad ottenere pellicole elettroniche indossabili o integrabili nell’abbigliamento
(per studiare ad esempio l’interazione uomo-ambiente) oppure avvolgibili intorno
agli oggetti per migliorare le abilità dei robot. A questo proposito verranno
esplorate soluzioni che si basano sull’utilizzo di silicio e di materiali
organici per produrre sistemi che godano dei vantaggi offerti da entrambi i
materiali. La formazione
multidisciplinare di giovani ricercatori sarà un obiettivo importante del
progetto.
La Fondazione Bruno Kessler di Trento -
La Fondazione Bruno Kessler (FBK) è l'ente di ricerca della
Provincia autonoma di Trento
ed opera nel settore scientifico-tecnologico
e in quello delle scienze umane. La
Fondazione,
istituita nel
2007
in sostituzione dell’Istituto Trentino di Cultura, è dedicata al politico
trentino
Bruno Kessler,
promotore della nascita (1962)
dell’Università di Trento. Con oltre 350 ricercatori la Fondazione svolge
attività di ricerca negli ambiti
delle tecnologie dell’informazione, dei materiali e dei microsistemi (Polo
tecnologico) e nel campo degli studi storici italo-germanici e delle scienze
religiose (Polo umanistico). Le sedi principali sono due: a Trento per gli studi
umanistici e a Povo per il settore
scientifico-tecnologico.
Grazie ad una fitta rete di alleanze e collaborazioni, FBK opera anche nel
settore della
fisica teorica,
delle reti, delle telecomunicazioni e delle scienze sociali. La Fondazione è un
centro scientifico di eccellenza. Partecipa
e coordina numerosi progetti finanziati dalla Comunità europea. Fa parte della
rete di laboratori
( ICT Labs ) dell’Istituto
Europeo per l'Innovazione e la Tecnologia (EIT),
ovvero quel "Mit d'Europa" voluto da Bruxelles per ridare competitività
all'Europa attraverso l'innovazione . La rete è strutturata in sei centri
operativi: Berlino (Germania), Parigi (Francia), Helsinki ( Finlandia),
Stoccolma (Svezia), Eindhoven ( Paesi Bassi ) e Trento ( Italia).
Partecipanti e coordinatori
- Al progetto partecipano diverse realtà
di ricerca, accademiche e industriali: ST Microelectronics (Italia), Università
Tecnologica di Monaco (Germania), Fraunhofer EMFT (Germania), University College
London (Inghilterra), Imperial College London (Inghilterra) e Shadow Robotics
Company (Inghilterra), oltre a due partner associati (Università di Cambridge,
Inghilterra e Università di Tokyo, Giappone).
Le attività nell'ambito di CONTEST sono
coordinate da Ravinder S. Dahiya,
ricercatore presso l'Unità Bio-MEMS (BIO-Micro-Electro-Mechanical-Systems) del
Centro Materiali e Microsistemi (Fondazione Bruno Kessler) e da Leandro
Lorenzelli, responsabile dell'Unità Bio-MEMS.
Circuiti integrati flessibili su grandi superfici -
Nell’arco degli ultimi cinquant’anni i circuiti integrati hanno fatto parte di
computer, televisori, telefoni, automobili,
macchine fotografiche,
condizionatori d’aria,
elettrodomestici e giocattoli.
Tutto ciò è stato possibile perché i transistor sono diventati sempre più
piccoli. Se i circuiti integrati venissero realizzati su substrati flessibili e
se i componenti elettronici fossero distribuiti su grandi superfici, potrebbe
essere realizzata un’immensa gamma
di applicazioni che i tecnologi sognano da tempo. Immaginiamo fin dove potremmo
arrivare se i circuiti integrati potessero
essere
flessibili e non limitati dalle dimensioni. Secondo Ravinder S. Dahiya si può
per esempio pensare a delle “pelli
elettroniche” o pellicole di sensori e circuiti
leggeri che ricoprano il corpo dei robot, permettendo loro di interagire
in maniera sicura con le persone anziane e con oggetti del mondo reale. Tappeti
avvolgibili di celle solari potrebbero essere disponibili per alimentere i
nostri gadget sempre e ovunque ( sulla spiaggia, in montagna, e così via).
Display flessibili potrebbero essere arrotolati come i parasole per auto quando
non sono in uso e targhette d’identificazione a frequenza radio potrebbero
seguire il profilo dei prodotti a cui si vogliono far aderire. Le possibilità
sono numerose e così anche le sfide.
Una
tecnologia dirompente -
La tecnologia dell’elettronica flessibile – sottolinea
Ravinder S. Dahiya (nella foto) –
sarà dirompente: produrrà un cambiamento che migliorerà lo scenario del
mercato dell’elettronica e introdurrà una nuova rivoluzione nel settore
dell’elettronica multifunzionale. Verrà trasformato,
fino ad un livello mai visto in
precedenza, il nostro modo di vedere l’elettronica e di interagire con sistemi
intelligenti e reattivi. Leandro
Lorenzelli rileva che
lo studio degli approcci tecnologici per componenti flessibili sottili,
condotto in un contesto di alta multidisciplinarietà,
darà luogo a nuovi paradigmi per dispositivi e sistemi microelettronici
con nuove funzionalità, fatte su misura per una vasta gamma di applicazioni tra
cui la robotica, gli strumenti biomedicali e il settore delle
smart cities.