Una nuova tecnica chirurgica

per eliminare la stenosi aortica

 

di Pia Bassi

 

Presentato recentemente il progetto TAVI è VITA presso la Sala Stampa Estera di Milano, dall’Unamsi, che informa su questa metodologia, nota da quindici anni, e che consiste nella sostituzione transcatetere della valvola aortica, una tecnica mininvasiva molto adatta per i pazienti over 65 e per coloro ai quali non è consigliabile l’intervento chirurgico a cuore aperto. La stenosi aortica è una delle malattie più comuni delle valvole cardiache (che in Italia riguardano oltre un milione di persone e il 10 per cento della popolazione oltre i 65 anni è la fascia più colpita.

La tecnica operatoria TAVI  (Transcatheter Aortic Valve Implantation) – impianto transcatetere di valvola aortica è stata oggetto di un’indagine Doxapharma  dalla quale è emerso, come dichiarato dal Responsabile Area Marco Arosio, quali sono le problematiche che si celano dietro la diffusione parziale della procedura TAVI. L’obiettivo era di comprendere il grado di conoscenza dei medici di medicina generale, MMG, e cardiologi di base riguardo alla procedura TAVI e all’individuazione del percorso del paziente. La tecnica TAVI è percepita in modo positivo in quanto è la vera innovazione rispetto all’intervento chirurgico standard sia per i costi che la invasività e il recupero post operatorio. Cardiologo e cardiochirurgo valutano il paziente per la tecnica operatoria più adatta, per il successo della remissione della malattia. Infatti la stenosi  (restringimento) severa dell’apertura valvolare aortica può essere trattata sia tramite sostituzione chirurgica tradizionale della valvola aortica (SAVR), intervento che richiede anestesia generale, incisione più o meno estesa sul torace, circolazione extra-corporea a cuore fermo, sia con TAVI, intervento mini-invasivo che si esegue nella maggior parte dei casi senza anestesia generale e con impianto della nuova valvola attraverso l’arteria femorale. Con TAVI la dimissione può avvenire entro 3 o 4 giorni, salvo complicanze procedurali. In Italia in dieci anni, dal 2007 al 2017 sono stati effettuati oltre 25mila impianti TAVI con un incremento costante da 98 impianti nel 2007 a oltre 5.500 nel 2017. Questa tecnica, attualmente sottoutilizzata, è nata inizialmente come salvavita per i pazienti non trattabili chirurgicamente , è oggi indicata anche per i pazienti a rischio più moderato che potrebbero avvalersi di una migliore qualità e aspettativa di vita rispetto al trattamento chirurgico o alla sola terapia medica.

 Il Prof. Giuseppe Tarantini, presidente GISE, ha sottolineato che: “I risultati dell’indagine Doxa sono eloquenti: essi fotografano una realtà comune a tutto il territorio nazionale che consiste nella scarsa, appena sufficiente conoscenza da parte dei MMG e dei cardiologi ambulatoriali, dei percorsi diagnostici e delle prospettive terapeutiche per i pazienti affetti da stenosi aortica…”

Il Prof. Francesco Musumeci, presidente SICCH, ha detto : “sappiamo che l’età media della popolazione sta aumentando e negli anni futuri ci saranno sempre più persone anziane. La stenosi della valvola aortica è una patologia che interessa prevalentemente la persona anziana e, se severa, ha un impatto negativo sulla qualità e l’aspettativa di vita del paziente.”

Attenzione quindi ai sintomi della stenosi aortica: respiro irregolare, affaticamento ed altro, un controllo in più dal medico e dal cardiologo, è  salvavita. 

Il Galileo