“Io sono Hitler”

L’affermazione shock di un ultracentenario

che soffre di alzheimer

 

di Magali Prunai

 

“Mio marito, 128 anni, soffre di alzheimer e sostiene di essere Hitler”. Questa rivelazione shock di pochi giorni fa ha fatto sorridere molti di noi e altro non fa che aggiungersi alle numerose teorie complottiste e voci varie che, fin dalla fine della guerra, sostengono che il leader del nazismo fosse fuggito in Argentina sotto falso nome.

La teoria che ha preso più piede è che Hitler (A sinistra: Hitler) nel bunker non si sarebbe suicidato, ma sarebbe scappato attraverso un tunnel sotterraneo nella Berlino assediata dai sovietici. Nel 2014 l’FBI avrebbe reso noto alcuni documenti riguardanti indagini eseguite fra il 1945 e il 1950 che riguardano la fuga di Hitler, della moglie Eva Brown (foto a destra) e alcuni fedelissimi prima in Spagna e poi in Argentina. Un gruppo di studiosi nel 2015 ha ripercorso il tragitto che Hitler avrebbe percorso per arrivare a nascondersi in Argentina per un programma televisivo in otto puntate, raccogliendo materiale e testimonianze.

Il primo punto da cui partire è il cadavere bruciato ritrovato nel bunker. I connotati erano chiaramente rovinati e resi irriconoscibili dalla combustione, alcune analisi avrebbero stabilito che il cranio ritrovato fosse di una donna, forse la segretaria. Tesi che potrebbe essere confermata anche dall’altezza, dato che il cadavere sarebbe stato visibilmente più basso di Hitler. Non parliamo di un uomo che in vita è stato un gigante e dopo morti tutti cambiamo un po’, ci rimpiccioliamo o i tratti somatici si modificano un po’, per cui questa tesi è facilmente confutabile o comunque poco attendibile. Altro discorso è per il DNA del cranio, anche se comunque non è mai stato confrontato con parenti stretti della segretaria né con quello della sorella di Hitler,  per potergli attribuire una maternità o paternità certa.

Continuando a muoverci nel campo delle ipotesi il secondo punto da prendere in esame è che con un radicale cambio nella pettinatura, rasatura, abiti e, probabilmente, con un portafoglio ben fornito uscire dalla Berlino assediata e bombardata non era poi così difficile. Molti criminali nazisti sono riusciti a scappare per trovare asilo in America Latina, perché non il loro capo?

Il bunker di Berlino dove si suicidiò Hitler

Infine molte prove evidenti sarebbero state lasciate sbadatamente in giro per un po’ tutto il sud America. Foto scattate in alberghi da uomini con gli inconfondibili baffetti e acconciatura del führer per dimostrare che sia riuscito a fuggire, a passare in tranquillità parte della sua vita, senza pagare per i suoi errori e morire di morte naturale nel suo letto ultra-novantenne. Anche questa teoria, comunque, potrebbe essere facilmente confutata dal fatto che molti leader politici, i dittatori per intenderci, erano sempre dotati di un buon numero di sosia da mandare avanti in caso di pericolo e nulla di più semplice che qualche sosia, scappato preoccupato per la somiglianza col dittatore, abbia deciso di cavalcare l’onda del complotto e fare qualche apparizione shoccante per lasciare il mondo intero a bocca aperta, con la perenne curiosità e preoccupazione di sapere se fosse stato possibile processarlo e giustiziarlo come monito per tutte le generazioni future.

Il Galileo