Rinaldo De Benedetti alias Didimo - Sagredo; “Le strane nozze di Diamantina”,
Ediz. L’orto della cultura, 2020,
pp. 132 euro 15.
Recensione di Adriana Giannini
Spero che alcuni dei lettori di questa rivista abbiano conosciuto e non dimenticato l’autore di questo libro. Io ho avuto l’onore di frequentarlo quando lavoravo alla rivista “Le Scienze” di cui lui era uno stimato collaboratore. Un signore di altri tempi nei modi, ma anche uno dei più moderni e preparati divulgatori scientifici capace di inventare negli anni quaranta del secolo scorso le prime enciclopedie “tascabili” per l’editore Garzanti, di portare la scienza sui quotidiani con la spiegazione dei principi su cui erano basate le due micidiali bombe atomiche sganciate nel ‘45 dagli americani sul Giappone e di fondare e dirigere una rivista “L’Illustrazione Scientifica” di respiro internazionale. Ma non basta. Instancabile, si era occupato di psicanalisi creando la prima collana di libri in un settore ancora relativamente nuovo per l’Italia e di educazione demografica, un argomento tabù negli anni cinquanta nel nostro paese tanto che scriverne lo aveva allontanato dal Corriere della Sera con cui fino al 1953 aveva collaborato. Passato in quell’anno al quotidiano La Stampa, De Benedetti vi aveva trovato il giusto spazio con una pagina interamente dedicata alla scienza che negli anni si trasformerà nel supplemento “Tuttoscienze” a cui collaborerà fino alla sua scomparsa nel gennaio 1996, a 93 anni.
Non sto qui a ricordare le numerose sue altre produzioni in campo scientifico
perché i racconti raccolti in questo libretto svelano un altro aspetto della sua
personalità. Ingegnere, ma con una vasta e sempre coltivata formazione
umanistica che trapela anche dagli pseudonimi con cui firmava molti dei suoi
lavori – Didimo in campo scientifico e Sagredo in campo letterario – De
Benedetti amava scrivere poesie e racconti in prosa. Sono lavori rimasti nel
cassetto che, dopo la sua morte, la figlia Anna, legatissima al padre, sta via
via riscoprendo e curando per la stampa.
Sono così usciti nel 2006 la raccolta di delicate poesie Sonetti vespertini, nel
2011 il lungo apologo fantascientifico Il Governatore e nel 2016, una selezione
di disincantati racconti intitolata Dove il bene è peccato. Il 2020 ci ha fatto
un altro regalo e questa volta si tratta di una raccolta Le strane nozze di
Diamantina e altri racconti nella quale già dal titolo si intuisce che quel
signore di altri tempi ricordato all’inizio sapeva anche lasciare da parte il
razionale pessimismo che accomuna tutti i suoi apologhi e le poesie per fare
emergere il suo lato più arguto, da conversatore amabile.
Non del tutto, però, perché, come fa notare il professore Corrado Viola
dell’Università di Verona nella bella e istruttiva presentazione, persino quando
De Benedetti, anche nel linguaggio, sceglieva la chiave dell’affabilità da
vecchio saggio, non mancava mai di far affiorare la sua visione etica ed
educativa da persona che per tutta la vita ha praticato una morale laica fatta
di amore per la verità e la giustizia e di rifiuto per l’ipocrisia e la
prevaricazione. Ciò non toglie che l’elegante libretto che vi proponiamo sia una
lettura piacevole e a suo modo confortante: tutti i dieci racconti si concludono
con un finale lieto o almeno riequilibratore oppure con una battuta umoristica e
questo non è poco in un periodo che sta mettendo a dura prova la nostra
serenità.