Bruxelles spinge per l’acqua del rubinetto

Gli italiani preferiscono l’acqua minerale determinando un consumo enorme di plastica inquinante

 

di Bartolomeo Buscema

 

È stato calcolato che mediamente ogni italiano beve annualmente 208 litri di acqua comprata al supermercato in bottiglie di plastica. Un consumo elevato che ci vede primi in Europa. Evidentemente molti connazionali non si fidano dell’acqua che fuoriesce del proprio rubinetto. E’ una mancanza di fiducia che ha qualche fondamento? La risposta è no. Gli addetti ai lavori ci informano che l’acqua del rubinetto è accuratamente controllata in accordo a norme restrittive; semmai c’è un problema di comunicazione e di trasparenza. Lo sanno bene a Bruxelles dove, recentemente, è stata presentata una proposta legislativa per migliorare la qualità dell'acqua potabile e la riduzione delle perdite negli acquedotti. Nell’elaborazione della Commissione Europea si è tenuto conto delle principali indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: riduzione della carica batterica e del rischio di contaminazione legate all’uso di prodotti per la disinfestazione agricola .La proposta  di legge, inoltre, imporrà ai fornitori la comunicazione d’informazioni dettagliate sulla struttura dei costi e sul prezzo al litro per consentire un confronto con il prezzo dell'acqua in bottiglia. Giova, qui, registrare che la maggior parte delle persone che vivono nell'Unione Europea beneficiano di un buon accesso all’acqua potabile di alta qualità, ma che ancora c’è tanto lavoro da fare, specialmente per i gruppi più vulnerabili e marginali che, attualmente, hanno difficoltà ad accedervi. Si tratta per questi emarginati di creare, in spazi pubblici, strutture di accesso all'accesso all'acqua potabile di qualità certificata.

Un aspetto non trascurabile della citata proposta di legge è di consentire agli utenti un facile accesso on line alle informazioni circa la qualità e l'approvvigionamento di acqua potabile nella zona in cui vivono, aumentandone la fiducia nei confronti dell'acqua di rubinetto.

C’è poi un risvolto ecologico nel bere acqua del rubinetto. La produzione e la distribuzione dell’acqua con acquedotti e tubazioni necessita una minore quantità di energia rispetto alle acque minerali imbottigliate che arrivano all’utente in bottiglie di plastica trasportate da camion che evidentemente consumano energia e inquinano l’ambiente. Per non parlare dei problemi e dei costi di smaltimento della plastica con cui sono fabbricate le bottiglie e dei rischi sanitari di bere acqua contenuta nelle bottiglie di plastica specialmente quelle a lungo esposte al calore e alla radiazione solare.

Le bottiglie di plastica sono fabbricate in polietilene tereftalato (PET) che, in certe condizioni, è in grado di trasmettere determinati elementi all’acqua tra cui gli ftalati, nocivi al nostro sistema endocrino; l’antimonio, un catalizzatore essenziale per la produzione del PET, che se rilasciato in acqua in quantità notevoli  può causare cancro e problemi respiratori; e infine la formaldeide e l’acetaldeide, non certamente dei toccasana, che sono i responsabili di quel caratteristico “sapore di plastica” dell’acqua imbottigliata.

Il Galileo