“WUNDERKAMMER”,

LA STANZA DELLE MERAVIGLIE,

PRIMA DEI MUSEI

 

di Pia Bassi

 

         Prima dei grandi musei frutto dell’Illuminismo e quelli interattivi di ultima generazione, nel Cinquecento nascono le “Wunderkammer”, le stanze della meraviglia, perché “meraviglia” dovevano suscitare per l’appunto.

Una raccolta di opere della natura e dell’uomo, oggetti meravigliosi e strani che, immagazzinati in camere stupende già affollate di tanti e vari oggetti, almeno dal punto di vista del collezionista, dovevano suscitare “meraviglia”, un piacere ma anche uno status symbol da mostrare all’ospite e magari rivenderlo e trarne profitto per investire in un altro pezzo. E i punti di vista sono molto personali ed anche se una cosa è mostruosa ai più, per pochi può essere meravigliosa.

         I musei interattivi sono affascinanti, ci perde delle ore a toccarli, guardarli, annusarli, ascoltarli perché tutti i sensi vengono sollecitati per usufruire al meglio dell’oggetto ed a goderne la scoperta e la sua storia. Mi ricordo di uno dei primi touchscreen esposti al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano: lunga fila per toccare la meraviglia.

         Ma allora le WUNDERKAMMER non esistono più? Sono diventati pezzi da museo? Ci sono ancora ed i proprietari le conservano con gelosia, sono veri collezionisti che vicino ai pregiati pezzi antichi espongono tute spaziali (provenienti dalla Russia), gli oggetti del cinema americano vanno per la maggiore come le tute di Spider Man, magari esposte vicino alla tuta spaziale e alla mummia egiziana. “E’ importante che gli oggetti dialoghino” – dice Luca Cableri – gallerista collezionista di Arezzo. Luca Cableri, con Magnitudo Film ha presentato a Milano al cinema Anteo un affascinante curioso documentario di 86 minuti che racconta la vita di queste “stanze” ancora esistenti e vitali, site in castelli, antiche magioni, che gli eredi si tramandano per generazioni e dove ogni singolo oggetto (non polveroso) racconta di sé e dei suoi paesi d’origine, magari dell’altra parte del globo rispetto all’occidente. Sono insiemi di reperti animali, vegetali, minerali imbalsamati o sotto teche ed è in questo periodo che la fantasia si sprigiona nel creare “chimere” animali inesistenti spacciati per veri, pur di fare vedere che si possiede una “meraviglia”. Attirano curiosità draghi ed unicorni. I Medici fiorentini erano grandi collezionisti e le loro collezioni arricchiscono e sono la base di molti musei di Firenze, dall’antropologia alle meteoriti, alla pittura.

“Le prime Kunst e Wunderkammer – dice Cableri – sono quelle di Ferdinando II d’Asburgo nel Castello di Ambras a Innsbruck e Rodolfo di Praga. A partire dalla fine del Cinquecento anche studiosi, viaggiatori e naturalisti, collezionisti di strumenti scientifici, aprono a pochi visitatori le loro stanze straordinarie. La scoperta dell’America dimostra come le conoscenze classiche non bastino a comprendere il mondo: da una parte interi nuclei di oggetti confluiscono letteralmente nelle grandi raccolte museali d’Europa, dall’altra persiste un’isolata forma di collezionismo tradizionale. Quando nel ‘700 le stanze si aprono, si può parlare di Wunderkammer come un’antenata del museo”.

Ogni Wunderkammer riflette una personalità precisa e ciò è ben percepibile nel film di Magnitudo che ci fa gustare inaccessibili collezioni private fra Italia, Francia e Inghilterra: la casa fiorentina del fotografo d’arte Massimo Listri, Il Theatrum Mundi di Luca Cableri ad Arezzo, il negozio di Victor Wynd a Londra, il Castello in Champ de Bataille di Jacques Garcia.

Magnitudo Film è la casa di produzione cinematografica milanese fondata nel 2011 da Francesco Invernizzi e Aline Bardella, che ha ridefinito lo standard della divulgazione culturale in Italia e nel mondo attraverso i film d’arte.

I prossimi titoli di “L’arte nel cinema” di Magnitudo con Chili saranno: Canova (al cinema il 18, 19 e 20 marzo) e Palladio (al cinema il 20, 21 e 22 maggio).

Il Galileo