L’astronauta romano de Roma
La
scomparsa di Michael Collins
Veterano dello spazio volò per la prima volta nel 1966 con la missione Gemini 10
Le attività
spaziali registrano nuove notizie positive:
un nuove volo di Ingenuity su Marte e la designazione di Samantha
Cristoforetti a comandante della stazione spaziale che volerà il prossimo anno
di Irene Prunai
È recentemente scomparso, dopo una dura lotta contro il cancro, Michael Collins,
all’età di 90 anni. A dare l’annuncio la famiglia che ha tenuto a ricordare come
avesse sempre “affrontato le sfide della vita con grazia e dignità”. È proprio
per la sua dignità che vogliamo ricordarlo.
Michael Collins è l’uomo che è arrivato sulla Luna nel lontano luglio del 1969
insieme a Buzz Aldrin e Neil Armstrong. Ma a differenza dei suoi colleghi non
toccò il suolo lunare restando in orbita sul modulo di comando Columbia.
Era nato a Roma il 31 ottobre del 1930, la sua famiglia si trovava in Italia
perché il padre era un addetto militare all’ambasciata americana. Prima di
diventare un astronauta Collins si era laureato alla United States Military
Accademy per poi arruolarsi nell’aeronautica degli Stati Uniti. Collins era un
pilota collaudatore e un generale maggiore della Air Force Reserve Command
quando fu selezionato dalla Nasa insieme ad altri 13 colleghi nel 1963. Riuscì
ad andare nello spazio ben due volte.
La prima volta fu nel 1966 con la missione Gemini 10. Eseguì una manovra di
rendez-vous, ovvero un incontro spaziale tra due navicelle, e due attività
extraveicolari. In questa missione lui e il suo compagno stabilirono l’allora
record di altezza mai raggiunta: 475 miglia sopra la superficie terrestre.
La seconda volta fu la missione Apollo 11, quella che tutti ricordiamo e che
cambiò la storia dell’esplorazione spaziale.
Mentre Armstrong e Aldrin lasciavano le loro impronte sul suolo lunare, Collins
restava nell’ombra tanto da renderlo l’astronauta più dimenticato della storia.
Ma lui, ricordando quella missione, non ha mai avuto rimpianti. In un’intervista
di qualche anno fa dichiarò: “Sono onorato di aver avuto quel posto. Non mi sono
sentito solo e abbandonato ma parte di ciò che accadeva sulla superficie
lunare.” Era la Terra a fargli compagnia, raccontava.
La NASA ha scelto di ricordarlo con una delle sue frasi più incisive:
“L’esplorazione non è una scelta, è un imperativo. L’unica cosa che meriti
essere ricordata è quale tipo di civiltà abbiamo creato.”
Non so cosa ne pensasse Collins, ma
attualmente la civiltà che abbiamo creato, quella che la Nasa sta cercando di
creare, è quella che in un futuro non troppo lontano guarderà alla Luna con
tenerezza mentre l’esplorazione di Marte darà i suoi frutti.
E proprio per quanto riguarda Marte la Nasa continua a collezionare successi,
anche se negli ultimi giorni ci ha tenuto col fiato sospeso.
Stiamo parlando di Ingenuity, il martecottero che
ha appena ultimato il suo sesto volo. Come già sappiamo dagli annunci fatti
nelle settimane scorse, la missione principale di Ingenuity si è conclusa. Ogni
giorno in più di funzionamento dell’elicottero sarà un giorno in più utile a
raccogliere dati.
Lo scopo di questi nuovi voli è sfruttarne le capacità esplorative. In
particolare durante il sesto volo Ingenuity si è spinto in una zona a ovest
scattando numerose nuove foto. Nel corso di questa fase si è notato che
l’elicottero ha cominciato a oscillare avanti e indietro senza riuscire a
regolare la sua velocità. Durante questi movimenti si è verificato un problema
nell’acquisizione delle immagini facendo perdere un singolo frame. Sembra
un’inezia, ma in realtà il problema ha reso i dati raccolti imprecisi. Inoltre
queste oscillazioni sul lungo periodo potrebbero portare problemi nel
mantenimento della rotta. Fortunatamente Ingenuity è riuscito ad ammartare alla
fine del volo senza riportare danni. Aspettiamo fiduciosi un settimo volo nella
speranza che questa volta non si ripresentino questi problemi.
Restando con il naso all’insù a guardar le stelle aspettiamo trepidanti il 2022
con la missione spaziale Expedition 68. Cos’ha di speciale questa missione?
L’Agenzia Spaziale Europea ha appena annunciato che Samantha Cristoforetti
guiderà la missione. Sarà la prima donna europea al comando della Stazione
Spaziale Internazionale, terza al mondo dopo due colleghe americane.
Astrosamantha sarà alla sua seconda esperienza in orbita, dopo la missione
Futura, e sarà il quinto comandante europeo della Iss in ordine di tempo.
Congratulazioni a Samantha, un esempio per le future generazioni!