Il nuovo volto della Pinacoteca di Brera

Riallestimento a cura di James M. Bradburne

 

di Giuditta Bricchi

 

Il progetto di trasformazione di Brera è quasi arrivato a conclusione. Manca solo l’apertura al pubblico di Palazzo Citterio, destinato alle collezioni di arte moderna.

Come illustra James M. Bradburne, Direttore Generale della Pinacoteca  e della Biblioteca Braidense (foto a sinistra),  nel gennaio 2016, dopo cento giorni di attente consultazioni con il personale interno, con i visitatori e i cittadini di Milano, in collaborazione con i direttori di tutte le altre istituzioni ospitate dal Palazzo di Brera (Accademia, Osservatorio, Orto Botanico, Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere)  si è dato il via ad un ambizioso progetto di riportare Brera nel cuore della città e dei cittadini, ponendo  il visitatore al centro dell’esperienza della visita.

 

Le scelte innovative

“La strategia del  progetto – sottolinea Badburne - prevedeva la riqualificazione del palazzo di Brera, un nuovo programma di eventi e attività di rilievo internazionale e il riallestimento di tutti gli spazi espositivi del museo. Strategia che ha volutamente escluso dal programma mostre temporanee, per attrarre visitatori a breve termine, focalizzandosi invece sulla collezione permanente, sulla sua conservazione e sulla sua accessibilità a pubblici diversi. La visione di Brera promossa dal direttore James Bradburne va  nella stessa direzione immaginata anche dai grandi direttori del passato, Ettore Modigliani, Fernanda Wittgens e Franco  Russoli, con la  creazione di un museo “vivo”, dinamico, che si espande con le sue collezioni e  con una serie di servizi che comprendano depositi, laboratori, uffici, archivi, attività didattiche, ristoro per visitatori. In tre anni sono state  riallestite  tutte le 38 sale, dando un nuovo assetto all’ingresso, all’accoglienza e ai servizi essenziali, dal guardaroba all’informazione, dal  bookshop al caffè.

 

  A occhi aperti :  i “dialoghi”

L'orologio di Brera

 

Per valorizzare la collezione permanente  ( https://pinacotecabrera.org/ ) e dare l’opportunità di vedere con occhi diversi i capolavori  (come recita il  logo “A occhi aperti” della Pinacoteca), si sono introdotti i “dialoghi”. Si sono cioè  temporaneamente inserite nel percorso espositivo del museo, per determinate occasioni, opere ospiti. Nel 2016 con il riallestimento delle le prime tre sale è stato promosso il primo dialogo, con un incontro tra Lo sposalizio della Vergine di Raffaello, capolavoro della Pinacoteca, e la stessa opera eseguita dal suo maestro, Perugino, conservata in un museo francese. Poi si sono avvicendati altri due dialoghi, uno che ha visto protagonista il Cristo morto di Mantegna e l’altro la celebre Cena in Emmaus di Caravaggio.  Altri due dialoghi hanno promosso il riallestimento dei ritratti veneziani cinquecenteschi (“Attorno a Lorenzo Lotto”) e della collezione di arte settecentesca del museo  che mette in luce la figura di Pompeo Batoni. A Camillo Boccaccino è stato dedicato il Sesto dialogo e ai ritratti femminili di Ingres ed Hayez il Settimo dialogo.

 

La porta delle meraviglie

Porta Gregoretti

L’ingresso principale alla pinacoteca, al centro dello scalone d’onore, chiuso da 113 anni, è stato riaperto per realizzare la nuova accoglienza (biglietteria, punto informazioni, guardaroba, vigilanza). Questa  porta, secondo il progetto dell’architetto Giuseppe Piermarini (1780), costituiva l’accesso alla Sala Maria Teresa della Biblioteca Nazionale Braidense. Si deve all’architetto Vittorio Gregotti l’idea di utilizzare questa porta come ingresso principale della Pinacoteca. Varcato il nuovo ingresso appare, attraverso un infisso trasparente, la visone  straordinaria della Sala Maria Teresa della Biblioteca. Anche il celebre Orologio di Brera, storica istituzione milanese che sormonta il nuovo ingresso, è stato restaurato  e  torna a battere l’ora con il suono delle sue campane.

 

Le sale: didascalie, luce e colori

Nel riallestire le 38 sale della Pinacoteca   si è seguita la logica di rendere  i percorsi più comprensibili ai visitatori. “Dal punto di vista museologico, sottolinea Bradburne, abbiamo puntato molto sulle nuove didascalie, più grandi e leggibili, aggiungendo le didascalie per famiglie, che aiutano i genitori a spiegare l’arte ai più piccoli e le didascalie d’autore, per dare una diversa prospettiva alle stesse opere e arricchire l’esperienza nel museo.” Il riallestimento ha interessato anche aspetti illuminotecnici, con l’inserimento di nuovi corpi illuminanti e, soprattutto, ha introdotto nuovi colori che hanno valorizzato le sale espositive e la collezione.

 

Brera: il cortile

Laboratorio trasparente: i restauri

Grazie alla struttura trasparente posta al centro del percorso espositivo, i visitatori possono seguire direttamente ogni fase degli interventi di restauro. In occasione dei nuovi allestimenti del museo e dei “dialoghi”, sono stati curati tutti gli aspetti conservativi, realizzando interventi migliorativi delle condizioni espositive, quali l’applicazione di pannelli protettivi, vetri museali o teche climatizzate. Nel laboratorio si è svolta, non solo sulle opere in restauro, anche un’intensa attività di ricerca e di diagnostica. Nel corso di questi tre anni è stato eseguito il restauro della grande tavola di Gaudenzio Ferrari, Il martirio di Santa Caterina.  Il Cristo alla colonna, capolavoro di Donato Bramante, è stato restaurato e disposto in una speciale teca protettiva, studiata per stabilizzare i valori termoigrometrici. In occasione del nuovo allestimento delle sale dedicate all’Ottocento e del Settimo dialogo sono stati realizzati vari interventi conservativi, in particolare su due fra le più importanti tele di Francesco Hayez: l’Autoritratto e il Ritratto di Alessandro Manzoni.

 

Bottega Brera e Caffè Fernanda

Il caffè Fernanda

Con la Bottega Brera e il Caffè Fernanda  si afferma una nuova filosofia, che sovverte la visione  tradizionale di bookshop e  caffetterie  come “servizi aggiuntivi”. La Bottega non è più semplicemente uno spazio commerciale, ma è parte integrante  del museo. Lo spazio preesistente  è stato trasformato in una vetrina  dell’identità delle sette istituzioni di Brera, con la vendita di oggetti di design prodotti in edizione limitata e di opere degli studenti dell’Accademia di Belle Arti.  Il Caffè Fernanda,  intitolato  a Fernanda Wittgens, che fece risorgere il museo nel dopoguerra, fa parte dell’identità della Pinacoteca, ospitando,  oltre a un  suo busto,  diverse opere d'arte della collezione di Brera.  “L’ abbiamo dedicato ad una grande donna -  puntualizza  Bradburne -  la prima ad essere direttrice di un museo statale, la prima a organizzare sfilate di moda a Brera. Questo luogo è espressione dei suoi valori di civiltà e umanità”. Il menu della caffetteria,  include piatti scelti appositamente per il loro legame con la collezione della Pinacoteca, di cui l’esempio più semplice è, naturalmente, il “Carpaccio”. I prodotti “bio” proposti sono coltivati  nell’orto della Pinacoteca di Brera nel Parco Agricolo Milano Sud.

 

Brera Musica

 “Brera Musica” è un nuovo progetto innovativo e vitale, con la direzione artistica di Clive Britton, per esplorare, approfondire e sviluppare le relazioni esistenti tra Arte visiva e Musica. Il più importante documento rappresentativo della convergenza fra le due forme d’arte  nacque proprio intorno a Brera, quando Franz Liszt,  dopo aver visto lo Sposalizio della Vergine di Raffaello,  nel 1838 compose “Il secondo Anno di Pellegrinaggio”. Molti musei e gallerie nel mondo offrono importanti serie di concerti, ma  “Brera Musica” va un passo oltre, poichè il progetto musicale è parte integrante dello sviluppo della visione accademica, intellettuale e artistica delle opere della Pinacoteca.

Il Galileo