Il business della “Via Lattea”
Il cielo buio di Saint-Barthélemy
favorisce l’osservazione delle stelle
di Pia Bassi
Valle d’Aosta, Saint-Barthélemy. Il
28esimo star party ha avuto grande successo nonostante i lavori in corso per
migliorare il luogo ed accogliere più astrofili ed il rinnovamento del
planetario, con annesso Centro Studi e scuola laboratorio didattica per
principianti e ricercatori, laboratori di biologia, robotica e spettroscopia.
Un grande investimento di circa 3.5 milioni per concretizzare lo “Stellarium Park” dell’Unesco, l’Agenzia per la cultura delle Nazioni Unite, che ha certificato ed accettato il cielo buio di Saint-Barthélemy, atto per accogliere il progetto. Il finanziamento europeo è condiviso con il sito in alta Provenza – Pays de Banon Saint Michel, dove è installato un super telescopio dal 1998. “Si realizza così l’obiettivo del progetto Exo/Eco, finanziato con i fondi europei” ha dichiarato Jean-Marc Christille, direttore della fondazione Clément Fillietroz che gestisce l’osservatorio e il planetario di Lignan. Il buio è assicurato dalle montagne che circondano l’altopiano che fanno da schermo alle luci di Aosta, Torino e Milano. Eppure, dicono gli astrofili che frequentano il luogo da anni, in precedenza il cielo era più buio.
L'osservatorio
Il sindaco di Nus, Camillo Rosset, che ordina lo spegnimento della illuminazione
pubblica durante lo star party anche nei villaggi vicini, dice che verrà
studiato un nuovo tipo di illuminazione che non proietti la luce in alto. Anche
i privati dovranno adeguarsi alle nuove normative che tutelano la Via Lattea
che, come documentato dalle foto scattate dagli astronauti della ISS, sarà
sempre meno visibile dalla Terra se si continua con questi sistemi di
illuminazione. Una certificazione Unesco per ora è stata data a tre luoghi: in
Portogallo, Francia e Austria. Questo investimento di sviluppo è non solo
scientifico, anche economico e si spera di attirare giovani coppie per non
lasciare nell’abbandono le valli, si spera che seguano l’esempio di due
ricercatori milanesi dell’IFN , Andrea Bernagozzi e Paolo Calcidese, la cui
ultima opera è “MOON” la grande avventura, edizioni del Capricorno,
dove documenta i crateri dove sono planati i vari programmi Apollo,
fotografie perfette riprese grazie anche con uno dei sette telescopi Cassegrain
della Terrazza Didattica dell’Osservatorio di Saint-Barthelemy.
Tornando alle due serate dello Star Party 27-28 settembre, senza Luna,
sono state molto proficue in quanto la Via Lattea ne è stata la vera
protagonista. Molti gli astrofili con i loro telescopi, tutte persone
disponibili a mostrare l’Universo a richiesta anche di chi non aveva
strumentazione. Con il mio binocolo 20x80 Konus, perlustravo il cielo e poi mi
recavo da un collega che aveva già messo a fuoco un oggetto, come Monica che mi
ha mostrato la galassia Andromeda , M31, M82 nell’Orsa Maggiore. Poi sento che
qualcuno ha puntato Urano, appare un punto di un azzurro brillante che arriva a
te da milioni di chilometri.
Il telescopio più osservato è stato quello del maestro Franco Bertucci, un
gigante di 76 cm, che ti mostra galassie Messier lontanissime, a disco piatto,
con bracci a spirale che contengono giovani stelle, le stelle vecchie di
Popolazione II si trovano nel nucleo e, soprattutto, nell’alone, nella parte più
esterna. Le spirali sono ricche di materiale interstellare e di gas. Poi
galassie ellittiche, lenticolari, irregolari, interagenti. Bertucci snocciola i
numeri NG…, chi si arrampica sull’alta scaletta le può osservare per pochi
secondi perché la coda degli osservatori è lunga. Verso l’una di notte appaiono
le Pleiadi, una bella visione azzurra che si alza lentamente e più tardi verso
le tre la grande nebulosa Orione, il Cacciatore Celeste, che domina il cielo
invernale con le luminose M42 e M43, visibili anche a occhio nudo e la nebulosa
oscura Testa di Cavallo non visibile a occhio nudo. Albireo la stella doppia dai
due colori in Cigno è già tramontata.
La notte vola e l’alba caccia le celestiali visioni. Alle 5 è ora di
andare a dormire.