Energia: fusione, presentato supermagnete made in
Italy più hi-tech al mondo
Servirà per il reattore ITER in Francia
Presentato ufficialmente il componente per la fusione nucleare più tecnologico
al mondo, un gigantesco magnete superconduttore realizzato in Italia, grazie
alla collaborazione tra industria nazionale hi-tech e ricerca con l’ENEA. Ad
ospitare l’evento lo stabilimento di La Spezia dell’azienda italiana ASG
Superconductors (famiglia Malacalza) dove vengono realizzati questi
supermagneti, che prima della riconversione hi-tech di forza lavoro e macchinari
produceva lavatrici.
“L’evento odierno conferma tangibilmente l’eccellenza e il livello di
specializzazione di cui sono capaci le imprese italiane in settori sfidanti come
quello della fusione nucleare”, ha dichiarato la viceministro allo Sviluppo
Economico Teresa Bellanova. “Che
componenti strategici, realizzati in Italia sulla base di tecnologie di punta,
siano esportati in tutto il mondo nell’ambito di grandi progetti di ricerca
internazionale, è evidentemente motivo di soddisfazione ed orgoglio per il
nostro Paese. Da parte nostra come MiSE, vi è particolare attenzione e sostegno
verso progetti ed esperienze capaci di alleanze strategiche in un settore
rilevante come quello dell’energia tra aziende del settore privato e ricerca
pubblica avanzata”, ha aggiunto. “In questo caso un’Agenzia vigilata dal Mise
quale è l’ENEA. Tanto maggiore, la nostra soddisfazione, quando il successo si
lega a importanti riconversioni
industriali che hanno consentito l’uscita da situazioni di crisi rilanciando con
la creazione di un Polo mondiale della superconduttività che oggi ci viene
invidiato a livello internazionale”, ha concluso.
“Il grande successo dell’industria e della ricerca italiana nel campo della
fusione – ha sottolineato il presidente dell’ENEA Federico Testa - dimostra come
il sistema Paese sia competitivo a livello mondiale in un settore fortemente
high-tech, che negli ultimi 20 anni ha prodotto 50 brevetti con importanti
ricadute scientifiche, economiche e occupazionali. Infatti, le imprese
interessate sono circa 500 e i contratti vinti negli ultimi anni ammontano a
circa 1 miliardo di euro, quasi il 60% del valore delle commesse europee per la
produzione della componentistica ad alta tecnologia relativa ai progetti in
questo settore”.
“Abbiamo investito per molti anni in tecnologie, competenze e risorse umane, e
ASG sta dimostrando di primeggiare nel mondo al servizio di progetti di ricerca
come il Cern e ITER con un patrimonio di esperienze che potranno in futuro avere
ricadute industriali . E’ quindi molto importante che tutto il sistema paese
continui a credere in futuro nella fusione nucleare come fonte di energia
pulita”, ha commentato il presidente di Asg Superconductors Davide Malacalza.
Il grande magnete superconduttore, noto anche come bobina toroidale, costituirà
il ‘cuore’ del reattore sperimentale ITER (International Thermonuclear
Experimental Reactor), attualmente in costruzione a Cadarache in Francia, che ha
lo scopo di dimostrare la fattibilità di riprodurre sulla Terra la reazione che
alimenta il Sole e le stelle per ottenere un’energia inesauribile, sicura e
pulita. ITER funzionerà con 18 bobine toroidali: l’Europa ne fabbricherà 10
(inclusa una di ricambio), tutte made in Italy prodotte nello stabilimento
spezzino di ASG Superconductors. Il Giappone fornirà le restanti 9.
La tecnologia e i partner coinvolti
La gigantesca bobina a forma di “D” è costituita da circa 5 km di cavi
superconduttori, misura 13 metri in altezza (rispetto al suo posizionamento nel
reattore) per 9 m di ampiezza e pesa oltre 300 tonnellate, quasi quanto l’aereo
più grande al mondo. Lo sviluppo dei cavi superconduttori, del valore di circa
17 milioni di euro per singola bobina, ha visto il coinvolgimento dell’ENEA,
l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico
sostenibile, nel ruolo di coordinatore del consorzio ICAS del quale fanno parte
anche le aziende italiane CRIOTEC Impianti S.r.l., esperta nella realizzazione
di componenti operanti alle bassissime temperature, e Tratos Cavi SpA, leader
internazionale nella produzione di cavi elettrici, elettronici e a fibre
ottiche. Il consorzio, basato sul know-how ENEA in materia superconduttività, è
nato a fine 2010 a seguito dell’aggiudicazione della gara di appalto per la
fornitura dei cavi superconduttori per i magneti necessari al confinamento del
plasma in ITER. L’altra azienda italiana SIMIC SpA ha partecipato alla
produzione di 35 piastre radiali del magnete, le strutture metalliche contenenti
il conduttore isolato nelle loro scanalature prima che queste stesse strutture
siano saldate a laser, nastrate con materiale isolante e impregnate.
Le superbobine dovranno creare uno ‘contenitore’ magnetico a forma di ciambella,
in grado di intrappolare e compattare il plasma incandescente alla temperatura
record di 150 milioni di gradi centigradi, tenendolo lontano dalle pareti del
serbatoio di ITER. L’insieme delle 18 bobine è in grado di generare un campo
magnetico di 11,8 Tesla, circa 1 milione di volte più potente del campo
magnetico della Terra!
Fusion for Energy (F4E), l’organizzazione Ue incaricata di sostenere il
programma ITER per la parte europea, ha firmato con l’industria italiana dal
2008 contratti del valore di circa 900 milioni per attività di ricerca e
sviluppo e produzione di vari componenti.
ENEA e la fusione nucleare
ENEA dà un contributo rilevante ai principali programmi di ricerca
internazionale sulla fusione (ITER, DEMO e Broader Approach) ed è tra i partner
principali delle agenzie europee EUROfusion e Fusion for Energy (F4E). A livello
nazionale, ENEA è il punto di riferimento nel progetto ITER, che vede
collaborare insieme Europa, Giappone, Stati Uniti, Russia, Cina, India e Corea.
ENEA è in prima linea anche per realizzare in Italia il Divertor Tokamak Test
facility (DTT), un progetto da 500 milioni di euro e oltre 1.800 addetti per
realizzare un polo scientifico-tecnologico tra i più avanzati al mondo per la
ricerca sulla fusione nucleare e lo sviluppo di tecnologie innovative per la
competitività dell’industria nazionale.
Il Dipartimento Fusione e Tecnologie della Sicurezza Nucleare, con i Centri di
Ricerca di Frascati e del Brasimone, vanta professionalità e dotazioni
strumentali di altissimo livello, riconosciuti quali eccellenze a livello
internazionale. Gli scienziati dell’ENEA sono stati tra i primi a realizzare
impianti per lo studio dei plasmi a confinamento magnetico, macchine per la
fusione come il Frascati Tokamak (FT) e il Frascati Tokamak Upgrade (FTU); le
attività sulla fusione hanno originato oltre 50 brevetti negli ultimi 20 anni,
con ricadute significative per lo sviluppo e la competitività delle industrie
nazionali con commesse che hanno superato il miliardo di euro.