*La finale della 33a selezione italiana del concorso europeo “I giovani e le
scienze”, organizzata dalla Fast d’intesa con la Commissione europea, si
svolgerà il 6-8 marzo 2021 a Milano. Gli interessati, studenti di età compresa
tra i 14 e i 20 anni, singolarmente o in gruppi sino a tre, per partecipare al
bando devono presentare candidature e progetti entro il 22 gennaio 2021. Dopo la
valutazione della Giuria di esperti internazionali verranno comunicati quali
sono i 30 migliori lavori/studi/prototipi scelti per l’Italia e che saranno
presentati al pubblico durante l’esposizione e premiazione di marzo 2021.
Si tratta della selezione italiana del concorso EUCYS-European Union Contest for
Young Scientists, il più importante evento europeo per gli studenti meritevoli,
voluto dalle istituzioni di Bruxelles e dai Governi degli Stati membri
dell’Unione. Il concorso è anche inserito nel programma per la valorizzazione
delle eccellenze “Io merito” del Ministero dell’istruzione; i finalisti italiani
migliori entrano a fare parte di un apposito albo e ricevono pure un piccolo
finanziamento del MIUR in aggiunta ai riconoscimenti conferiti dalla
Fast-Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche
“Fa piacere sottolineare”, commenta Alberto Pieri, segretario generale della
Fast e coordinatore della selezione italiana EUCYS,” come il concorso sia un
valido contributo allo spirito del Programma New Generation EU, senza chiedere
fondi. Infatti è finalizzato a preparare i giovani per offrire loro un avvenire
migliore, utile per tutti e in linea con l’evoluzione del mondo del lavoro”.
*ENEA ha brevettato un nuovo processo a basso consumo energetico e ridotto
impatto ambientale per il
recupero
dei principali componenti dei pannelli fotovoltaici in silicio cristallino a
fine vita. Il processo consente di separare i materiali utili, come strati
polimerici, contatti elettrici, celle e vetro, e di smaltire il resto in
sicurezza attraverso il ‘rammollimento’ minimo e localizzato degli strati
polimerici tramite il riscaldamento del pannello e il successivo scollamento ‘a
strappo’. “L’aumento esponenziale dei rifiuti costituiti dai pannelli
fotovoltaici a fine vita ha reso estremamente urgente affrontare il problema
della loro gestione, anche a fronte delle leggi nazionali ed europee che
impongono regole severe”, sottolinea Marco Tammaro, responsabile del Laboratorio
Tecnologie per il Riuso, il Riciclo, il Recupero e la valorizzazione di Rifiuti
e Materiali e inventore del brevetto insieme all’imprenditrice Patrizia
Migliaccio .
L’invenzione parte dalla struttura ‘a strati’ dei moduli cristallini, costituiti
da uno strato di vetro protettivo, poi un sottile strato di materiale
polimerico, l’Etilene Vinil Acetato (EVA), quindi le celle di silicio, contatti
elettrici in metallo, un secondo strato di EVA e una superficie posteriore di
supporto, generalmente in polivinifluoruro (PVF); il tutto racchiuso in una
cornice in alluminio. Di fatto, quindi, per recuperare i componenti è necessario
‘slegarli’ dallo strato di EVA, che fa da collante tra i vari strati. Con questo
processo gli strati vengono ‘strappati’ meccanicamente, dopo il trattamento
termico “mirato”, in modo da poter poi recuperare gli strati polimerici, i
contatti elettrici, le celle ed il 100% del vetro e il foglio backsheet (in
PVF), lo strato di EVA.
Nel dettaglio tecnico, il brevetto si propone di sfruttare il rammollimento,
minimo e localizzato, appena sufficiente per staccare gli strati polimerici per
realizzare un processo in modalità continua e automatizzata. L’invenzione
propone di riscaldare i pannelli mentre avanzano su un nastro trasportatore e di
staccare gli strati polimerici mediante un’azione a strappo, perché quest’ultima
si presta agevolmente a un’automatizzazione del processo. Il processo consente
agevolmente la lavorazione in continuo di pannelli fotovoltaici a prescindere
dalle diverse caratteristiche degli strati polimerici (spessore e tipologie), e
a cui corrispondono diverse condizioni minime di distacco.
*Ricercatori dell’Istituto di struttura della materia del Consiglio nazionale
delle ricerche, dell’Università di Milano Bicocca e dell’azienda Glass to Power
hanno messo a punto un materiale a basso impatto ambientale e ad alto rendimento
per la realizzazione di dispositivi fotovoltaici integrabili nelle costruzioni.
I risultati della ricerca sono pubblicati su Joule – Cell Press.
Il building integrated photovoltaics – fotovoltaico architettonicamente
integrato – consiste nella progettazione di soluzioni innovative per integrare
dispositivi di conversione dell’energia solare in energia elettrica direttamente
all’interno degli edifici. Va in questa direzione lo studio di un team italiano
che comprende ricercatori dell’Istituto di struttura della materia (Ism) del
Consiglio nazionale delle ricerche di Milano, dell’Università di Milano Bicocca
e dell’azienda Glass to Power: hanno messo a punto un materiale innovativo
caratterizzato da basso impatto ambientale e alto rendimento per la
realizzazione di concentratori solari a luminescenza (Lsc).
Lo studio è pubblicato sulla rivista Joule - Cell Press: l’impianto unisce alla
semplicità di progettazione un basso costo di realizzazione, utilizzando un
materiale che richiede processi di sintesi a ridotto impatto ambientale pur
permettendo di raggiungere rendimenti di conversione dell'energia solare allo
stato dell’arte per questo tipo di applicazione.
*ACEA ed ENEA, in occasione di Ecomondo 2020, la fiera della Green Economy di
Rimini che quest’anno si svolgerà in modalità digitale, avviano LabSharing, il
progetto volto a mettere in comune laboratori, tecnologie e know how per
favorire la ricerca e il monitoraggio in campo ambientale con un approccio
aperto al mondo dell’innovazione e della sostenibilità. Grazie a questa
iniziativa, attraverso una piattaforma online dedicata, sarà possibile anche per
soggetti terzi richiedere l’utilizzo di strutture d’eccellenza e supporto
scientifico nel campo dei controlli ambientali di elevata complessità. Le
analisi riguarderanno soprattutto stato e qualità di acqua, aria, suolo ed
ecosistemi, oltre a misurazioni di indicatori e pressioni ambientali associate a
scarichi, rifiuti, siti contaminati ed emissioni. Labsharing è nata
dall’iniziativa “Acea Open Asset”, volta allo sviluppo delle attività di Open
Innovation dell’azienda.
*A quattro anni dal terremoto del 30 ottobre 2016, il più forte mai registrato
in Italia dopo quello del 1980 in Irpinia, ENEA presenta un brevetto per
realizzare edifici ex novo “a danno zero” e ricostruire in sicurezza i centri
storici. Il sistema innovativo, sviluppato in collaborazione con l’azienda
Tekva, consiste in una piattaforma in cemento armato, alleggerita mediante tubi
in vetroresina, che consente di abbattere fino all’80% gli effetti delle scosse
sismiche sugli edifici e di ricostruire, con tempi ridotti e a costi
competitivi, rispettando l’assetto urbanistico e architettonico dei centri
urbani preesistenti.
Per la notizia completa:
https://www.enea.it/it/Stampa/news/terremoto-tecnologia-enea-per-ricostruire-edifici-a-danno-zero
La notizia è stata pubblicata sull’ultimo numero di ENEAinform@, il nostro
settimanale in italiano e in inglese (a settimane alterne):
https://www.enea.it/it/eneainforma/archivio/2020/ENEAINFORMA192020_it.html/view_html