cosa sono, cosa fanno
Ma cosa sono in realtà queste onde? Riuscire a immaginarle non è una cosa
semplice. Potremmo pensarle come delle tracce di vibrazioni che permettono di
osservare la distorsione dello spazio-tempo, compresso e dilatato dalle
perturbazioni della forza di gravità, che si propagano per l’Universo. Le
sorgenti di queste onde sono in genere grandi masse che subiscono grandi
accelerazioni. Per capirci meglio, possiamo pensare ai buchi neri (sistemi
binari di buchi neri), che orbitando l’uno attorno all’altro fino a collidere
generano questo fenomeno. Un’altra fonte tipica di onde gravitazionali sono le
stelle di neutroni, corpi molto densi che ruotano su loro stessi ad altissima
velocità. Inoltre non possiamo dimenticare le supernovae, ovvero le stelle in
fin di vita, che generano onde intense e brevi chiamate burst. Quando Einstein
ipotizzò queste onde come conseguenza della relatività generale, causò una
rivoluzione in ambito scientifico. La gravità non era più da considerarsi come
una forza tra oggetti distanti, ma piuttosto come un effetto geometrico in grado
di deformare il tessuto spazio-temporale.
Quindi se la gravità era in grado di creare delle increspature, allora
queste onde probabilmente erano in grado di propagarsi. Einstein però non fu mai
del tutto convinto della sua teoria.
Dobbiamo aspettare gli anni ’70 per cominciare ad avere delle prove
dell’esattezza di questa teoria. In quegli anni, due scienziati, Russell Hulse e
Joseph Taylor, osservando delle
pulsar, si accorsero che quelle stelle avvicinandosi rallentavano perché
perdevano energia producendo onde gravitazionali. Questa deduzione valse ai due
scienziati il Nobel per la fisica nel 1993.
Rilevare il fenomeno è particolarmente difficile perché nei miliardi di anni che
le onde impiegano a raggiungerci, l’increspatura che producono si riduce
talmente tanto da diventare una distorsione più piccola del diametro di un
protone.
In Italia, l’Infn ha uno strumento analogo: VIRGO. Dal 2017 VIRGO lavora in tandem con LIGO e quindi possiamo dirci ancora più felici per questo premio Nobel, perché in fondo abbiamo dato anche noi un piccolo contributo.