Un Natale sobrio aiuta l’ecologia

 

di Bartolomeo Buscema

 

Nell'odierna società dei consumi, il Natale sta diventando sempre  più una sorta di rito pagano, un monumento al superfluo, alimentato da spot televisivi che inneggiano a panettoni, cioccolatini, e altre prelibatezze mangerecce. Non c’è più quella sobrietà degli anni pre consumismo che faceva del Natale una pausa di serenità e per alcuni, credenti e non, momenti di riflessione sul formidabile evento dell’incarnazione del Verbo. Il modello consumistico, la cultura dello spreco e l’insensata pretesa che possiamo consumare a volontà le risorse del nostro Pianeta, sono elementi devianti che spezzano il legame tra l’uomo e la natura per la quale non esiste lo spreco: in ogni sistema naturale, ciò che è eliminato da un organismo, come rifiuto, è utilizzato da un altro come cibo. Gli animali eliminano l’anidride carbonica come rifiuto, utilizzato poi dalle piante come nutrimento. Un cerchio che si chiude. Purtroppo, la nostra società dell’opulenza, che fa sì che il 20% della popolazione mondiale consuma l’80% delle esauribili risorse della Terra, si palesa chiaramente soprattutto nelle feste. Cercando di stare lontani da facili e inutili moralismi, non possiamo non registrare che nelle nostre città, durante il periodo natalizio, c’è un aumento dell’inquinamento dell’aria, legato a una frenetica mobilità. Non è difficile vedere interi quartieri congestionati dalle auto di compulsivi compratori che piombandosi nelle aree commerciali rendono l’aria  mefitica e sempre più simile a un cocktail micidiale dove il benzene e l’ossido di carbonio la fanno da padroni. In realtà, qualche precauzione andrebbe presa anche per l’inquinamento interno. Ci riferiamo dalle cosiddette candele magiche, tipo “bengala”, che anche se di bell’effetto (ne conosciamo alcuni a pioggia scoppiettante) contengono il nitrato di bario che certamente non è un toccasana. Non dimenticando di fare attenzione a certi contenitori di neve spray o colori spray per addobbare l’albero di Natale, che pur esenti da clorofluorocarburi (CFC), nocivi per lo strato d'ozono, possono contenere il solvente diclorometano che è un sospetto cancerogeno. E poi ci sono i rifiuti tipici delle feste tra cui la carta per le confezioni da regalo che quasi sempre è costituita da sottili strati di alluminio che, come noto, è ottenuto con un processo di produzione energivoro che rilascia grandi quantità di anidride carbonica in atmosfera. Per confezionare i regali, meglio utilizzare borse di tessuto utili anche dopo il godimento della sorpresa. Sarebbe anche opportuno che si scegliessero alberi di Natale riutilizzabili, addobbandoli con decorazioni di legno e non, come spesso accade, con una sequela di pupazzetti elementi in PVC costoso da smaltire e che spesso finisce in mare. Senza essere catastrofisti, rileviamo che oggi ci sono sei enormi isole di rifiuti galleggianti tra cui l’estesissima Pacific Trash Vortex, grande quanto la Penisola Iberica, composta prevalentemente da plastica. Per finire ci preme puntualizzare che noi non chiediamo a nessuno di rinunciare al piacere di una buona cena con amici e parenti, alla gioia di scambiarsi i regali, ma siamo consapevoli che il rispetto della Natura passa anche per un Natale vissuto sobriamente nel rispetto dell’ecologia.

Il Galileo