L’Italia nello spazio

Artemis: una missione congiunta

NASA-ASI (agenzia spaziale italiana)

Porterà sulla Luna la prima donna e il prossimo uomo

 

di Irene Prunai

 

 L’intesa è stata sottoscritta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo spazio Riccardo Fraccaro e dall’Amministratore di Nasa Jim Bridenstine, in rappresentanza del governo USA

 

Lo scorso 25 settembre l'Italia ha concluso un accordo storico con la NASA in merito al programma  Artemis, quello che porterà sulla Luna “la prima donna e il prossimo uomo”. Al momento i dettagli dell'accordo  tra la NASA, l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro sono ancora in via di definizione. È comunque trapelata la notizia  che l'ASI darà un grosso contributo per la progettazione e la costruzione dei moduli abitativi, per la navetta di allunaggio e molto probabilmente anche per i sistemi di telecomunicazione.

La NASA vede Artemis come il prossimo passo per  stabilire una presenza autosufficiente sulla Luna, gettare le basi per aziende private per costruire un'economia lunare e in seguito mandare gli uomini su Marte.

Quindi si tornerà sulla Luna e lo si farà molto presto. Questa missione sarà solo l'inizio di una nuova era. Jim Bridenstine, amministratore della NASA, ha dichiarato che il sostegno del Congresso statunitense è stato fondamentale per la preparazione della missione, che a differenza delle missioni Apollo, avrà anche il sostegno di società private.

Un programma ambizioso, articolato su missioni di astronauti tra basi in orbita lunare e veicoli di sbarco. La data prevista per il primo sbarco: il 2024.

Mappa della Luna di Johannes Hevelius dal suo Selenographia (1647), la prima mappa che include le zone di librazione

 

Confermata per la fine del 2021, nonostante i ritardi causati dalla pandemia, la data del primo lancio del nuovo razzo, il potente SLS. Sarà la missione Artemis 1, senza equipaggio, e viaggerà verso l'orbita della Luna testando le prestazioni e le capacità di telecomunicazione.  Contemporaneamente una serie di sonde automatiche e rover alluneranno per indagini scientifiche e dimostrazioni tecnologiche.

Nel 2023 toccherà ad Artemis 2, missione con equipaggio, che arriverà nell'orbita lunare.

Finalmente nel 2024 la missione Artemis 3 porterà al primo allunaggio della nuova era.

La discesa di Aldrin sulla Luna nella prima missione umana sulla superficie nel 1969

 

Gli astronauti avranno nuove, avveniristiche tute che faciliteranno i movimenti. La loro esplorazione durerà sette giorni durante i quali raccoglieranno campioni e condurranno svariati esperimenti.

Le missioni Artemis 4 e le successive potranno sfruttare dei moduli abitabili che fungeranno da centro di comando e di controllo per le spedizioni in superficie. Man mano questo centro di comando sarà integrato con ulteriori moduli in modo da poter ospitare un numero maggiore di astronauti per soggiorni di più mesi.

 

Un'impronta lasciata sul suolo lunare dall'astronauta Buzz Aldrin durante la missione dell'Apollo 11 

La NASA ha inoltre affermato di voler portare avanti delle missioni lunari “sostenibili”. L'idea è quella di creare una base per il rifornimento direttamente sulla Luna, un modo per sfruttare le risorse locali per la produzione di acqua e altre risorse fondamentali.  Le zone illuminate, per esempio il bordo del cratere Shackelton, potrebbero essere ideali per immagazzinare energia solare. Mentre nelle regioni perennemente in ombra potrebbe essersi conservato per migliaia di anni il ghiaccio. Stiamo parlando per esempio del polo sud della Luna, una zona che prevede una traiettoria più complicata ma ricca di crateri che potrebbero essere fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi della missione.

Breve storia della corsa alla Luna

 

La Luna è l'unico satellite naturale della Terra. È abbastanza vicina da essere visibile a occhio nudo e abbastanza lontana da affascinare e scatenare la più fervida delle immaginazioni. Da Giacomo Leopardi che le dedicò i versi del suo “Canto notturno di un pastore errante in Asia” a Jule Verne che nel suo “Dalla Terra alla Luna” ipotizzò la costruzione di un cannone in grado di sparare un proiettile sulla Luna. Per non parlare di “La Luna è una severa maestra”, famoso romanzo di Robert Heinlein, nel quale  è già avvenuta la colonizzazione e i coloni lunari si ribellano all'imperialismo terrestre. Ma sarà questo il futuro quando la missione Artemis sarà riuscita a creare le basi per una vita più o meno stanziale sul nostro satellite?

La gara alla conquista della Luna è espressione della guerra fredda, quando USA e URSS puntavano a definirsi il primo conquistatore dello spazio e, cosa molto meno poetica, ad avere migliori postazioni di lancio per le loro bombe atomiche. Il grande economista americano Kenneth Galbraith definì la corsa allo spazio il trasferimento sul piano tecnologico dello spirito della guerra.

 

La terra e la luna

 

Il programma Luna sovietico arrivò a lanciare Luna 1 nel 1958. Purtroppo fallì e si schiantò sulla superficie della Luna. Il Luna 2 fu invece il primo veicolo ad allunare, mentre Luna 3 riuscì a scattare delle fotografie del lato nascosto della Luna. Siamo nel 1959. Passiamo così al Luna 9, la prima sonda riuscita ad effettuare un atterraggio morbido su un altro corpo planetario. Luna 10 orbitò intorno alla Luna. Si arriva al 1966. Cosa stanno facendo invece gli americani dall’ altro lato dell'oceano?

Contemporaneamente gli USA sviluppano il programma Apollo con l'obiettivo di far atterrare l'uomo sulla Luna. Questo programma incluse 11 voli con esseri umani a bordo (da Apollo 7 ad Apollo 17).

Fu l'equipaggio dell'Apollo 11, il 20 luglio 1969, a posare una targa di acciaio inossidabile sulla superficie del satellite con incise le seguenti parole: “Qui, uomini dal pianeta Terra posero piede sulla Luna per la pima volta, luglio 1969 d.C. Siamo venuti in pace a nome di tutta l'umanità.”

La superficie lunare

 

l'ultima spedizione, l'Apollo 17, è del 1972.

Si conclude così la corsa alla Luna, nella speranza che il 2021 sia l'anno giusto per la nuova era spaziale.

 

Il Galileo