Professione astronauta

Paolo Nespoli:

non ho ancora deciso cosa farò da grande

La presentazione a Milano di una nuova storia a fumetti di Leo Ortolani è stata occasione per una conferenza stampa che in pochi minuti si è trasformata in un vero e proprio arrembaggio

 

 di Giuseppe Prunai

 

Giornalisti all'arrembaggio

 

 

Paolo Nespoli, 61 anni, astronauta dell’ Agenzia spaziale europea e di quella italiana. Una laurea in ingegneria, un passato da militare come paracadutista incursore con il grado di maggiore. Sposato, una figlia di 7 anni ed un figlio di 3. Come militare partecipò alla missione italiana in Libano dove conobbe Oriana Fallaci che lo esortò a recarsi negli Stati Uniti e studiare per diventare astronauta. Nel 1991 venne assunto dall’Agenzia spaziale europea. Nel 2007, il primo lancio nello spazio a bordo dello space shuttle Discovery come coordinatore delle attività extraveicolari. L’ultimo atterraggio è del 14 dicembre 2017.  Sei missioni nello spazio con le quali ha battuto il record di permanenza nel quarto ambiente con 313 giorni, 2 ore e 36 minuti. Un record al quale Nespoli non attribuisce alcuna importanza. “E’ accaduto per caso”, dice.

Nei giorni scorsi, in occasione della presentazione, al Museo della scienza e della tecnologia di Milano, di un nuovo fumetto di avventure spaziali dovuto alla matita  di Leo Ortolani, ha tenuto una conferenza stampa. Numerosi i giornalisti presenti che lo hanno sottoposto ad un fuoco di fila di domande. Ecco una sintesi delle risposte tanto alle mie domande che a quelle dei colleghi.

 

D. Cosa  ha riportato dallo spazio

R. Noi siamo la manodopera degli scienziati. Abbiamo fatto più di 300 esperimenti in questi 6 mesi, inclusi i 12 dell’Agenzia spaziale italiana, e abbiamo riportato sulla terra conoscenza che serve per continuare l’esplorazione dell’universo.

 

Paolo Nespoli nella ISS

D. Cosa avete riportato in particolare?

R. Non è facile dirlo. Questi esperimenti sono molto precisi. Si dovrebbe parlare della molecola, della super molecola che abbiamo sperimentato. Non è facile sintetizzare in pochi  secondi il lavoro di 6 mesi. A me che sono ingegnere, questi esperimenti piacevano molto. Ad esempio, abbiamo sperimentato uno scudo spaziale e a me piaceva molto l’idea di questa corazza. Ma farei un torto se non parlassi della sequenziazione del DNA: abbiamo fatto degli esperimenti con delle piante, dei semi. Con tutto. Lo spazio è un ambiente veramente interessante e consente di svolgere attività a 360 gradi.

 

D. Forse non tornerà più nello spazio, ma c’è un futuro nel suo lavoro?

R. La forza che abbiamo come esseri umani di esplorare e di conoscere non finisce con me. Fra l’altro, spero di poter tornare ancora nello spazio, anche come turista e  non come astronauta professionista.

 

D. Quando non andrà più nello spazio, si darà alla politica come fecero Malerba e Guidoni?

R. Questa è una domanda complessa. Non so se sono tagliato per la politica. Mi piacerebbe, comunque, trovare il modo di contribuire alla ricerca e interessarmi ancora a questo lavoro che hanno fatto i nostri astronauti e portare ogni risultato della ricerca a disposizione di tutti. Sto cercando di capire cosa fare da grande. Vedremo.

 

D. E’ stato più a lungo nello spazio, cosa ha imparato, cosa può divulgare?

R. Difficile rispondere a questa domanda.  Per caso ho il maggior numero di giorni passati dello spazio come astronauta attivo europeo. Ma questo conta relativamente. Ho fatto  delle esperienze personali importanti, ancora di più credo di aver contribuito all’avanzamento delle nostre conoscenze, non solo per il nostro paese ma anche per il resto dell’umanità. Mi piace riportare queste cose, spiegarle soprattutto ai ragazzi delle scuole e spronarli a fare lo stesso, se non di più.

 

D. C’è un esperimento in particolare  che le ha fatto capire che la sua strada era lo spazio?

R. Difficile parlare di un esperimento quando se ne fanno 300. I sono tantissimi esperimenti che io non capisco come ingegnere, come quelli di genetica, di fisica, di astrofisica. Sono tutti importanti e sono tutte cose che ci portano avanti. Gli esperimenti sono tutti selezionati dalle varie agenzie spaziali e dai gruppi di esperti che decidono come utilizzare il tempo che gli astronauti hanno a bordo. Noi siamo la manodopera, spetta agli altri decidere come impiegarla. Il tempo che passiamo a bordo della stazionale spaziale è un tempo prezioso, non per noi astronauti,  ma per gli scienziati, per le agenzie. Secondo me bisogna continuare con questo lavoro.

 

Nespoli e Ortolani

D. Come è partito il lavoro con Ortolani?

R. Il lavoro con Ortolani è partito da un progetto dell’ Agenzia spaziale italiana che ha cercato e che cerca da un lato di fare un lavoro estremamente tecnologico e scientifico e dall’altro di cercare di unire  tutte le cose che nello spazio arrivano dopo: l’arte, la filosofia, l’educazione. Quando uno vuole parlare ai ragazzi non si  possono usare delle formule strane e il fumetto è la via migliore. Questo è un modo per portare tutta l’umanità in orbita con noi e sono lusingato di aver collaborato con  Ortolani. Per la verità io non ho fatto niente, ho solo parlato con lui per alcune ore e poi ha pensato lui a tirar fuori queste storie fantasmagoriche, fra l’altro con  un lavoro da certosino, nell’andare a ricercare i fatti e rimetterli in una storia di fantasia.

 

D: Ratman è il supereroe più imbranato del mondo, Paolo Nespoli è tutt’altro che imbranato…

R. Questo lo dice lei . Quello che succede in orbita è interessante perché quando uno arriva sulla stazione, può essere anche un genio ma si trova in questa situazione di microgravità e deve imparare. E’ completamente bloccato nel capire come muoversi. Quando vuole bere, il liquido non va giù. Quando devi capire tutte queste cose, sei ancor più imbranato di Ratman.

 

D. Quali progetti per, l’immediato futuro? L’addestramenti dei futuri astronauti?

R. Per il momento sono un astronauta senior dell’ ASI. In questo momento stiamo facendo tutte le attività post volo, di ritorno tecnologico di ciò che abbiamo sperimentato. C’è una serie di esperimenti scientifici, di misure sul nostro corpo che dureranno fino ad un anno e passa dopo la missione e poi si vedrà. Sto cercando di capire cosa fare da grande.

 

D. Come si colloca il nostro paese nella classifica dei paesi spaziali?

R. L’Italia storicamente ha sempre auto un ruolo importante nello spazio. E’ stata fra le prime nazioni a lanciar un satellite. Siano il terzo contribuente dell’ESA. Abbiamo tanti progetti bilaterali non le varie agenzie spaziali, quella americana, quella russa, addirittura quella cinese.

 

Nespoli alle prese con la microgravità

D. Torniamo agli esperimenti. Qual è adesso il settore sul quale si punta?

R. Difficile rispondere. Io ho fatto esperimenti sul calcio nelle ossa, sulla massa muscolare. Abbiamo concluso  un esperimento dell’ESA, con un macchinario complesso, per vedere la funzionalità dei muscoli in orbita, addirittura con delle biopsie. Mi hanno estratto dei campioni di muscolo prima della missione, li hanno coltivati in laboratorio, li hanno mandati in orbita con me, altri li hanno tenuti a terra e poi hanno controllato come si sono sviluppati rispetto al mio muscolo vero.

Un altro esperimento interessante è quello sulle fiamme. E’ stato portato in orbita un macchinario speciale che permette di fare del fuoco in orbita ed hanno scoperto, un anno fa, che c’è una classe nuova di fiamme che brucia a temperatura più bassa e che persiste una volta che il fuoco finisce. Occorrono degli strumenti particolari per seguire otticamente l’esperimento. Un esperimento importante perché consente di analizzare lo svilupparsi degli incendi o di  capire come i motori a scoppio possono lavorare meglio bruciando completamente tutto il carburante che viene immesso nei cilindri. Questo è stato un esperimento interessante che, come ingegnere mi ha lasciato di stucco.

 

Nespoli e Ortolani che scherzano

D. Rispetto al lavori delle agenzie, cosa pensa dell’azienda spaziale privata americana.

R. Il fatto che a fianco di un’attività pubblica ve ne sia anche una privata è positivo. Si svilupperà il turismo spaziale, si pensa addirittura di portare gente su Marte. Si stanno sviluppando nuovi veicoli che cominceranno a volare già dall’anno prossimo. Prima cominceranno a volare i turisti ricchi, poi i costi si abbasseranno e il volo  nello spazio sarà alla portata di tutti. E spero di poter andare in orbita e guardare il mondo da lassù senza che Houston mi richiami all’ordine: “Nespoli, torna a lavorare!”

Il Galileo