INNOVAZIONE IN CARDIOLOGIA INTERVENTISTICA
Primo caso trattato in Romagna con scaffold riassorbibile in magnesio a rilascio
di farmaco Pochissimi i centri in Italia ad utilizzarlo
di Tiziana Rambelli
La Cardiologia Interventistica ha effettuato passi enormi in questi ultimi anni
nel trattamento della malattia aterosclerotica coronarica, basti solo pensare
all’angioplastica nell’infarto miocardico acuto che ne ha ridotto la mortalità
in modo drastico portandola a meno del 10%.
"L’evoluzione tecnologica dei materiali e dei dispositivi medici utilizzati in
emodinamica rappresenta un elemento fondamentale per migliorare sempre di più la
cura della malattia coronarica", dice il dott. Giancarlo Piovaccari Direttore
del Dipartimento Cardiovascolare della AUSL della Romagna, e "l’intervento
eseguito giovedi scorso presso il
Laboratorio di Emodinamica della UO di Cardiologia di Forlì diretta dal dott.
Marcello Galvani, "rappresenta una conferma che l’innovazione in cardiologia
interventistica è imprescindibile per poter garantire risultati e trattamenti
fino a pochi anni fa impensabili".
L’intervento, il primo in Romagna, è stato effettuato dal dott. Fabio Tarantino
responsabile della UOS di Emodinamica provinciale Forlì-Cesena, che ha
utilizzato per la prima volta lo stent in polimero di magnesio completamente
riassorbibile a rilascio di farmaco. "Questi stent – è il dott. Tarantino a
parlare - "uniscono i vantaggi dello stent tradizionale in termini di capacità
di riaprire la coronaria ostruita, ristabilendo così il flusso sanguigno
interrotto, al riassorbimento completo dopo il rilascio del farmaco che
impedisce la formazione di una nuova ostruzione del punto trattato".
"La complessità del caso" dice il dott. Tarantino "era data dal fatto che si
trattava di riscostruire un segmento molto esteso di una coronaria principale di
un paziente giovane nella quale l’impianto dei tradizionali stent in lega
metallica durevole avrebbero potuto compromettere un eventuale successivo
intervento di by-pass coronarico". L’intervento ha visto l’impianto di tre stent
successivi ed è stato effettuato sotto la guida ecografica intracoronarica per
garantire la massima sicurezza dell’intervento: questi dispositivi saranno a
brevissimo disponibili in tutti i laboratori di emodinamica della Regione, in
quanto aggiudicati dalla recentissima gara regionale degli stent coronarici.
L'équipe che ha operato
"Entro 12 mesi
dall’impianto vengono completamente riassorbiti dalla parete del vaso non
lasciando perciò nessun corpo estraneo come per i tradizionali stent medicati in
lega metallica e aprono una serie di nuove possibilità di trattamento della
patologia coronarica" - conclude il dott. Tarantino - "come tutte le innovazioni
in medicina, ed in particolare nelle specialità interventistiche, anche questo
dispositivo richiede per noi clinici una corretta e rigorosa selezione in modo
da utilizzare questi dispositivi innovativi, ma costosi, nei casi dove si può
effettivamente ottenere il massimo vantaggio per quel paziente trattato, letto
in una in una logica di ottimizzazione ed efficienza delle risorse, si traduce
anche per la Cardiologia Interventistica in cure sempre più "personalizzate" per
il tipo di patologia ed il paziente trattato."