Alcune idee per rimediare
all’inquinamento ambientale causato
da imballaggi e contenitori a perdere
di Bartolomeo Buscema
Chi legge con attenzione i dati che concernono l’inquinamento ambientale causato
della plastica, non può che preoccuparsi: nel mondo, ogni anno, finiscono in
mare, principalmente attraverso i fiumi, circa 8 milioni di tonnellate di
manufatti di plastica. E’ come se si versasse in mare un tir pieno di plastica
ogni minuto. Si calcola, ad esempio, che dieci tra i più grandi fiumi del mondo
(tra cui Yangtze, Xi e Huanpu in Cina, Gange in India, Oyono in Nigeria, Rio
delle Amazzoni in Brasile) trasporterebbero da
soli oltre il 90% di tutta la plastica che finisce in mare. Tali enormi
volumi di plastica in balìa delle correnti
marine hanno creato estese isole galleggianti tra cui la più famigerata e
più grande è quella chiamata "Pacific Trash Vortex". Composta prevalentemente da
plastica, metalli leggeri e residui organici in degradazione, è situata
nell'oceano Pacifico e si sposta seguendo la corrente oceanica del vortice
subtropicale del Nord Pacifico. Un’isola di plastica estesa quanto la penisola
iberica. Un’altra isola galleggiante, di superficie intorno ai 2,6 milioni di
chilometri quadrati, si trova al largo del Cile e il Perù. Nella parte Nord
dell’oceano Atlantico c’è un’altra isola estesa 4 milioni di kmq. E l’elenco
potrebbe ancora continuare. Non è difficile immaginare che tutti questi enorme
ammassi di plastica sono responsabili di gravissimi danni ai delicati equilibri
dell’ecosistema marino e all’uomo. Il meccanismo è il seguente: la plastica che
finisce in mare si spezzetta in parti sempre più piccole fino alla formazione
delle cosiddette microplastiche. Queste ultime sembrano essere le più insidiose
perché i pesci le scambiano per plancton ingoiandoli col rischio di entrare
prima nella catena alimentare degli organismi marini,
per poi giungere fino all’uomo con
conseguenze nocive sulle quali si sta ancora indagando. C’è anche il fenomeno
dei cetacei spiaggiati sui quali sono stati effettuati una serie di esami
virologici, parassitologici per capire le cause di morte. Anche se nel 65% delle
cause di morte è possibile avanzare l’origine infettiva, non è sicuramente
trascurabile l’effetto deleterio delle microplastiche e dei pezzi di plastica di
una certa dimensione. Non sono rari i casi ci cetacei che ingoiano sacchetti di
plastica scambiandoli per meduse. Un quadro sconcertante a cui si sta tendando
di porre rimedio attraverso iniziative sia sul piano legislativo, sia sul piano
tecnico. Ricordiamo che lo scorso anno il Parlamento europeo ha approvato in via
definitiva una nuova legge che vieta, entro il 2021, il commercio di articoli di
plastica monouso come piatti, posate, cannucce e bastoncini cotonati,
contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso e che fissa alcuni
obiettivi per i produttori: le bottiglie di plastica messe in commercio dovranno
contenere almeno il 25% di plastica riciclata entro il 2025 e il 30% entro il
2030. Sul piano tecnico scientifico si registrano alcune iniziative sia per
studiare enzimi capaci di alimentarsi e assimilare la comune plastica, sia per
costruire “bracci” galleggianti che posizionati lungo il corso dei fiumi in
grado di convogliare verso strutture a imbuto la plastica galleggiante per poi
essere raccolta e riciclata. Anche ciascuno di noi può fare qualcosa cominciando
a differenziare i rifiuti già nella propria abitazione, a preferire per le
proprie spese ambiti commerciali cosiddetti “plastic free” che vendono prodotti
riciclabili al posto di quelli usa-e-getta. E poi ci sono le iniziative virtuose
di alcune amministrazioni cittadin
.A Pechino, per esempio, consegnando 15 bottiglie di plastica, si ottiene un
biglietto gratuito per la metropolitana; a Istanbul chi deposita rifiuti di
plastica in appositi contenitori accumula punti per ricevere gratis cibo per
cani e gatti. Anche in Italia, che è il Paese che consuma la quantità maggiore
di acqua in bottiglia in Europa, per un
totale di circa 196 litri per abitante, si cominciano, sulla scia di quello che
succede in Germania già da qualche anno, a vedere nei pressi dei supermercati
macchinette di raccolta differenziata incentivata presso i quali si possono
conferire un certo numero di bottiglie
di plastica e avere in cambio un buono utilizzabile per la spesa nello
stesso punto vendita.