Un sommergibile nella guerra di secessione
americana
La prima azione di guerra
di un battello subacqueo
Si chiamava CSS Hunley e fu il primo ad affondare una nave ma fu travolto
dall’esplosione della mina che aveva fatto brillare
di Paolo Negrelli
Porto di Charleston, tramonto del 17 febbraio 1864
Uno strano battello a forma di sigaro si stacca dalla banchina del Breech Inlet
alla quale era ormeggiato e, aiutato dalla corrente di marea, sfila a fianco
dell’isola Sullivan e punta verso il mare aperto. Dopo alcuni tentativi falliti
nelle uscite precedenti, gli uomini a bordo sono convinti che questa notte
scriveranno la storia.
Fuori dall’imboccatura del porto, le navi unioniste del blocco navale si cullano
placide nel mare calmo, preparandosi per la notte.
Solo tre anni prima, Charleston aveva sentito i primi colpi della guerra di
secessione – guerra civile, come viene ricordata negli Stati Uniti, n.d.r. –
quando le batterie ribelli al comando del generale Beauregard aprirono il fuoco
contro la guarnigione di Forte Sumter, dando ufficialmente il via alle ostilità.
Nel 1864, con le forze confederate in ripiegamento su tutti i fronti, Charleston
era sottoposta a un duro blocco navale da parte della marina unionista.
Il tenente George Dixon, l’ufficiale al comando, diresse l’imbarcazione verso il
bersaglio, lo sloop-of-war USS Housatonic, una delle unità ancorate nelle acque
antistanti il porto.
Il piano era semplice. Applicare una carica esplosiva alla fiancata della nave
bersaglio, poi allontanarsi di circa 150 metri e farla detonare con un comando a
distanza.
La vera innovazione era come quella carica sarebbe giunta a destinazione. Lo
strano battello, infatti, era uno dei primi esemplari di sommergibili prodotti.
Uno spaccato dell'Hunley mostra la sistemazione dell'equipaggio e
l'azionamento dell'elica
Gli studi confederati circa un battello con capacità di immersione portarono
allo sviluppo e al varo del Pioneer nel febbraio del 1862, pochi mesi dopo il
suo concorrente unionista USS Alligator, varato alla fine del 1861.
Testato prima nelle acque del Mississippi e in seguito nel lago Pontchartrain,
il Pioneer fu affondato per evitarne la cattura da parte delle truppe unioniste
che stavano avanzando verso New Orleans.
L’esperienza maturata con il Pioneer fu la base per la progettazione dell’Hunley
– dal nome di uno dei progettisti, Horace Hunley, n.d.r. – il sommergibile
comandato da Dixon nel corso dell’azione del febbraio 1864.
Lungo circa 10 metri e mezzo, l’Hunley era sostanzialmente un cilindro – la
leggenda vuole che fu costruito partendo dalla caldaia di una locomotiva a
vapore – a cui furono aggiunti una prua e una poppa di ferro fuso.
Nonostante la sua rudimentale realizzazione, anticipava molti degli accorgimenti
tecnici che sarebbero comparsi sui sommergibili futuri.
Al suo interno trovavano posto 8 membri di equipaggio, sette dei quali
azionavano un albero a gomito che faceva girare l’elica posta a poppa. A piena
forza, il sommergibile poteva sviluppare una velocità di 4 nodi.
Inoltre, l’Hunley era dotato di due casse di zavorra azionate da pompe a mano,
che gli garantivano una pur minima capacità di immersione e di due timoni per la
regolazione della profondità. Due torrette, a prua e a poppa, garantivano
l’accesso al battello e la visibilità per la navigazione; un primitivo sistema
di ventilazione garantiva aria fresca all’equipaggio quando le torrette erano
completamente sommerse.
L'Hunley nella sua vasca di conservazione
Anche l’armamento era rudimentale. Sulla prua era posizionata un’asta di ferro
lunga circa 6 metri, alla cui estremità era agganciata la carica esplosiva da
applicare al bersaglio. Una volta posizionata la carica, il battello avrebbe
compiuto una marcia indietro, permettendo alla stessa di sfilarsi dal tubo e
filando il cavo di detonazione lungo circa 150 metri, che una volta teso avrebbe
innescato la carica a distanza di sicurezza.
In quella notte del 1864 il tenente Dixon guidò l’Hunley verso il suo bersaglio.
L’Housatonic fu colpito nella zona poppiera, presumibilmente all’altezza della
tenuta dell’albero dell’elica. Al momento dell’esplosione, il danno fu
gravissimo e l’unità unionista affondò nel giro di 5 minuti, causando la perdita
di 5 uomini dell’equipaggio.
L’Hunley subì la sorte della sua vittima. Atteso dagli uomini di guardia
all’imbocco del porto di Charleston, il sottomarino non fece mai ritorno. In un
primo momento, si ipotizzò che fosse stato speronato inavvertitamente dalla USS
Canandaigua, accorsa sul posto per prestare soccorso ai naufraghi, ma recenti
indagini sul relitto fanno pensare che lo stesso sommergibile sia rimasto
coinvolto nell’esplosione che ha distrutto la sua vittima.
L’unità è rimasta sul fondo dell’oceano per circa 130 anni, fino a quando un
team di ricerca dell’agenzia NUMA, fondata dall’ormai scomparso scrittore
statunitense Clive Cussler, non ne individuò il relitto durante delle ricerche
effettuate attorno alla posizione del relitto della Housatonic.
La lapide posta in omaggio dell'equipaggio al Magnolia Cemetery di Charleston
A seguito di un acceso dibattito, nel 2000 fu eseguito il recupero del relitto,
che al suo interno custodiva ancora le spoglie dei membri dell’equipaggio. Oggi,
l’Hunley riposa in una vasca di conservazione presso il Warren Lasch
Conservation Center di Charleston, dove è a disposizione degli studiosi.
Il 17 aprile del 2004, dopo il loro recupero dal relitto, i resti del tenente
George E. Dixon, Frank Collins, Joseph F. Ridgaway, James A. Wicks, Arnold
Becker, Johan Frederik Carlsen, C. Lumpkin e Augustus Miller sono state
seppellite con gli onori militari della Confederazione presso il Magnolia
Cemetery di Charleston.