Ignoranza:

malattia degli italiani

Dall’ignoranza funzionale a quella storica, geografica e scientifica

 

di Magali Prunai

 

Il patriota irredentista trentino Cesare Battisti impiccati dagli austriaci nel 1916

 

C’è un male che si aggira per l’Italia, non accenna ad arrestarsi ed è in continua espansione: l’ignoranza.

Ultimamente l’ignorante medio, colui che ignora ovvero non conosce qualcosa, è stato soppiantato dall’analfabeta funzionale di cui ho già parlato non troppo tempo fa (febbraio 2018). In sintesi, l’analfabeta funzionale è un soggetto che ha frequentato scuole anche superiori, probabilmente ha anche conseguito una laurea eppure è completamente disabituato a leggere, scrivere senza il correttore automatico del telefono, non è in grado di sviluppare nessi logici e di comprendere e interpretare un testo dalla difficoltà media.

Di tale problema ce ne accorgiamo ogni giorno, un po’ in ogni istante della giornata. Basta aprire un social network per assistere a dimostrazioni preoccupanti di ignoranza – analfabetismo funzionale. Chi non è in grado di distinguere un “ha” verbo avere da una “a” preposizione semplice; un “e” congiunzione da un “è” verbo essere, chi non è in grado di scegliere il modo e il tempo verbale più appropriato, chi inserisce lettere a caso nelle parole magari aggiungendo “i” dopo il suono “gn” quando non è necessario, chi italianizza parole inglesi ignorando l’esistenza di un vocabolo esattamente identico ma con significato diverso (vedasi l’uso sempre più diffuso di “quoto” al posto di citare, evidentemente queste persone quotano in borsa le citazioni. Ci facciano sapere se valgono molto, potrebbe essere una soluzione alla povertà).

Non parliamo, poi, delle dimostrazioni d’ignoranza storica, geografica e scientifica. Chi non è in grado di fare semplici operazioni, meri esercizi di logica. Recentemente ho sentito rispondere alla domanda “qual è un decimo di 3 miliardi?” con 30, 300 miliardi. Le capacità spazio-temporali, poi, sono completamente inesistenti. Quando è scoppiata la Rivoluzione francese? Dove si trova Mantova? Perché vengono dedicate scuole, vie e piazze a un terrorista come Cesare Battisti?

In un certo senso il Cesare Battisti cui sono intitolate scuole, vie e piazze era un terrorista, quanto meno un austriaco del tempo poteva considerarlo tale.

Cesare Battisti nacque cittadino austriaco a Trento nel 1875, deputato al Parlamento austriaco portò avanti la lotta per l’autonomia trentina e la nascita di un’università italiana. Allo scoppio della prima guerra mondiale si arruolò negli alpini italiani, diventando di fatto un disertore. Nel luglio del 1916 venne fatto prigioniero insieme al suo compagno Fabio Filzi, anche lui darà il nome a numerose strade italiane, processati per tradimento ribadirono la loro fede all’Italia. Condannati a morte per impiccagione, il Battisti chiese, per rispetto alla divisa che portava, di essere fucilato. La richiesta fu inascoltata, anzi vennero cercati appositamente degli abiti civili per giustificare il tipo di esecuzione.(Nella foto a sinistra, Guglielmo Oberdan; a destra, Nazario Sauro).

Si narra, ma forse non si tratta solo di narrazione, che al patibolo urlò “viva Trento italiana! Viva l’Italia”. Eroe della grande guerra, insieme a Guglielmo Oberdan, Damiano Chiesa, Fabio Filzi, Francesco Rismondo, Nazario Sauro (altre strade, piazze e scuole italiane) è una delle figure più importanti dell’irredentismo italiano. Le terre irredente, e non ridenti, sono i territori liberati da un invasore.

Il Cesare Battisti morto a 41 anni per l’Italia e per vederla unita in modo definitivo non ha nulla a che vedere con un altro Cesare Battisti noto alle cronache degli ultimi tempi per essere stato condannato per vari reati e latitante in Brasile fino a gennaio 2019 quando, arrestato, è stato rimpatriato e trasferito in un carcere di massima sicurezza.

Ciò che caratterizza maggiormente l’ignorante-analfabeta funzionale del XXI secolo è, soprattutto, l’arroganza e la presunzione di sapere di non conoscere e di voler assolutamente rifiutare qualsiasi spiegazione, vista come una dimostrazione di supponenza e superiorità. E, forse, il non voler sentire altre opinioni, rifiutarle a priori perché rischiamo di cambiare la nostra, magari anche di ragionare, è il male peggiore degli ultimi tempi.

Il Galileo