I tumori della sfera uro-genitale maschile
L’invecchiamento della popolazione pone una serie di nuovo problemi sanitari: ma
si organizzano per l'uomo adeguate campagne di sensibilizzazione e informazione
nei confronti delle malattie che interessano il suo apparato uro-genitale, così
come da anni si sta facendo per la donna?
di Luisa Monini
L'aspettativa di vita sta aumentando in tutto il mondo e l'invecchiamento della
popolazione è diventato terreno di
studio
e ricerca per economisti, politici e scienziati che si trovano a dover
affrontare nuove soluzioni per arginare i costi sociali, sanitari ed economici
di vecchie e nuove malattie.
Se 20 anni or sono le persone al mondo con più di 65 anni erano circa 330
milioni, nel 2040 saranno più di un miliardo su una popolazione mondiale di
oltre 9 miliardi di persone. Attualmente il 3% della popolazione europea ha
circa 80 anni. Tra i Paesi dell'Unione Europea, l'Italia viene subito dopo la
Germania, con gli over 65 che rappresentano il 20,7% del totale dei residenti.
Questo è quanto emerge dal quinto Report annuale di ricerca "Essere Anziani
oggi", dedicato ai rapporti che intercorrono tra la generazione "matura" e le
altre generazioni, sul piano economico, psicologico e culturale. Lo stesso
rapporto ci informa che nel 2050 gli over 65 raggiungeranno il 35% degli
abitanti di cui 7-8 milioni avranno più di 80 anni e 2 milioni più di 90 e che
gli ultracentenari previsti saranno180.000. Da questi dati si evince che tutti,
uomini e donne, dobbiamo realmente organizzarci per affrontare al meglio questo
viaggio che si presenta più lungo del previsto e non privo di imprevisti e
difficoltà di percorso. I riflettori della scienza medica nell'ultimo ventennio,
per varie ragioni, si sono accesi soprattutto per illuminare i bisogni
dell'altra metà del cielo, quella rosa; ma anche l'uomo merita la giusta
visibilità e tutte le attenzioni del caso perché, paradossalmente, dopo una
certa età è più vulnerabile della sua compagna da un punto di vista biologico.
E' stato provato, in specie diverse, che se tutti gli individui di sesso
maschile potessero vivere abbastanza a lungo in tutti, inevitabilmente, si
presenterebbero alcune malattie come l'ipertrofia prostatica benigna. Il che
significa che l'età, già di per sé, è una delle principali cause di questa come
di altre malattie. Anche il cancro prostatico è una patologia che colpisce
soprattutto gli uomini d'età superiore ai 50 anni e la sua incidenza è in
aumento in tutto il mondo civilizzato. Il tumore al testicolo, invece è meno
frequente e colpisce soprattutto i giovani.
Fattori genetici? Familiarità? Squilibri ormonali? Abitudini alimentari
scorrette? Fumo? Scarsa attività fisica? Sono vari i fattori di rischio chiamati
in causa, persino quello di essere celibe piuttosto che coniugato. L'unica
valida arma che la Scienza medica oggi ha a disposizione per proteggere l'uomo
da queste forme tumorali è la prevenzione secondaria basata su controlli
specialistici periodici ed accertamenti diagnostici del caso.
Ma, viene da chiedersi, si organizzano per l'uomo adeguate campagne di
sensibilizzazione e informazione nei confronti delle malattie che interessano il
suo apparato uro-genitale, così come da anni si sta facendo per la donna?
Se sino ad alcuni anni or sono la risposta sarebbe stata molto incerta oggi
possiamo dire che Sì! Esistono campagne internazionali che annualmente vengono
lanciate proprio per promuovere la conoscenza delle più frequenti patologie
dell’apparato uro-genitale maschile e soprattutto di quelle tumorali.
Tra queste iniziative merita di essere segnalata quella promossa dalla
Fondazione Movember ( "Moustache" e "November") che nasce nel 2003 in Australia
ed è l’ unica ONG che si occupa di prevenzione su scala mondiale per dire basta
alle morti dovute a queste forme tumorali. Per questo scopo i giovani rugbisti a
Novembre, mese dei test match internazionali, si fanno crescere i baffi per
richiamare l’attenzione sull’ importanza della prevenzione del tumore prostatico
e di quello al testicolo. Ci si potrebbe chiedere il perché siano proprio i
rugbisti, per definizione robusti e forti, ad aderire a questa campagna.
Di fatto il tumore al testicolo colpisce prevalentemente giovani dai 18 ai 34
anni; età che rappresenta la finestra ideale per la
carriera rugbistica e, di non secondaria importanza, è l’impatto mediatico che
loro, giovani “machi” con i baffi,
riescono ad avere su altri giovani, stimolandoli così a farsi visitare senza
imbarazzi né falsi pregiudizi. Una precisazione va fatta sul tumore al
testicolo, malattia rara che rappresenta circa l’1-1.5% di tutte le neoplasie
del maschio e che colpisce soprattutto i giovani dal 15 ai 35 anni ma che ha
un’ottima possibilità di guarigione se precocemente diagnosticato in quanto
possiede anche una notevole chemio e radiosensibilità. L’ecografia è un test
molto sensibile per una conferma diagnostica e, qualora risulti sospetta, è da
sola sufficiente a candidare il paziente ad una esplorazione chirurgica.
Sotto il profilo della storia naturale, il 50% delle forme iniziali progredisce
diventando invasivo nel giro di 5 anni con la possibilità, in una percentuale
variabile dal 5 al 9%, di svilupparsi anche nel testicolo controlaterale.
Detto questo e tornando a parlare delle iniziative di sensibilizzazione che in
tutto il mondo si organizzano nel mese di Novembre, desidero raccontare una
storia, fortunatamente a lieto fine, della quale sono venuta a conoscenza e
capitata ad un giovane ex rugbista pilone destro che, una volta conclusa la sua
carriera internazionale, ha aperto un poliambulatorio medico e sin da subito ha
deciso di dedicare una giornata di Novembre alle visite urologiche gratuite con
esame ecografico.
Individuato lo specialista urologo disposto a far questo, bravo quanto generoso,
il 10 Novembre scorso viene organizzata la giornata dedicata alla informazione e
alle visite delle persone che avevano aderito all’iniziativa. Nonostante il
grande afflusso, ad un certo punto salta un appuntamento e il medico sollecita
il giovane a sottoporsi all’ecografia, esame che lui non pensava di ripetere
avendolo già fatto l’anno precedente e con esito assolutamente negativo. Invece,
sorpresa! L’ecografia testicolare evidenzia una massa di 1,2 per 1cm. E’ stato
dunque eseguito l’intervento e, considerata la dimensione minima del “seminoma”
e i marker tumorali negativi, non è stato ritenuto necessario ricorrere alla
chemioterapia e il giovane è tornato a casa dopo un giorno con il programma di
presentarsi ogni sei mesi a visita di controllo.
E’ questa una storia a lieto fine che avrebbe potuto non essere tale se “il
caso” non avesse forzato il destino facendo aprire a questo forte giovane ex
rugbista un poliambulatorio e se non fosse stato condizionato dalla educazione
alla prevenzione, in quanto nato in una famiglia di medici.
Dunque, affinché la salute e il futuro di una vita non debba dipendere solo dal caso, il messaggio che deve passare è: ragazzi forti o gracili che siate, machi o non machi, con baffi o senza baffi, andate sin da giovani a farvi visitare periodicamente dall’ urologo perché le malattie, soprattutto quelle tumorali, non hanno né sesso né età e nella vita, come nello sport, la tesi secondo cui il miglior attacco è la difesa vale tantissimo.