Nilde Iotti a venti anni dalla scomparsa
di Magali Prunai
Venti anni fa, il 4 dicembre 1999, moriva una delle più grandi donne, forse la
più grande, della politica italiana.
Nilde Iotti, classe 1920, nasce a Reggio nell’Emilia, di formazione cattolica e
antifascista, prese parte attivamente alla Resistenza come staffetta. Dopo la
guerra venne eletta come membro dell’Assemblea Costituente e fece parte del
gruppo che scrisse effettivamente la nostra Costituzione.
Per molti anni, nonostante il suo impegno politico fra le fila del PCI (partito
comunista italiano) e la sua attenzione a
politiche
di assistenza alle donne, venne considerata solo come la “compagna” di Palmiro
Togliatti (foto a sinistra). Ostracizzata dal partito, che seppur di ispirazione
socialista e comunista, era pur sempre composto dall’italiano medio, mediocre e
bigotto, dell’epoca, si prodigò perché la figura femminile in Italia non fosse
solo quella dell’angelo del focolare, dedita solo alla casa e alla famiglia.
Lottò perché le donne avessero un ruolo attivo nella vita della Repubblica, equi
diritti, pari riconoscimenti, perché la donna potesse finalmente decidere per sé
e non per lei un padre o un marito, considerandola alla stregua di un oggetto.
Nilde Iotti era in prima linea quando si iniziò a parlare di legge sul divorzio
e aborto, facendosi bandiera e portavoce delle necessità di una società
femminile che iniziava a prendere coscienza di sé.
L’apice della sua carriera lo raggiunse nel 1979 quando venne eletta presidente
della Camera dei Deputati. Era la prima volta nella storia della Repubblica che
una donna venisse chiamata a ricoprire una delle cariche più importanti dello
Stato. Venne rieletta per altre due volte consecutive, ricoprendo così tale
incarico fino al 1992.
Nel 1999, a causa delle sue condizioni di salute, lasciò qualsiasi incarico
pubblico. Morì il 4 dicembre di quello stesso anno.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (foto a destra), suo vecchio
amico e compagno di partito, la ricordò nel 2006 nel
suo discorso alle Camere durante il suo giuramento, facendo leva soprattutto
sulla forza delle donne ancora troppo poco sfruttata e poco impiegata nella
società.
Le lotte politiche che questa carismatica figura affrontò nel corso della sua
vita, le lotte contro le quali dovette combattere ogni giorno della sua vita
privata la rendono un simbolo e un esempio al quale ognuno di noi, uomo o donna
che sia, dovrebbe ispirarsi ogni momento della propria vita.
Dobbiamo principalmente a lei l’esistenza di alcuni diritti che ci sembrano così
scontati da dimenticarsi come sono stati ottenuti, con quali lotte nelle piazze
e nelle case. Così ovvii e scontati che spesso c’è chi li mette in discussione
non considerandoli poi così fondamentali.
Di recente la Rai ha deciso di ricordare questa figura così importante e
ultimamente un po’ troppo dimenticata dalle nuove generazioni di politici e non
solo.
A 20 anni dalla sua morte la televisione di Stato, e spero non solo lei, rende il giusto e, forse tradivo, omaggio a una di quelle persone che hanno contribuito a rendere grande il nostro piccolo paese.