Una riflessione personale fra deismo e agnosticismo
La Creazione di Adamo è un affresco (280x570
cm) di Michelangelo
Buonarroti,
databile al 1511 circa
e facente parte della decorazione della volta
della Cappella Sistina,
nei Musei
Vaticani a Roma,
commissionata da Papa
Giulio II.
Si tratta dell'episodio più celebre della Sistina e una delle icone più note e
celebrate dell'arte universale, oggetto di innumerevoli citazioni, omaggi e
parodie.
di Pietro F. Bayeli
E’ questo il titolo che ho ripreso da una breve confessione resa pubblica
nel 2016 dallo scrittore scozzese di romanzi thriller,
Ken Follett*, nato a Cardiff nel 1949.
Proveniente da una famiglia Puritana
di strettissima osservanza, Plymouth Brethren (Fratelli di Plymouth), di
cui sente il giogo sia nella autorità dei genitori, che nella oppressione degli
anziani, inizia a ribellarsi intorno ai 16 anni per poi completare la propria
maturata indipendenza religiosa
all’Università di Londra, Facoltà
di Filosofia. Qui, esaminando le varie convinzioni religiose sulla base di
criteri logici, abbraccia un Ateismo razionale, logico, illuministico.
Non mi trovo nello stesso rapporto Deistico di Follett in quanto la mia
conformazione mentale, desunta da anni di vita universitaria, di razionalistiche
ricerche, di critica scientifica, di insegnamento, mi ha posto nell’incertezza
di una reale esistenza di Dio. In assenza di prove in positivo o in
negativo, sento il dovere di assumere una posizione Agnostica: non so se Dio
c’é. Non nego la possibilità di una Sua immanente presenza, ma ne nego la
dimostrabilità e quindi la Sua conoscenza. Non assumo, tuttavia, la ferma
posizione di Follett di una assoluta mancanza della Divinità: Ateismo, senza
Dio. Non so se Dio ha creato l’Uomo, ma sicuramente l’Uomo ha creato Dio per un
intimo, profondo bisogno di spiritualità, per un sentimento di pace, di
completezza, di consolazione, di benessere dello spirito, tutte cose che la
realtà della vita che ci circonda non è in grado di offrire.
La caducità della vita, la relatività dei valori, il continuo fluttuare dei
sentimenti e dei pensieri creano un tale senso di insicurezza, di transitorietà
che possono essere compensate solo con la suggestione di un mondo metafisico,
trascendentale, dove tutto è costante, meraviglioso e
perfetto. E’ una traslazione dalla realtà all’immaginifico in cui l’animo
umano si rifugia, quasi una alcova di serenità e di pace. In questa e da questa
trascendenza, da questa umana utopia, proviene il sentimento di carità, di
bontà, di benessere di cui l’Uomo ha bisogno, incapace com’è di trovarli nella
realtà dei propri simili, del
proprio ambiente. E’ da questa metafisica-trascendenza che deriva tutta la
costruzione mentale dell’Uomo, da qui trae origine un pensiero filosofico, una
costruzione religiosa, una ricerca di molte religioni,
una o più teologie.
L’Uomo quindi vive in due mondi diversi ma uniti, l’uno reale, l’altro
trascendentale, l’uno fatto di logica di razionalità, di concretezza, l’altro di
speranza, di fede, di carità (le Tre Virtù Teologali).
La razionalità ci è necessaria per comprendere noi stessi,
l’ambiente che ci circonda, per migliorarci tecnologicamente la vita; la
spiritualità ci è necessaria per la metafisica di una umana perfezione, per la
trascendenza di una fede divina. Mentre nel primo caso la sperimentazione, la
dimostrazione, la conoscenza sono fondamentali, nel secondo caso solo una fede,
solo un sentimento possono giustificare una convinzione dello
spirito. Ragione e
Sentimento le due componenti fondamentali della mente e dell’anima dell’Uomo.
Contro la
disuguaglianza tra Agnosticismo e Ateismo, ritrovo invece con Follett
piena concordanza quando esalta la bellezza, l’imponenza, la maestosità delle
Cattedrali Europee del Medioevo.
Queste sono la concreta realizzazione delle aspirazioni
metafisiche, trascendentali
dell’Uomo. Quelle guglie acute, quegli archi gotici sono una esaltazione,
una sublimazione celeste della spiritualità dell’uomo. Un tentativo di
sollevarsi al cielo. Se a questo aggiungiamo la solennità degli interni, la
selva immobile delle colonne, la
ritualità e la liturgia, la gestualità degli officianti, l’esaltazione dei
sentimenti e dell’estasi si sublimano. I Canti,
i Canti Gregoriani in particolare,
completano l’incanto.
Ecco la mia trascendenza, la mia pace spirituale, il mio senso di compiuto
benessere. Non so se Dio esiste, ma gioisco e credo in quello che gli Uomini
fanno in onore di Lui, elevato a
simbolo del Bene.
*Voce Bibliografica:
Ken Follett: Bad Faith, Cattiva
fede. Edizioni Dehoniane Bologna. EDB,2017.