CONCLUSA L’ ESERCITAZIONE INTERNAZIONALE
SUL RISCHIO MAREMOTO
Si conclude l’esercitazione internazionale sul rischio maremoto del NEAMTWS
(North-Eastern Atlantic, Mediterranean and connected seas Tsunami Warning
System) dell’IOC-UNESCO, iniziata il 31 ottobre scorso
I test esercitativi hanno interessato, in giorni diversi, tre aree del
Mediterraneo e un’area dell’Atlantico nord-orientale. L’ultima giornata, in
particolare, ha coinvolto il Sistema di Allertamento nazionale per i Maremoti
(SiAM) - composto da INGV - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che
opera attraverso il Centro Allerta Tsunami (CAT), ISPRA - Istituto Superiore per
la Protezione e la Ricerca Ambientale e Dipartimento della Protezione civile -
che ha effettuato la simulazione di
un processo di allertamento su scala nazionale.
Lo scenario esercitativo - basato su un ipotetico terremoto di magnitudo 8.5 con
epicentro a largo della Grecia meridionale - ha dato l’opportunità di effettuare
tutti i passaggi che si sarebbero fatti nella realtà: dall’analisi del
potenziale tsunamigenico del sisma effettuata dal CAT-INGV, allo studio in tempo
reale dei dati mareografici rilevati dall’ISPRA fino all’applicazione delle
procedure di allertamento rapido da parte del Dipartimento della Protezione
Civile.
Il CAT-INGV ha diramato la prima allerta al Dipartimento della Protezione Civile
alle 10.09 (ora italiana), nove minuti dopo il verificarsi del terremoto.
Durante l’esercitazione, conclusa alle 13.30 (ora italiana), sono stati
veicolati complessivamente cinque messaggi con informazioni sulle altezze dello
tsunami nelle diverse località coinvolte.
Attraverso l’invio rapido della messaggistica di allerta, tramite una
piattaforma tecnologica realizzata ad hoc, sono state allertate le Sale
Operative Regionali di protezione civile e alcune amministrazioni comunali delle
Regioni maggiormente interessate dallo scenario esercitativo: Nova Siri,
Policoro e Scansano Ionico in Basilicata; Soverato, Catanzaro e Rossano in
Calabria; Lecce, Gallipoli e Castellaneta in Puglia; Acicastello, Augusta e
Santa Teresa di Riva in Sicilia.
L’ultimo tsunami osservato nel Mediterraneo risale allo scorso 21 Luglio 2017 a
seguito di un terremoto di magnitudo 6.6 con epicentro nel tratto di mare
prospiciente Kos (Grecia) e Bodrum (Turchia). In quell’occasione, il CAT ha
inviato una comunicazione al Dipartimento della Protezione Civile entro soli
dieci minuti dalla scossa, informando che il maremoto non avrebbe interessato le
coste italiane.
“Non dobbiamo sottovalutare la possibilità che nell’area mediterranea a seguito
di eventi sismici particolarmente energetici o di fenomeni franosi sottomarini,
possano originarsi maremoti. Per questo motivo abbiamo partecipato
all’esercitazione NEAMWave17, la prima dopo l’istituzione del Sistema di
Allertamento nazionale per i Maremoti” dichiara il capo Dipartimento della
Protezione Civile, Angelo Borrelli. “Il test di ieri - aggiunge Borrelli -
rappresenta una tappa fondamentale di un percorso fondato sulla conoscenza e
sulla consapevolezza del rischio che dovrà necessariamente coinvolgere sempre di
più il territorio e i cittadini affinché nessuno si trovi impreparato”.
“Occasioni come l’esercitazione che si è svolta, sono utili anche per
raccogliere nuovi elementi di conoscenza ed
integrare gli scenari ipotizzati, infatti L’ISPRA – afferma il Presidente
Stefano Laporta (foto a destra) – oltre ad assicurare la trasmissione in tempo
reale dei dati della Rete Mareografica Nazionale (RMN) per l'eventuale conferma
del maremoto, ha già predisposto, in funzione degli scenari di ipotetici
maremoti che potrebbero colpire il nostro Paese, tutte le elaborazioni
necessarie al rilascio delle mappe di inondazione delle coste italiane. Una
volta integrate e ricalibrate sugli scenari di allerta, le mappe saranno messe a
disposizione dei comuni per il loro successivo impiego per l’aggiornamento dei
piani di emergenza”.
“Gli
tsunami”, conclude il Presidente dell’INGV Carlo Doglioni (foto asinistra),
“sono un rischio reale nel Mediterraneo e questo nuovo sistema di allerta
rappresenta un passo avanti molto importante di applicazione della ricerca di
base alla protezione dei cittadini nelle aree costiere. L’INGV è stato
accreditato formalmente nel sistema ‘North-East Atlantic and Mediterranean and
connected seas (NEAM)’, struttura di riferimento internazionale per l’allerta da
maremoto. La nascita in Italia di questa struttura dimostra che stiamo crescendo
sul piano della prevenzione e protezione dai rischi naturali. Le esercitazioni,
come quella appena realizzata, sono lo strumento migliore per affinare
l’efficienza del sistema di allertamento in caso di emergenza reale”.