A causa della pandemia cerimonia
digitale per l’assegnazione
La distribuzione dei premi tramite le ambasciate
di Irene Prunai
L'autunno è la stagione dei premi Nobel. In ottobre i comitati in Svezia e in
Norvegia (che si occupa solo del Nobel per la Pace) nominano i vincitori delle
diverse categorie. Normalmente i premi vengono poi consegnati ai destinatari in
una cerimonia che si tiene a Stoccolma e a Oslo nel mese di dicembre. Purtroppo
la situazione attuale ha fatto sì che venisse preferita una cerimonia digitale e
una distribuzione dei premi a cura delle ambasciate presenti nei paesi natali
dei vincitori. A Oslo si terrà comunque una cerimonia in presenza ma con un
numero limitato di partecipanti. Un altro cambiamento importante per questa
edizione 2020 è il valore del premio. Quest'anno sarà pari a 10 milioni di
corone svedesi, un milione in più rispetto allo scorso anno (circa 96 mila
euro).
Ma adesso cerchiamo di capire chi sono i vincitori di quest'anno.
Medicina e fisiologia
“Per la scoperta sul virus dell'epatite C” Harvey J. Alter, Michael Houghton e
Charles M. Rice hanno ricevuto il primo Nobel del 2020.
Harvey J. Alter, classe 1935, fa parte del National Institutes of Health (NHI).
Michael Houghton è attualmente professore di virologia all'Università
dell'Alberta in Canada. Charles M. Rice dal 2001 è professore ordinario presso
la Rockfeller University di New York.
Identificando il virus, i tre studiosi hanno dato un contributo straordinario
alla lotta di questa malattia cronica che causa cirrosi e tumore al fegato e
che, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, è responsabile di circa 70
milioni di casi al mondo e di 400 mila morti all'anno. Grazie alla loro scoperta
sono oggi disponibili degli esami del sangue molto più sensibili al virus.
Questa cosa ha eliminato quasi totalmente l'epatite causata dalle trasfusioni
del sangue e ha portato a un rapido sviluppo di farmaci mirati. Se oggi questa
malattia può essere curata lo dobbiamo a questi tre scienziati.
Prima del loro lavoro si conoscevano solo i virus di epatite A e B, però la
maggioranza delle forme di epatite restava senza una valida causa. Alla metà
degli anni '70 gli studi di Harvey J. Alter dimostrarono l'esistenza di un virus
ancora sconosciuto come fattore comune di queste forme di epatite. Fu poi
Micheal Houghton alla fine degli anni '80 che riuscì a individuare il genoma del
virus che oggi conosciamo. Infine Charles Rice mise l'ultima tessera del puzzle
dimostrando che effettivamente era stata trovata la causa del contagio
attraverso il sangue.
Per chi non lo sapesse stiamo parlando di un'infiammazione del fegato
dovuta a infezioni virali, assunzione di cibo contaminato o a malattie
autoimmuni. Le due forme principali della malattia sono l'epatite A e B. La
prima viene trasmessa da acqua e cibo inquinati e non lascia in genere
conseguenze a lungo termine. La seconda viene trasmessa attraverso il sangue
infetto e può restare latente per
anni prima di sviluppare dei sintomi. La scoperta del virus dell'epatite B e lo
sviluppo del relativo vaccino valse al suo scopritore un premio Nobel per la
medicina nel 1976.
Fisica
Il premio viene assegnato per metà a Roger Penrose “ per la scoperta che la
formazione dei buchi neri è una predizione robusta della teoria della relatività
generale” e per l'altra metà a Reinhard Genzel e Andrea Ghez
“ per la scoperta di un oggetto supermassiccio compatto al centro della
nostra galassia”, ovvero un buco nero. Quest'anno i buchi neri vincono un bel
bottino, del resto l'Accademia stessa li definisce come “uno dei fenomeni più
esotici dell'universo”.
Neanche Albert Einstein, il padre della relatività generale, credeva che
esistessero oggetti supermassicci in grado di catturare qualunque cosa, compresa
la luce. Fu 10 anni dopo la sua morte che Roger Penrose provò che i buchi neri
sono una diretta conseguenza della relatività generale e di questi oggetti fu
anche in grado di descriverne le proprietà nel dettaglio. Penrose dimostrò che
nel cuore dei buchi neri esiste una singolarità, un confine oltre il quale le
leggi della fisica a noi note non valgono più. È uno studio che risale al 1965 e
tuttora è il più grande e importante contributo alla teoria della relatività
generale.
Reinhard Genzel e Andrea Ghez, con i loro gruppi di ricerca, hanno esplorato il
cuore della nostra galassia mappando con precisione le orbite delle stelle più
brillanti. Così facendo sono arrivati alla conclusione che anche se non possiamo
vedere il buco nero contenuto al suo interno, possiamo descriverne le proprietà
osservando come la sua gravità influenza il moto delle stelle che lo circondano.
Chimica
Il premio di quest'anno viene assegnato a due scienziate che hanno scoperto le
forbici molecolari per modificare il DNA. Stiamo parlando della biochimica
Jennifer Doudna, della Università della California di Berkeley, e della
microbiologa Emmanuelle Charpentier del Max Plank Institute di Berlino. Le due
ricercatrici hanno scoperto e sviluppato il metodo di editing del genoma
denominato Crispr/Cas9. Un metodo che secondo l'Accademia svedese è
rivoluzionario perché permette di modificare con estrema precisione il DNA di
piante, animali e microrganismi. Lo studio “ha avuto un impatto rilevantissimo
sulle scienze della vita, sta contribuendo a nuove terapie contro il cancro e
può realizzare il sogno di curare le malattie ereditarie”.
La scoperta avviene quando Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna si imbattono
in un nuovo tipo di molecole dette tracrRNA. Queste molecole fanno parte di un
complesso di dimensioni maggiori chiamato Crispr/Cas e permettono di riconoscere
particolari sequenze presenti nel DNA di un virus, di modificarlo e di
inattivare l'agente infettivo. Le applicazioni di questa scoperta sono
moltissime. Prima fra tutte la medicina: il meccanismo potrebbe essere usato
ogni volta che ci imbattiamo in una malattia legata alle mutazioni genetiche.
Per non parlare delle applicazioni in agricoltura.
Letteratura
“Per la sua inconfondibile voce poetica che con l'austera bellezza rende
universale l'esistenza individuale” vince il prestigioso riconoscimento la
poetessa Louise Gluck. 77 anni, nata a New York, ha origini ebraico-ungheresi.
Insegna letteratura inglese all'università di Yale. Nel 1993 vinse il premio
Pulitzer della poesia con la raccolta L'iris selvatico. Ha scritto 12 raccolte
di poesie e numerosi saggi di critica letteraria.
Tema ricorrente nelle sue opere è la mitologia greca, oltre all'infanzia e ai
rapporti familiari e quello con la natura. In uno dei suoi saggi affronta il
tema dell'anoressia, sua esperienza personale da giovane. Secondo Anders Olsson,
presidente del comitato che le ha assegnato il premio, “non negherebbe mai
l'importanza del contesto autobiografico nelle sue opere, ma non è una poetessa
confessionale”. Un'altra peculiarità della scrittrice è la capacità di non
identificare il soggetto della poesia in una specifica categoria.
Pace
Reiss Andersen, la presidente del comitato per il premio Nobel per la Pace,
quello assegnato dalla Norvegia, il 9 ottobre ha annunciato il vincitore. Il
World Food Programme (Wfp) dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) vede
riconosciuto il suo ruolo nel combattere la fame nel mondo. Il premio vuole
essere un appello alla comunità internazionale per finanziare adeguatamente
l'agenzia dell'Onu che si occupa di assistenza alimentare. È la più grande
organizzazione umanitaria al mondo con una media di 86 milioni di persone
assistite. Reiss Andersen durante la proclamazione ha annunciato che il comitato
ha voluto “rivolgere gli occhi del mondo ai milioni di persone che soffrono o
affrontano la minaccia della fame”, una condizione che “spesso viene usata come
arma di guerra”.
Economia
L'ultimo premio ad essere annunciato è quello per l'Economia. Quest'anno i
vincitori sono gli economisti Paul Milgrom e Robert Wilson per il loro impegno
nella teoria “delle aste e l'invenzione di nuovi formati di asta”. Il
riconoscimento in realtà non è un Nobel come gli altri ma un premio elargito
dalla Banca di Svezia per le scienze economiche in memoria di Alfred Nobel.
Secondo il comitato i due economisti, sviluppando nuovi modi d'asta, hanno
portato benefici non solo per i venditori e gli acquirenti ma anche per i
contribuenti. Stiamo parlando di sistemi di mettere all'asta da parte degli
stati beni particolari, come ad esempio le frequenze utilizzate nelle
telecomunicazioni.
Nota di redazione: le immagini sono tratte dal sito ufficiale del Premio Nobel