La sonda Perseverance scende su Marte

alla ricerca di tracce di vita e di acqua

 “Ammartaggio”: un brutto neologismo per indicare l’approdo sul pianeta rosso

 Speriamo che qualcuno, preso dall’entusiasmo, non parli di ”marticcio” in analogia con terriccio

 

La prima immagine di Marte inviata a terra dal rover Perseverance (foto NASA)

 

di Irene Prunai

Missione compiuta! Il rover Perseverance è approdato, scusate se non dico ammartato ma non si può sentire, su Marte. Il viaggio, iniziato lo scorso 30 luglio, ha aperto un nuovo capitolo dell’esplorazione aerospaziale. Il rover resterà sul pianeta per almeno un anno marziano, quasi due anni terrestri, e con l’aiuto di sette strumenti diversi ne studierà la superficie. Il suo obiettivo è quello di cercare qualsiasi traccia che possa far pensare a una passata vita sul pianeta.

La fase di discesa della sonda è stato uno dei momenti più complicati, soprattutto perché le comunicazioni Terra-Marte subiscono un ritardo di ben 22 minuti. Per questo l’intera operazione di discesa è avvenuta completamente in automatico. I famosi “sette minuti di terrore” che hanno caratterizzato la fase finale di ammartaggio, alla fine ho ceduto, sono passati indenni. In questa occasione la Nasa aveva messo a punto una nuova procedura che non potrà non essere ripresa nelle missioni future.

Gli obiettivi principali del rover sono di studiare la geologia di Marte, valutarne l’abitabilità ed eventuali segni di vita microbica risalente a miliardi di anni fa.

È per questo motivo che come sito di approdo è stato scelto il cratere Jezero. Questo cratere ha un diametro di circa 47,5 km e una profondità di 45 km e si stima che circa 4/5 miliardi di anni fa ospitasse un lago e un delta fluviale. La zona del cratere potrebbe contenere ancora molecole organiche e indizi di forme di vita.

Oltre a questo Perseverance raccoglierà rocce che saranno poi trasportate sulla Terra per analisi più approfondite. Ma la cosa più interessante sarà le serie di test di alcuni strumenti che potranno essere utili per future esplorazioni umane.

Il rover Perseverance in azione (simulazione NASA)

 

Per fare tutto questo Perseverance ha portato con se ben sette strumenti: la telecamera Mastcam-Z che permette di ottenere immagini panoramiche e stereoscopiche; l’apparato Pxl che contiene uno spettrometro a raggi X;  Sherloc che realizzerà mappe dei minerali e dei composti organici; SuperCam per studiare la mineralogia; Meda che analizzerà la temperatura; Rimfax per la penetrazione del sottosuolo e infine Moxie per la produzione di ossigeno dalla CO_2.

Oltre alla strumentazione di bordo il rover è stato equipaggiato con oggetti speciali. Non è una novità per la Nasa decorare le sonde con simboli e richiami alla nostra storia. Perseverance ha a bordo una targa che raffigura la Terra, il Sole e Marte e che recita in codice morse “Explore as one”. Inoltre sul suo lato sinistro sfoggia una targa in alluminio raffigurante la Terra sorretta dal bastone di Esculapio per non dimenticare il la pandemia tuttora in corso.

Il Galileo