Conoscere le malattie reumatiche
Hanno un forte impatto
sociale ed economico. Circa il
50% dei pazienti è disabile e otto persone su dieci sono costrette a convivere
col dolore cronico, che si traduce in oltre 22 milioni di giornate di lavoro
perse ogni anno
di Giuditta Bricchi
Le malattie reumatiche hanno un forte impatto
sullo stato di salute e di benessere della popolazione. Esse sono più di
un centinaio ed interessano in Italia oltre
5 milioni e mezzo di persone e più di
300 milioni nel mondo. Nella
cultura popolare vengono indicate con il termine generico di reumatismi. Sulle
malattie reumatiche siamo generalmente poco informati. Spesso vengono scambiate
con il mal di schiena e si pensa
che colpiscano solo gli anziani. La scarsità di informazione rappresenta un
problema, perché la guarigione nella maggior parte dei casi (soprattutto
nell'artrite reumatoide) è possibile solo con la diagnosi precoce. Le
Associazioni volontarie dei Malati Reumatici danno un grande contributo nella
diffusione dell’informazione, organizzando campagne di comunicazione e
promuovendo incontri tra i malati e le loro famiglie.
Giornata ALOMAR (Associazione Lombarda Malati Reumatici) 2017
L’ Associazione Lombarda Malati
Reumatici (www.alomar.it)
ha organizzato, a Milano, la
Giornata ALOMAR 2017, convegno annuale a cui partecipano i cittadini e gli
associati con le loro famiglie per approfondire i diversi
aspetti relativi alle patologie reumatiche. Esperti qualificati hanno
illustrato come è cambiata la diagnosi e la cura delle patologie reumatiche,
quali sono in Lombardia i percorsi innovativi
di assistenza per i pazienti
reumatici e i progetti territoriali di supporto alle famiglie.
Maria Grazia Pisu, Presidente di ALOMAR, ha spiegato che l’ Associazione
punta a rendere consapevoli
i pazienti e le famiglie dei
loro diritti, ad informare
quali sono le strutture ospedaliere di riferimento e come si evolvono le
patologie. Si desidera rendere
facilmente usufruibili i servizi di supporto assistenziale sviluppati
dall’Associazione e si aggiornano le famiglie
sui progetti di ricerca più
innovativi attuati dai centri ed
enti ospedalieri specializzati, sia
lombardi che nazionali ed internazionali, tramite l’adesione di ALOMAR
alla rete nazionale Associazione Nazionale Malati Reumatici (ANMAR)
http://www.anmar-italia.it
Nel Convegno si è parlato dell’assistenza in Lombardia ai malati cronici,
dell’evoluzione dei farmaci biosimilari, delle
patologie reumatiche pediatriche e dell’età evolutiva, delle nuove cure
per la fibromialgia, delle modalità
per richiedere l’invalidità civile e per diventare protagonisti del proprio
percorso sanitario.
Le patologie reumatiche
Le malattie reumatiche – spiega
Luigi Sinigaglia, Reumatologo all’Istituto Ortopedico Gaetano Pini – CTO
di Milano – sono moltissime. Esse hanno in comune il fatto di colpire le
diverse strutture dell’apparato locomotore, non solo le articolazioni, ma anche
i muscoli, i tendini e lo scheletro. Le malattie reumatiche hanno
maggior prevalenza negli anziani, ma la maggior parte di queste
colpiscono i giovani in piena attività lavorativa. Ne sono un esempio l’artrite
reumatoide e le spondiloartriti, che di solito iniziano in giovane età, come le
malattie sistemiche del connettivo che sono più tipiche della donna in età
fertile. Le malattie reumatiche non si possono
prevenire. Se non sono curate adeguatamente e nei tempi giusti, dopo 10
anni, circa il 50% delle forme più severe determina una invalidità permanente.
Nel caso dell'artrite reumatoide i processi di degenerazione sono
particolarmente intensi nei primi due anni dall’inizio della malattia e il 70%
dei pazienti presenta alterazioni ben visibili a livello delle cartilagini e
delle ossa. Entro 10 anni dalla diagnosi la metà dei pazienti risulta inabile a
svolgere le mansioni quotidiane e a lavorare e quasi un malato su cinque è
costretto a sottoporsi ad interventi chirurgici per protesi articolari.
Come informarsi
Si conoscono più di cento malattie reumatiche: artrite reumatoide, artrite
psoriasica, artrite idiopatica giovanile, lupus eritematoso sistemico,
sclerodermia, sindrome di Sjogren, connettiviti, vasculiti, spondiloartriti,
polimialgia reumatica, gotta, artrosi, fibromialgia, osteoporosi e così via. Le
patologie, se non sono riconosciute precocemente e
curate appropriatamente, possono portare all’invalidità. Per informarsi
sulle malattie reumatiche si
possono scaricare, dai siti di
ANMAR e di ALOMAR, diversi opuscoli redatti da medici reumatologi
a scopo illustrativo: Conoscere
le malattie reumatiche, Conoscere l’Artrosi, Guida pratica per pazienti con
Artrite Reumatoide, Guida pratica per pazienti con Osteoporosi, Conoscere
l’Artrite Psoriasica, La sindrome fibromialgica, Guida pratica per pazienti con
Sindrome di Sjogren e così via.
Farmaci biosimilari
Negli ultimi 15 anni l’introduzione dei farmaci biologici
(o biotecnologici) ha significativamente modificato la gestione
terapeutica delle patologie reumatologiche. Lo scadere dei brevetti dei
farmaci biotecnologici ha consentito la produzione di farmaci
biosimilari. Come ha spiegato Maria Manara, Reumatologa all’Istituto G.Pini-CTO
Milano, alla base dello sviluppo dei farmaci biosimilari c'è la stessa idea per
cui sono prodotti i farmaci generici: fornire, quando scade il brevetto,
un'alternativa più economica a chi li utilizza. I farmaci biosimilari sono
quindi creati per costituire questa alternativa più economica rispetto ai
farmaci biotecnologici originatori.
Yoga come terapia
I costi economici
Le malattie reumatiche hanno, dal punto
di vista economico, un forte
impatto sociale. Alto è l’onere che
ne deriva per il singolo cittadino e per lo Stato, sia per i costi diretti
sanitari e non sanitari (ricoveri ospedalieri, indagini diagnostiche, farmaci,
riabilitazione, terapia termale, assistenza domiciliare al paziente) sia per i
costi indiretti (giornate di lavoro perse, invalidità) che sono circa il doppio
di quelli diretti. Circa il 50% dei
pazienti con malattie reumatiche croniche è disabile e otto persone su dieci
sono costrette a convivere col dolore cronico, che si traduce in oltre 22
milioni di giornate di lavoro perse ogni anno.