Nell’edizione del dicembre 2012 de il Galileo pubblicammo questa testimonianza del collega Lionello Bianchi, (scomparso alcuni anni fa) che fu tra i primi ad accorrere sul posto

(https://www.il-galileo.eu/n12/la_strage_di_piazza_fontana.html)

 

La strage di Piazza Fontana

 

12 dicembre 1969 – 12 dicembre 2012: da 43 anni 17 morti e 88 feriti attendono giustizia

 

Il tragico avvenimento nel ricordo di un cronista milanese che al momento dell’attentato si trovava nella sala stampa di Via Santa Maria Segreta e fu tra i primi ad accorrere

 

Di Lionello Bianchi

 

Il salone della banca dopo l'esplosione. Sotto quel telo bianco c'è un cadavere

 

Un grande boato fece scuotere i vetri e le pareti. Noi cronisti che eravamo in sala stampa corrispondenti sussultammo, abbandonammo i nostri posti e corremmo fuori in strada, in via Santa Maria segreta non lontana da Piazza Fontana.

Da cronisti non potemmo fare altro che correre verso piazza Duomo da dove era giunto il boato, a quel punto dovemmo fermarci, proprio dietro al Duomo c'era una discreta folla, ma soprattutto auto di polizia e carabinieri, e poi ambulanze. Ci riferirono quel  che era accaduto.

Al rientro in sala stampa, tutti i telefoni squillavano, erano i giornali di tutta Italia che ci chiamavano per sentire da noi ragguagli, ulteriori notizie: avevano ricevuto flashes di agenzia che parlavano di una bomba esplosa all'interno di una banca. Spiegammo a voce quel che avevamo raccolto, dall'altro capo del filo ci dissero di imbastire un pezzo.

Con gli appunti improvvisammo a braccio, come si dice nel gergo. Da cronista sportivo quale ero mi trasformai in cronista di nera. Un giorno, una serata convulsa, quasi drammatica con corse ripetute in Piazza Fontana a raccogliere sempre nuove informazioni sul posto, sentire i testimoni quelli che erano più vicini al luogo della strage, a contare i feriti, le vittime...Seguirono giorni frenetici a caccia di novità, lunghe attese alla questura di via Fatebenefratelli.

Il giorno dei funerali delle vittime nel Duomo di Milano. La piazza era gremita all'inverosimile. Un testimone ha ricordato il silenzio glaciale che accompagnò la cerimonia

 

Le indagini si indirizzarono sugli anarchici: seguendo le indicazioni fornite da un taxista puntarono su Valpreda che fu preso e incarcerato innocente. Venne fermato e portato in questura anche un altro anarchico, Pinelli: dopo uno stressante interrogatorio condotto dal commissario Calabresi, il povero anarchico (altro innocente) volò da una finestra del quarto piano.

L'inchiesta della procura si spostò su altri ambienti, in particolare su ambienti di destra. I processi si celebrarono ma senza arrivare a trovare i colpevoli, alla fine si dissolsero, senza scoprire che i registi della strage erano stati alcuni elementi legati ai servizi deviati.

.

Quella di Piazza Fontana fu la prima strage rimasta impunita. Nel volgere di pochi anni ne seguirono altre di colore nero e rosso. Anni travagliati, quelli  del terrorismo, in cui  ci trovammo coinvolti da cronisti, che proprio in quel periodo sostenemmo l'esame di stato per l'iscrizione nell'ordine come giornalisti professionisti. 

Il Galileo