Dal biplano alle Frecce Tricolori

La lunga tradizione

del volo acrobatico in Italia

 

 

 

di Paolo Negrelli

 

 

Per l’Aeronautica Militare Italiana, il volo acrobatico ha origini lontane.

Dopo alcune dimostrazioni sul finire degli anni ’20 al colonnello Rino Corso Fougier – asso pluridecorato della Prima Guerra Mondiale, n.d.r. – fu affidato il compito di costituire, presso l’aeroporto di Udine – Campoformido, la prima scuola di volo acrobatico nel 1930.

Già nel corso di quell’anno la prima formazione di 5 elementi, inizialmente equipaggiati con caccia Fiat Cr. 20, si esibì in alcune manifestazioni presentando elementi coreografici ancora oggi eseguiti.

Nel corso degli anni ’30 alla scuola tra gli altri furono assegnati i velivoli Fiat C.r. 32, biplani da caccia considerati all’epoca tra i migliori del loro tipo.

La parentesi del secondo conflitto mondiale portò inevitabilmente ad uno stop delle attività: il reparto venne sciolto, mentre piloti e macchine vennero impiegati al fronte.

Con la fine delle ostilità e la costituzione della moderna AMI, nata sulle ceneri della Regia Aeronautica, riprese slancio l’attività acrobatica.

La prima iniziativa fu ad opera dei piloti del 51° Stormo che, a bordo dei loro Spitfire Mk IX, si esibirono nel corso del 1947 nel cielo dell’aeroporto di Padova.

Queste iniziative “private” ebbero notevole seguito nei vari reparti.

Nel corso degli anni si succederanno i “Cavallini Rampanti” del 4° Stormo su De Havilland DH 100, i “Getti Tonanti” e le “Tigri Bianche” su F-84G, i “Diavoli Rossi” su F-84F e i “Lanceri Neri” su F-86E.

Le pattuglie si esibirono in svariati contesti: ai “Getti Tonanti” e ai loro F-84F fu affidato il compito di esibirsi in occasione della XVII Olimpiade, disputata a Roma nell’estate del 1960.

Sul finire di quell’anno lo Stato Maggiore prese la decisione di sospendere la turnazione tra i reparti a favore di un nuovo gruppo, formato da piloti in rappresentanza dei vari Stormi.

Sull’aeroporto di Udine – Rivolto, il 1 marzo 1961 nascevano il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico e la Pattuglia Acrobatica Nazionale (PAN) al comando del Maggiore Mario Squarcina.

Originariamente equipaggiata con 6 F-86, la pattuglia eseguì la prima esibizione pubblica il 1° maggio di quell’anno.

Nel 1963 la pattuglia fu allargata a 9 elementi più il solista, e da allora i suoi piloti vengono scelti tra coloro che hanno conseguito almeno 1000 ore di volo.

Nel corso del 1964 avvenne la transizione sui velivoli Fiat G. 91, che servirono presso la Pattuglia sino al 1982, anno di adozione degli attuali Aermacchi MB 339 PAN.

Il volo acrobatico non è esente da rischi, e alcuni incidenti hanno funestato l’attività di volo delle “Frecce Tricolori”, come la Pattuglia è universalmente conosciuta.

Tra tutti, il più noto fu quello occorso nel 1988 sull’aeroporto di Ramstein, in Germania Occidentale, nel corso della manifestazione Flugtag ’88.

Un errore nell’esecuzione della figura del Cardiode – ancora oggi eseguita – portò alla collisione in volo di alcuni velivoli, che precipitarono sulla folla sottostante causando 67 morti e 346 feriti.

Molto si è scritto riguardo a quel tragico giorno. Alcune teorie si spinsero addirittura a  cercare collegamenti con i fatti di Ustica del 1980 visto che due dei piloti coinvolti, Naldini e Nutarelli, avrebbero dovuto testimoniare al processo sulla strage del volo Itavia da li a poche settimane.

Nel montare delle polemiche che seguirono, e che misero in dubbio la prosecuzione dell’attività della PAN, in numerosi comuni presero vita dei fan club che fecero sentire la loro vicinanza ai piloti.

Al primo, fondato a Pieve di Soligo in quei giorni sul finire degli anni ’80, nel corso del tempo se ne sono aggiunti altri 134 con sedi in Italia e all’estero.

La PAN ha sempre ricambiato l’affetto dimostrato, dedicando ai club la prima esibizione dell’anno, che si svolge il 1° maggio sul campo di Rivolto.

Apprezzate in tutto il mondo, ad oggi le Frecce Tricolori rappresentano la pattuglia acrobatica più numerosa attualmente in attività.

Nonostante le limitazione dovute al Covid, i piloti della PAN hanno fatto sentire la loro vicinanza alla popolazione nel corso dell’iniziativa “Abbraccio Tricolore”, durante la quale hanno sorvolato i cieli italiani in omaggio alla cittadinanza provata dall’emergenza sanitaria.

In attesa di poter alzare di nuovo gli occhi al cielo, di perdersi nel rumore dei turbogetti, di sentire scorrere l’adrenalina mentre estasiati osserviamo una virata ad alto numero di G, da un appassionato gli auguri di buon compleanno ad una squadra che ha alimentato i miei sogni di bambino entusiasta di aviazione.

Il Galileo