nel mare di Cannes
E’ il primo del Mediterraneo
di Magali Prunai
Siamo a Cannes, una città di poco più di 70.000 abitanti, cuore pulsante della
Costa Azzurra e della Provenza. Nata come città di pescatori, nel tempo è
diventata sempre più una nota e ambita meta turistica, complici anche i numerosi
congressi noti in tutto il mondo, primo fra tutti il Festival del Cinema, che
ogni anno si svolgono lungo la sua Croisette.
Se dico Cannes molti penseranno alle vacanze, alle palme, al mare, alle boutique
di grandi stilisti e al celebre Palais de Festival, col suo tappeto rosso e la
sua scalinata.
In realtà già da parecchi anni l’amministrazione cittadina ha deciso di
migliorare il più possibile le condizioni di vita dei suoi abitanti, terrestri e
marini, cercando quella che potremmo definire una svolta green.
Se dotare tutto il centro di una connessione internet sempre ben funzionante e
attiva e di panchine con punti di ricarica per telefoni o PC vi sembra poca
cosa, forse vi stupirete di più pensando all’enorme quantità di piante e fiori
che non hanno solo lo scopo di abbellire la città, oppure alla diga,
funzionante, sottomarina che impedisce al mare di mangiare la sabbia e di
allagare tutta la città. Ma se anche queste soluzioni vi sembrano poco o niente,
pensate ai lavori di ripristino di molte spiagge, prelevando sabbia dai fondali
marini invece che ricorrere alle più infelici scelte di sassi, sassetti e
cemento, o agli autobus, alimentati, ormai da alcuni mesi in fase sperimentale,
da combustibili più puliti e meno inquinanti.
Ma se tutte queste soluzioni vi sembrano inadeguate o, comunque, ancora non
sufficienti, sicuramente l’ultima trovata della giunta guidata da David Lisnard
vi farà ricredere. Proprio davanti la città, in mezzo al mare, si trovano due
isole famose e belle da visitare. Una, l’isola di Santa Margherita, fu la sede
di una delle tante prigioni della maschera di ferro, prigione che si può
visitare gratuitamente ogni giorno. Proprio ai piedi di quest’isola, in una zona
dove l’intervento dell’uomo che scaricava immondizia di ogni genere stava
diventando sempre più letale, il comune, dopo aver ripulito accuratamente, ha
fatto costruire un museo sottomarino. O meglio, il primo museo subacqueo del
Mediterraneo.
Il porticciolo di Cannes
Lo scultore britannico James deCaires Taylor, noto per aver prestato la sua
opera anche ai musei sottomarini di Cancun, in Messico, alle Bahamas, Maldive,
Canarie e Australia, dopo 4 anni di lavoro, ha consegnato alla città 6 sculture
giganti: 6 volti da 10 tonnellate di peso per un’altezza di poco più di due
metri raffiguranti persone del luogo e di tutte le età. Questi enormi volti,
posizionati a 2/3 metri di profondità, si portano dietro un messaggio, firma
costante dell’autore. Sono, infatti divisi a metà: una metà del volto raffigura
la maschera che indossiamo ogni giorno e con la quale ci mostriamo agli altri,
l’altra metà rappresenta chi siamo. Un messaggio di pirandelliana memoria, ma
che comunque si sposa bene anche con lo scopo ecologico del museo. Le statue, in
cemento atossico, a pH neutro e privo di inquinanti nocivi, si posano su sabbia
bianca e prati di poseidonia, nota anche come il polmone del mare per l’enorme
quantità di ossigeno che produce. Chiudendo l’area alle imbarcazioni, garantendo
così la sicurezza di chi visita il museo (basta fare snorkeling), si impedisce
alle ancore di depositarsi in queste praterie fondamentali per l’uomo e la
terra. Inoltre le sculture, col tempo, diventeranno come delle scogliere dando
nuovi spazi e nuova vita alle piante subacque, dimostrando che non sempre
l’intervento dell’uomo è negativo e distruttore.