I Libri

TITINA

 la cagnolina che volò prima di Laika

E ‘passata alla storia per la sua trasvolata col dirigibile Italia al Polo Nord, un’avventura dell’Ing. Umberto Nobile nel 1926

 

 

Recensione di Pia Bassi

 

GIUSEPPE CARFAGNO, artista, professore di lettere, le ha dedicato un libro per ragazzi “Titina storia di un cane nobile” edizioni Il Ciliegio, prefazione di Maria Nobile Schettino, figlia dell’Ing. Nobile.

         Ero sicura che la cagnolina più famosa del mondo fosse Laika, il cui musetto si affacciava dallo Sputnik che fu lanciato nella stratosfera attorno alla Terra. Invece fino al dopoguerra la più famosa fu Titina, una cagnolina adottata dall’Ing. Umberto Nobile, costruttore di dirigibili, che quando progettò di arrivare con il dirigibile al Polo Nord, la portò con sé come mascotte. Tutti sanno, più o meno, che la grande avventura finì in tragedia con sopravvissuti e morti. I sopravvissuti fra cui l’Ing. Nobile, la sua cagnolina ed altri trasvolatori scienziati, furono trovati dalle squadre di soccorso grazie alla radio ma anche alla famosa tenda rossa, una tenda bianca che fu dipinta con l’anilina. Fra i soccorritori italiani il tenente Sora con alcuni alpinisti italiani fra cui l’Angelo Casari Il dirigibile Italia partì da Roma il 15 aprile 1928 e fece la prima tappa a Milano, ed il 24 maggio il terribile impatto sul pack.

         Giuseppe Carfagno fa raccontare la storia dalla cagnolina Titina con belle illustrazioni di Alessia Coppola.

         Ai Piani di Bobbio, Lecco, nel rifugio Sora Casari, il figlio Fulvio Casari che da giovane era stato col padre al Polo Nord a cercare reperti del dirigibile e della tenda rossa, è in bella mostra un grande orso bianco che si dice sia la pelliccia portata dal Polo, l’animale era stato sacrificato per sfamare con i suoi 200 chilogrammi di carne i sopravvissuti ed era stato ucciso anche per paura.

La mitica tenda rossa

Tuttavia, c’è chi assicura che il “vero orso” sia esposto al Museo della Tenda Rossa. E’ comunque interessante parlare con il Fulvio Casari che oltre avere testimonianze dirette degli eventi, ha foto e scritti dell’epoca.

Il Galileo