Educazione e bellezza

solo un ricordo del passato?

 

di Mario Talli

 

Firenze: via prima Tornabuoni del 1857, con la loggetta del Cigoli ancora a ridosso di Palazzo Strozzi

 

Aiuto, sono sparite l'educazione e la bellezza. Questa affermazione assertiva, quasi un appello a fare qualcosa per porvi rimedio,  l'ho ascoltata mentre viaggiavo in autobus. A pronunciarla era stato un uomo piuttosto in là con gli anni, rivolto al suo interlocutore, assai più giovane. Non so perché quanto ho udito mi ha fatto piacere, mentre sarebbe stato più comprensibile un sentimento opposto. Probabilmente mi ha fatto piacere il constatare che non ero solo io a dolermi per la progressiva decadenza del gusto e delle buone maniere. Per la verità un altro segnale di allarme lo avevo percepito dalla lettura di un articolo di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera, il suo giornale. Galli della Loggia deve essere un tipo piuttosto fumantino. Di lui ho un ricordo di tanti anni fa, quando entrambi eravamo giovanissimi. Io allora lavoravo a Roma, alla redazione centrale di Paese Sera. Un giorno egli innescò una discussione assai animata. L'episodio l'ha raccontato un altro collega a me caro che ora non c'è più. “...Da poco era arrivata al giornale un'altra ragazza, Fiamma Nierenstein. Qualche volta, la sera, l'aspettava in silenzio, seduto in un angolo dello stanzone degli Interni, un giovanottino con una barbetta alla Cesare Battisti. Aveva uno sguardo attento e un'aria professorale. Nell'ora della chiusura frenetica del giornale nessuno gli badava più di tanto, anche perché eravamo abituati ad avere ospiti più o meno conosciuti. Una sera il giovanottino si intromise in una discussione e tirò fuori un veleno micidiale contro l'Urss. Alcuni colleghi riuscirono a stento a calmarlo. Passata la buriana e allentatosi il lavoro, gli chiedemmo chi fosse e lui perentorio ci rispose: Ernesto Galli della Loggia.”

     Tornando al discorso iniziale, Galli della Loggia nel suo articolo denunciava con forza e senza giri di parole che quasi senza che ne accorgessimo l'Italia stava via via diventando “disarticolata e invertebrata” e del tutto “priva di qualunque centro di ispirazione ideale”. La vigorosa recriminazione aveva un carattere generale, cioè investiva vari aspetti della nostra società, anche se il bersaglio principale erano le forze politiche attualmente al governo del Paese, accusate in pratica di favorire la corsa verso l'irresponsabilità. “Ormai si parla a vanvera di qualsiasi argomento, non ci sono più esperti di nulla, se non di cucina”, annota ad un certo punto Galli della Loggia, il quale poi lamenta che “siamo senza guida e ognuno dice e crede ciò che vuole, illudendosi di non pagare mai pegno.”

    Limitandoci ai temi dell'educazione e della bellezza (altrimenti il discorso ci porterebbe troppo lontano), mi pare non possano esserci dubbi sull'involuzione in atto. Io vivo a Firenze, città dove la bellezza è di casa, eppure anche qui si avverte , nei comportamenti generali, una minore attenzione verso il patrimonio inestimabile  che i secoli passati ma anche gli anni più recenti ci hanno trasmesso. A tutto questo si  aggiungono – in un modo probabilmente ancora più incisivo – le modificazioni dovute in massima parte al processo di globalizzazione che  ha segnato la fine di attività  e insediamenti caratteristici e di pregio, a tal punto che anche alcune delle più note vie  cittadine hanno perso in parte la loro antica fisionomia di gusto ed eleganza. A questo riguardo è d'obbligo tuttavia registrare una notizia in controtendenza e cioè la “blindatura”, ad opera dell'Amministrazione comunale, di alcuni negozi “storici”, arredi compresi, che d'ora in avanti non potranno cambiare immagine e natura. Nell'elenco figurano locali famosi come “Le Giubbe rosse”, “Vivoli”, “Rivoire” di Piazza Signoria, ristoranti e trattorie come “Il Latini”,  “Il Coco Lezzone” e “Il Troia”, le gallerie e i negozi d'arte di via dei Fossi e dell'Oltrarno, i grandi alberghi meta di clienti danarosi provenienti da tutto il mondo, le antiche farmacie, inclusa l'antica farmacia officinale di Santa Maria Novella in via della Scala, ecc.

    In controtendenza, è di questi giorni la notizia che l'attuale amministrazione comunale di Pisa vorrebbe riportare i banchi e altre attività merceologiche in un  luogo di eccezionale ed emozionante suggestione quale è Piazza dei Miracoli.

Il negozio di Cannes dell'Officina profumofarmaceutica di Santa Maria Novella

 

       L'elenco degli insulti alla bellezza e all'educazione sarebbe molto lungo e comprensivo di tutti gli ambiti del nostro vivere quotidiano. Ci limiteremo ad aggiungere una notazione relativa alla TV pubblica. (Di quelle private, in particolare, delle televisioni dell'impero berlusconiano e perfino superfluo parlare). Finora le tre reti televisive della Rai, più le altre che si sono aggiunte negli ultimissimi anni, fornivano un prodotto qualitativamente apprezzabile, con punte di assoluta eccellenza. Da un po' di tempo a questa parte ho l'impressione che Rai 1 e Rai 2 abbiano invertito la marcia. A parte un incremento esorbitante degli spazi pubblicitari propriamente detti e della pubblicità occulta, le trasmissioni di intrattenimento (non tutte, ma quasi) mi paiono involgarite, rasentando talvolta il cattivo gusto. Il punto più basso, a mio modesto parere, è stato toccato con la lunghissima – un mesetto o giù di lì – vigilia del Festival della canzone di San Remo, la cui promozione è stata propinata ad ogni ora del giorno e della notte con un'insistenza invasiva senza precedenti.       

Il Galileo