Sedeva sempre allo stesso posto
nella piccola sala stampa del CNR…..
di Giuseppe Prunai
Alla memoria affiorano inevitabilmente i ricordi dei miei primi incontri con
Paola De Paoli. E l’immagine più
insistente è quella della piccola sala stampa della sede centrale del Consiglio
nazionale delle ricerche, quella di
piazzale Aldo Moro a Roma, a due passi dalla Sapienza e dal Palazzo
dell’Aeronautica, tutti esempi di architettura razionale in uso durante il
Ventennio.
Sotto la presidenza del prof.
Ernesto Quagliariello, che resse il CNR dal 1976 al 1984, ogni mercoledì c’era
un convegno per illustrare i risultati di una ricerca finalizzata, cioè un
ricerca mirata a raggiungere un risultato in un settore specifico. L’interesse
per questi convegni era notevole, soprattutto per ciò che riguardava il settore
aerospaziale e quello delle telecomunicazioni, soprattutto via satellite. E
discreta anche l’affluenza di giornalisti, soprattutto di quelli che si
occupavano di economia, che affollavano la sala stampa in attesa che qualche
scienziato, spesso lo stesso presidente Quagliariello, venisse a dare qualche
spiegazione, a comunicare quale notizia.
Io, che sono stato sempre fautore della ricerca fondamentale, della ricerca per
la ricerca (si trova un dato, non si sa a cosa serva ma lo si mette nel cassetto
in attesa di utilizzarlo in futuro) frequentavo i consegni del mercoledì
obtorto collo perché me lo aveva
imposto l’allora direttore del Giornale radio uno di cui ero redattore.
“Tu vai lì e vedi cosa ne vien fuori” mi diceva e in effetti qualcosa di
interessante ne veniva fuori sempre. E allora la Paola mi rimbeccava. “Ma
smettila di sbuffare, tu e la tua
ricerca fondamentale. Hai visto anche oggi hai rimediato il lesso, come dite voi
toscani”. Mio malgrado, dovevo darle ragione.
In sala stampa si era formato un gruppetto di
habitué. C’era il sottoscritto e la
De Paoli, che ho già citato e che sedeva sempre allo stesso posto per non dare
le spalle alla porta ed evitare così gli spifferi ed i conseguenti colpi della
strega. C’era Giancarlo Masini, Luciano Ragno e, ovviamente, Isabella
Vannutelli, capo ufficio stampa del CNR,
che cercava di facilitarci il compito. A questo gruppetto, che qualche
giovane collega, soprannominò il sinedrio, soprattutto per i commenti
tranchant su tutto e tutti, si
univano sporadicamente il Vinicio
Gasparri e la Maria Luigia Bagni, tutti colleghi che, di lì a qualche anno,
avrei incontrato nell’UGIS.
Ogni convegno si concludeva con l’incontro con un personaggio che la Vannutelli
pilotava in sala stampa, verso di noi. Spesso si trattava di un ministro della
ricerca come Ruberti, Granelli o Romita che la Vannutelli ci consegnava e che
noi monopolizzavamo. A condurre il balletto delle domande era la Paola, con quel
suo sorriso malizioso sulle labbra. Spesso erano domande trabocchetto, ma gli
interlocutori driblavano abilmente e rispondevano rivolgendosi soltanto a lei,
riconoscendole una leadership
naturale. Ma erano domande che richiedevano risposte articolate, risposte a 360
gradi, molto lunghe, poco adatte alla radiofonia. Spesso, al termine
dell’intervista della Paola, dovevo pregare il personaggio di rispondere in modo
sintetico a due o tre mie domande. Me ne lamentai con la Paola per questo suo
monopolio e lei sbottò: ”O toscanino, dopo che gli ho svuotato le tasche vuoi
che ti scriva anche il pezzo?”
Ho detto leadership naturale che si
era conquistata con il suo modo di fare discreto, di persona disponibile nei
confronti degli altri, soprattutto dei giovani, ma anche ferma sulle proprie
posizioni quando occorreva. Me ne resi conto quando, anni più tardi, entrai
nell’UGIS dove ebbi più incarichi direttivi. Mai un’interferenza nel lavoro dei
probiviri, ma collaborazione. E nel direttivo, confronto continuo tra lei,
presidente, e il sottoscritto, vicepresidente, anche su questioni spinose che io
affrontavo, per lunga abitudine politica, in modo ideologico mentre lei si
lasciava trasportare dal cuore. Quel cuore che l’ha portata a finanziare
cospicuamente le borse di studio per giovani giornalisti, a lei intitolate.