cinque anni di studi presentati a Ravenna
al Dipartimento dei Beni Culturali
Una scoperta che fa del sito di Roccapelago un unicum europeo
e un ritrovamento unico per l’Italia
di Tiziana Rambelli
Per le mummie di Roccapelago non si tratta, come spesso accaduto, della
mummificazione volontaria di un gruppo sociale, ma della conservazione naturale
di parte della comunità sepolta tra la seconda metà del ‘500 e il ‘700.
Roccapelago si distingue in quanto la comunità è un unicum storico e attuale.
Dal ritrovamento, nel 2010, si sono aperte straordinarie possibilità di studio
per ricercatori e scienziati che sono arrivati, anche da fuori Italia, con
l’obiettivo di ricostruire la vita di queste persone: attività, cause di morte,
stato di salute, alimentazione, tipo di lavoro, rapporti di parentela,
caratteristiche genetiche, ma anche religiosità e devozione di un’intera
comunità.
Le mummie di Roccapelago, a distanza di cinque anni dall’avvio degli studi su di
loro, continuano a stupire.
Tante le scoperte presentate al convegno “Le Mummie di Roccapelago 3.0: la
rinascita degli antichi abitanti attraverso cinque anni di studi”, tenutosi a
Ravenna, presso il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Bologna,
dove peraltro sono ancora ospitati questi antichi abitanti di Roccapelago. Un
esempio virtuoso di cooperazione e collaborazione tra numerosissime specialità
che, nella cornice del “Roccapelago mummies project” il cui Principal
Investigator Mirko Traversari opera all’interno dei Laboratori di Antropologia e
DNA Antico di Ravenna, ha prodotto nel corso di questi anni scienza e
divulgazione, grazie alla coordinamento del prof. Giorgio Gruppioni.
Per le mummie di Roccapelago non si tratta, come spesso accaduto e come abbiamo
già detto, della mummificazione volontaria di un gruppo sociale (monaci, beati,
membri di famiglie illustri), ma della conservazione naturale di parte della
comunità sepolta tra la seconda metà del ‘500 e il ‘700.
Dal ritrovamento, nel 2010, si sono aperte straordinarie possibilità di studio
per ricercatori e scienziati che si sono mossi anche da fuori Italia con
l’obiettivo di ricostruire la vita: attività, cause di morte, stato di salute,
alimentazione, tipo di lavoro, rapporti di parentela, caratteristiche genetiche,
ma anche religiosità e devozione di un’intera comunità.
“Sono oltre dieci le tesi di laurea attualmente discusse che hanno come soggetto
Roccapelago, cinque le Università nazionali ed internazionali coinvolte, cinque
le Aziende Sanitarie intervenute, decine di articoli scientifici nazionali ed
internazionali ed un numero non facilmente precisabile di convegni e congressi -
spiega il dott. Mirko Traversari. La giornata di studi ha subito evidenziato
alcune peculiarità caratteristiche di questo antico paese, la popolazione per
esigenze indotte anche dal territorio, ha inconsapevolmente preservato gran
parte del pattern genetico antico, le modalità matrimoniali evidenziate dallo
studio dei registri, poi confermato dalle analisi genetiche effettuate,
candidano a tutti gli effetti al ruolo di isolato genetico l’antico borgo di
Roccapelago.”
Le scoperte
Era una popolazione dinamica e mobile, soggetta a migrazioni stagionali quali la
transumanza, la produzione del carbone o la vendita di servizi e manodopera
verso le più miti coste toscane: lo studio isotopico condotto sui capelli
evidenzia incontrovertibilmente rapporti diretti con alcune aree di questa
regione. Sapere dove una persona si è soffermata, addirittura dove ha vissuto
per qualche tempo è un'informazione che si può ricavare oggi anche solo da una
ciocca di capelli, attraverso l’analisi degli isotopi stabili dell'idrogeno e
quelli dell'ossigeno presenti nei capelli in crescita, che li assorbono
dall'acqua, dal cibo e dall'aria che si respira.
L’ottima conservazione dei tessuti, confermata da specifiche analisi FTIR (cioè
a spettroscopia infrarossa) che hanno evidenziato come si sia eccezionalmente
conservato il collagene, ha restituito interessantissimi risultati circa lo
studio del microbiota intestinale, particolarmente vario e rappresentativo delle
funzioni metaboliche correlate alla dieta.
"L’ottimo stato di conservazione ha interessato anche altri “abitanti”: gli
insetti ritrovati sui e nei corpi recuperati - chiarisce il prof Stefano Vanin,
entomologo dell'Universita' di Huddersfield - Gli insetti hanno un valore
scientifico importantissimo e hanno una correlazione fortissima con cadaveri e
mummie. Ad ogni fase di decomposizione corrisponde un certo tipo di insetti. Lo
studio entomologico ha rivelato la bontà della preservazione di questi campioni,
che in alcuni casi paiono quasi appena preparati, quello che ha stupito di più è
stato però l’alto valore tassonomico individuato, sono oltre quaranta
attualmente le varietà di insetti riconosciute, unicità assoluta sul piano
europeo, che pone il sito di Roccapelago al primo posto per numero di specie
recuperate. Lo studio degli insetti presenti sui cadaveri antichi fornisce
preziose ed importanti informazioni sulla storia del cadavere, in particolare
sugli eventi avvenuti in fase pre e
post-mortale, come ad esempio la stagione della morte, le modalità di inumazione
ed i trasferimenti del cadavere stesso. Gli insetti presenti nelle tombe possono
inoltre fornire indicazioni circa l’origine dei prodotti utilizzati dalle
popolazioni del passato e dare informazioni circa le condizioni sanitarie e la
presenza di eventuali agenti patogeni."
Le cause di morte
Non è sempre possibile sapere la causa di morte soprattutto se si tratta di
resti umani del passato. Gli studi sulle patologie aiutano l’antropologo a
determinare la morte di un individuo, ma solo in alcuni casi come i traumi,
infezioni importanti a volte di tipo epidemico, oppure per tumori ossei di tipo
maligno è possibile dichiarare la causa di morte. Lo scavo a Roccapelago ha
permesso, però, di fare una prima documentazione sullo stato di salute delle
mummie e dei resti umani scheletrizzati, dando un ampio e dettagliato anche ai
fini di ulteriori studi. La comunità di Roccapelago presentava individui di
tutte l’età, dai neonati ai senili. Sul campione infantile è difficile rilevare
tracce che ci indicano una causa di morte precisa, è possibile invece dare una
descrizione di quello che doveva essere la difficoltà di sopravvivenza dei più
piccoli, determinata senz’altro da una nutrizione insufficiente e da un’
ambiente a volte difficile per un bambino. Era elevata la mortalità entro l’anno
di vita, la percentuale di decessi poi diminuisce progressivamente negli anni di
vita successivi. Questo induceva le donne ad avere numerose gravidanze per poter
garantire una continuità generazionale, i casi più estremi recuperati dai
registri parrocchiali, si riferiscono ad almeno 13 gravidanze per singola madre.
Per quanto riguarda gli adulti, possiamo solo in alcuni casi individuare
elementi che confermano una morte avvenuta per una condizione esatta e visibile
dai resti umani recuperati. Un esempio sono i casi in cui sono presenti lesioni
craniche da fratture inferte, che hanno provocato il decesso, forse occorse
durante il lavoro quotidiano, che prevedeva la manutenzione del bosco e la
raccolta di frutti selvatici come le castagne. Un altro caso in cui abbiamo
avuto la sicurezza della causa di morte e che è visibile nel museo delle mummie,
tratta di una donna che ha subito un’operazione alquanto difficile: una
trapanazione cranica probabilmente con finalità mediche.
Si moriva per infezioni se particolarmente gravi, ad esempio nel distretto
inferiore, sono stati trovati resti ossei che a causa della malattia hanno
subito trasformazioni, cambiando notevolmente l’aspetto dell’osso ed infierendo
con forti dolori su quella persona, quando era ancora in vita. L'aiuto dato
all'analisi antropologica dalla valutazione dei registri parrocchiali, ha
inoltre permesso di far luce su quelle cause di morte veloci, acute per
utilizzare un linguaggio medico, che per loro natura non hanno il tempo di
lasciare traccia sulle ossa. Ecco che allora compaiono malattie quali una
polmonite, una forte influenza, o la cosiddetta febbre maremmana, malaria in
altri termini, che su di un fisico già debilitato potevano essere fatali.
"La mortalità infantile rappresenta un
dato di salute molto importante per lo stato di benessere della comunità -
spiega la dottoressa Carla Figus. In questo caso, su 161 infanti ritrovati nella
cripta e databili nel periodo compreso dal 1600 al 1799, la maggior parte
risulta deceduta alla nascita. Inoltre nessun parto gemellare ha avuto buon
esito. La mortalità era altissima
durante il parto e nel periodo successivo allo svezzamento".
Le malattie : tanti casi di artrosi e anche alcuni tumori
“Gli abitanti di Roccapelago vivevano duramente il loro territorio – prosegue il
dott. Traversari - che non facilitava nessuna attività lavorativa. Erano dunque
persone, sia uomini che donne, che s’impegnavano in sforzi fisici giornalieri e
che probabilmente si gravavano di carichi pesanti sia durante le attività
lavorative sia durante gli spostamenti a piedi. Ne sono un esempio la
transumanza, la produzione ed il commercio di carbone ed in generale tutte
quelle migrazioni temporanee che vedevano gli antichi abitanti trasferirsi
stagionalmente verso la Toscana ed il basso Veneto per trovare un'occupazione
come il sartore (il sarto), o il servizio all'interno di case borghesi. Alcune
patologie come quelle a carico della colonna vertebrale, del bacino e delle
spalle hanno decisamente inciso sul loro stato di salute generale. L’alta
percentuale di artrosi a carico dell'articolazione che coinvolgono femore,
coxale e vertebre, ha interessato soggetti di entrambi i sessi anche in età non
avanzata, suggerendo uno scompenso articolare per sovraccarico funzionale a
partire anche da quando erano molto piccoli. Tra le malattie metaboliche e
disordini endocrini abbiamo rilevato la presenza di osteoporosi, malattia
scheletrica caratterizzata da bassa massa ossea e da alterazioni architetturali
dell’osso. Anche i giovani adulti, di sesso maschile, erano soggetti
all’osteoporosi, in molti casi associata a degenerazioni gravi delle
articolazioni, in particolar modo dell’anca. Altri aspetti fisici mostrano
situazioni patologiche a livello dentario, che hanno portato alla perdita dei
denti anche in giovane età.
Ben rappresentato anche l’interessante studio paleoradiologico, effettuato dai
radiologi dell' ospedale Morgagni Pierantoni di Forli' e poi da quelli di
Ravenna.
" Lo studio -
spiega il dottor Enrico Petrella - ha
finemente evidenziato la presenza di aspetti degenerativi, patologici e in
alcuni casi neoplastici su alcune delle mummie meglio conservate. Soffrivano già
di tumore.”
La dieta degli abitanti di Roccapelago : tanti cereali e vegetali
"Attraverso l' analisi isotopica -
spiega il dottor Federico Lugli - abbiamo scoperto che la dieta di questi
abitanti era composta soprattutto da cereali e vegetali in gran quantità, mentre
le proteine della carne erano più scarse e forse destinate solo ad alcuni
individui, che necessitavano di maggiori energie per lo svolgimento del lavoro
quotidiano. La dieta era comunque molto diversificata."
"Dall' analisi del microbiota intestinale - chiarisce la prof.ssa Donata
Luiselli - emerge inoltre che donne e uomini di nutrivano diversamente e
che erano presenti batteri collegati a
diete fortemente diverse ".
Come si vestivano
" Gli indumenti trovati sulle mummie
- spiega la prof. Tessy Schoenholzer Nichols, nota storica del tessuto e
del costume antico del Textil Museum St. Gallen - Svizzera - fanno rilevare l’
assenza di indumenti intimi: non portavano mutande. Inoltre non indossavano
calzature, ma solo calze, più volte riparate"
Ma quale aiuto può fornire lo studio di queste mummie alla medicina odierna?
“Ad ogni medico - conclude il prof. Traversari, autore, peraltro, di uno studio
su tredici di queste mummie, pubblicato a luglio 2016 sulla celebre rivista Plos
One - viene richiesto di prendere in considerazione fenomeni degenerativi o
patologici del corpo umano, che ormai raramente possono essere osservati durante
la normale attività ospedaliera; all’antropologo è invece richiesta una
valutazione del dato multi- documentale, che sia finalizzato alla ricostruzione
del quotidiano di queste antiche persone”