al via la 37a spedizione della ricerca italiana
in modalità Covid free
Il primo contingente italiano è atterrato in Antartide dando avvio alla 37a
spedizione di ricerca del nostro Paese, che quest’anno riprende a pieno ritmo le
attività scientifiche e logistiche, dopo le pesanti limitazioni alla precedente
missione imposte dall’emergenza sanitaria. La Campagna estiva 2021-22 durerà 4
mesi e vedrà sul campo la partecipazione di 220 tra tecnici e ricercatori,
impegnati in oltre 50 progetti di ricerca presso le stazioni “Mario Zucchelli” e
“Concordia”, sulla nave italiana per la ricerca oceanografica “Laura Bassi” e
presso alcune basi straniere. Finanziate dal Ministero dell’Università e Ricerca
(MUR) nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), le
missioni italiane sono gestite dall’ENEA per la pianificazione e
l’organizzazione logistica e dal Consiglio Nazionale Delle Ricerche (Cnr) per la
programmazione e il coordinamento scientifico.
Questo primo gruppo composto da 23 persone è arrivato con un volo del Programma
Antartico degli Stati Uniti d'America (USAP) e si occuperà di riattivare tutti i
servizi della stazione Mario Zucchelli (MZS) e di preparare la pista di 3 km sul
pack marino, necessaria all’atterraggio dei successivi voli intercontinentali.
La squadra di tecnici, guidata dal capo spedizione Gianluca Bianchi Fasani
dell’ENEA, si completerà all’arrivo del primo volo intercontinentale e si
occuperà anche di tutte le attività che permettono la realizzazione dei progetti
scientifici e la permanenza del personale nella base. A novembre il testimone
passerà ad Alberto della Rovere, sempre dell’ENEA, che guiderà la stazione MZS
fino al termine della spedizione.
Le Forze Armate partecipano con 18 esperti militari di Esercito, Marina,
Aeronautica e Arma dei Carabinieri che affiancheranno sul campo il personale
ENEA, Cnr e dei diversi enti di ricerca e università durante tutto il corso
della spedizione. Gli specialisti della Difesa, nell’ambito delle specifiche
competenze della forza armata d’appartenenza, daranno supporto al PNRA per le
attività esterne e i campi remoti, per le attività navali e subacquee, per le
previsioni meteorologiche e per la pianificazione e svolgimento in sicurezza
delle operazioni di elicotteri e aeromobili. Parteciperanno alle attività anche
4 componenti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Inoltre, un C-130J della 46a Brigata Aerea dell’Aeronautica Militare Italiana
(AMI) effettuerà i collegamenti tra Christchurch (Nuova Zelanda), la base
italiana MZS e quella statunitense di McMurdo, assicurando il trasporto di
passeggeri e materiali. A supporto di questa operazione saranno impiegati 40
militari dell’AMI di base a Christchurch. Sono programmati nel corso della
spedizione 10 voli intercontinentali, di cui uno destinato a soli passeggeri
sarà operato da Hobart (Australia) con l’Airbus-A319 dell’Australian Antarctic
Division.
Anche quest’anno, la NR Laura Bassi, la nave rompighiaccio dell’Istituto
Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste (OGS) gestita
congiuntamente da Cnr, ENEA e OGS, prenderà parte alla spedizione. La nave, che
si prepara a salpare il 7 dicembre dal porto neozelandese di Lyttelton con
destinazione MZS, effettuerà tre rotazioni: la prima prettamente logistica, la
seconda logistica e scientifica e la terza interamente scientifica, per fare
rientro in Nuova Zelanda il 25 marzo 2022.
Con l’arrivo, il prossimo 2 novembre, del primo personale presso la stazione di
Concordia, a oltre 3mila metri di altezza nell’entroterra sul plateau antartico,
si concluderà la 17a campagna invernale (winterover) e avrà inizio quella
estiva, sotto la guida di Rocco Ascione dell’ENEA. In particolare, a Little Dome
C, a 40 chilometri da Concordia, proseguiranno le attività legate
all’allestimento del campo per il progetto internazionale “Beyond Epica Oldest
Ice”, coordinato dall’Istituto di scienze polari del Cnr (Cnr-Isp) a cui
partecipa anche l’Università Ca’ Foscari Venezia. Il campo ospiterà le attività
di perforazione del ghiaccio più antico del mondo, con l’obiettivo di
ricostruire il clima del pianeta fino a 1,5 milioni di anni fa.
Sempre a partire da novembre inizierà anche il graduale arrivo dei 13 nuovi
partecipanti al winterover – di cui 6 del PNRA, 6 dell’Istituto polare francese
Paul Emile Victor (IPEV) e 1 medico svedese dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA)
– che sostituiranno il team precedente e resteranno in completo isolamento fino
a novembre 2022, quando, a causa delle temperature esterne che arrivano a -80°C
(percepite fino a-100°C), non sarà più possibile raggiungere la base.
Per garantire in Antartide una bolla di sicurezza contro la diffusione del
Covid, continuerà ad essere applicato a tutto il personale lo stringente
protocollo sanitario sviluppato lo scorso anno dal Consiglio dei direttori dei
programmi nazionali antartici (COMNAP). Mantenere il più possibile l’Antartide
Covid free è un impegno decisivo per consentire la permanenza scientifica
dell’uomo in un ambiente estremo e con capacità sanitarie limitate. Per questo
tutti i partecipanti saranno sottoposti a rigorosi controlli sanitari sia prima
della partenza dall’Italia, che all’arrivo presso i gateway antartici
australiano e neozelandese. Confermata per tutto il personale anche una
quarantena rigida di 14 giorni fino al trasferimento in Antartide.