Bullismo e cyberbullismo tra gli adolescenti
italiani
Un’indagine di ricerca psicosociale, condotta dal gruppo Musa dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr su studentesse e studenti delle scuole secondarie di secondo grado italiane, ha identificato i fattori di rischio e protettivi rispetto al coinvolgimento in questi fenomeni. Lo studio è pubblicato sulla rivista internazionale International Journal of Environmental Research and Public Health
Fattori di rischio e fattori di protezione connessi al bullismo e al
cyberbullismo
come risultato di un'analisi di regressione logistica binaria
Un’indagine condotta nell’ambito delle attività di ricerca del progetto
Osservatorio sulle Tendenze Giovanili del gruppo Mutamenti sociali, valutazione
e metodi (Musa) dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche
sociali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irpps), attraverso un
approccio di tipo psicosociale, ha identificato i fattori di rischio e di
protezione rispetto alla probabilità di essere coinvolti nei fenomeni del
bullismo e del cyberbullismo come attori, vittime o spettatori. Lo studio ha
coinvolto un campione di 3.273 studentesse e studenti italiani e analizzato
l’influenza sui fenomeni di violenza di un considerevole numero di variabili
afferenti alle dinamiche relazionali degli adolescenti e ai condizionamenti
sociali che regolano atteggiamenti e comportamenti giovanili. Lo studio è stato
pubblicato su International Journal of Environmental Research and Public Health.
“Nello specifico, tra i fattori di rischio sono stati identificati la tolleranza
di razzismo, xenofobia, omofobia, violenza di coppia e alti livelli di
autostima. Tra i fattori protettivi sono invece emersi la bassa tolleranza al
consumo di alcool e droghe, la presenza di fiducia nei confronti di familiari e
amici e l’essere donna”, spiega Antonio Tintori del Cnr-Irpps. “Lo studio dei
comportamenti e degli atteggiamenti degli adolescenti è fondamentale per
analizzare l’evoluzione delle tendenze giovanili e per definire interventi di
contenimento della devianza e del disagio sociale. Nuovi modi di interazione
sociale stanno cristallizzando comportamenti violenti che si muovono più che mai
su una sfera virtuale, e dimostrano come siano principalmente le opinioni
distorte sulla diversità sociale a generare violenza. Bullismo e cyberbullismo
condividono una matrice comportamentale comune che è stata delineata attraverso
specifiche caratteristiche ambientali e individuali”.
La ricerca conferma la validità di diverse teorie sui fenomeni di bullismo e
cyberbullismo. “Il controllo simultaneo di variabili sia sociologiche sia
psicologiche sperimentato in questa indagine ha però permesso di indentificare i
nessi causali di alcune fenomenologie di violenza e dunque i fattori da
promuovere e da arginare per mitigare i problemi del bullismo e del
cyberbullismo. Alla luce della diffusione del COVID-19, e dei conseguenti
problemi legati all’iperconnessione e alla trasposizione delle relazioni reali
in un ambiente virtuale, il gruppo Musa si sta apprestando a condurre nuove
indagini, locali e nazionali, che avranno tra i suoi principali centri di
attenzione il cyberbullismo”, conclude Tintori.