*L’intera industria cinematografica mondiale è responsabile del 2 per cento
delle emissioni globali di CO2. È quanto emerge dal convegno
#CinemaInClasseA, organizzato a Roma
da ENEA e Green Cross Italia, che ha analizzato i consumi e le possibilità di
risparmio del settore in Italia. “Abbiamo calcolato che i consumi di energia e
le relative emissioni si potrebbero ridurre di circa il 20 per cento, se tutte
le produzioni cinematografiche adottassero protocolli di sostenibilità per la
realizzazione dei propri film”, ha sottolineato Antonio Disi dell’ENEA,
coordinatore della Campagna nazionale per l’efficienza energetica
Italia in classe A, promossa dal
Ministero dello Sviluppo Economico e realizzata dall’ENEA.
*
Dall’Industria 4.0 alla Bioinformatica fino a Big Data. Sono solo alcuni degli
ambiti innovativi su cui si inserisce la nuova scuola di dottorato in Data
Science and Computation attivata da Università di Bologna e Fondazione
Golinelli. Approvato dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione
dell’Alma Mater, il progetto ha già raccolto l’interesse di Politecnico di
Milano, Cineca, CNR, INFN, Istituto Italiano di Tecnologia e ISI Foundation. E
anche la Regione Emilia-Romagna si è detta pronta a sostenere l’iniziativa. Si
tratta di un corso innovativo, di ampio respiro multidisciplinare, che punta a
diventare un’eccellenza a livello internazionale nel campo di Big Data e Data
Science, spaziando da Economia e Finanza a Materiali e l’Industria 4.0, da
Medicina e Genomica alla Bioinformatica, da Hardware e Infrastrutture al Machine
Learning e Deep Learning, fino ad arrivare alla Fisica Computazionale. Il
dottorato sarà funzionale a sostenere la ricerca anche in ambiti significativi
per le attività del Data Center del Centro europeo per le previsioni
meteorologiche a medio termine (ECMWF) che, come recentemente annunciato, si
sposterà da Reading proprio a Bologna.
* “L’efficienza energetica ha dimostrato di poter giocare un ruolo determinante
per l’economia, generando filiere industriali
made in Italy e nuovi posti di
lavoro, grazie anche al sistema di incentivazione per la riqualificazione
energetica del patrimonio edilizio”, ha sostenuto Federico Testa, presidente
dell’ENEA, in occasione del convegno “Efficienza energetica nelle pubbliche
amministrazioni locali: politiche e strumenti per la riqualificazione del
patrimonio immobiliare italiano”. In Italia
gli edifici della Pubblica
Amministrazione sono oltre
13mila e consumano
4,3 TWh di energia l’anno per
una bolletta complessiva di circa 650
milioni di euro. Quelli più energivori sono circa il 20% del totale, con
un consumo pari a 1,2 TWh e una spesa di 177 milioni di euro.
“Per rendere efficienti energeticamente gli edifici più energivori della PA – ha
spiegato Testa - servirebbe investire circa 1 miliardo di euro. In questo modo
si riuscirebbero a tagliare i consumi mediamente del 40%, risparmiando ogni anno
circa 75 milioni di euro sulla bolletta. Inoltre, questa operazione
permetterebbe di creare oltre 13mila nuovi posti di lavoro e tagliare 130 mila
tonnellate di emissioni di CO2”.
Testa ha sottolineato come la rivoluzione in chiave
green della Pubblica Amministrazione
sia già partita grazie all’impulso della direttiva europea 27/2012
sull’efficienza energetica e al decreto legislativo di recepimento 102/2014, che
prevedono un tasso di riqualificazione energetica del 3% l’anno della superficie
occupata dalla Pubblica Amministrazione Centrale.
Testa ha poi ricordato che le famiglie italiane negli ultimi 10 anni hanno
realizzando 2,5 milioni di interventi per rendere più efficienti le proprie
abitazioni, un investimento di circa 28 miliardi di euro che ha permesso di
tagliare 26 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica.
“L’ecobonus nel residenziale – ha
concluso Testa – ha già
contribuito a creare circa 50 mila nuovi posti di lavoro l’anno nell’edilizia,
un settore fortemente colpito dalla crisi economica. Ma per ottenere risultati
ancora più rapidi e significativi sia per l’economia che per l’ambiente
bisognerebbe puntare a interventi di deep
renovation, che potrebbero abbattere del 60-80% i consumi dei condomini
italiani più energivori”.
*Il Premio Nazionale del Presidente della Repubblica per le discipline comprese
nella Classe di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali, a Luca BINDI,
Professore di Mineralogia e Petrografia presso il Dipartimento di Scienze della
Terra all’Università di Firenze.
Il Prof. Luca Bindi ha contribuito alla scoperta di nuove specie mineralogiche.
Tra queste spicca, per essere stata citata come determinante per il conferimento
del premio Nobel per la Chimica 2011 all’israeliano Dan Schechtman, quella della
icosaedrite, primo quasicristallo naturale, rinvenuta in grani micrometrici
nella meteorite di Katyrka, nelle montagne Koryak, nella penisola di Kamchatka,
in Russia. La scoperta di questo primo quasicristallo naturale, avvenuta nel
2009, ha aperto una nuova frontiera alla ricerca sullo stato solido, non solo
fornendo all’Ingegneria dei materiali un’intera nuova categoria di composti da
sintetizzare con un amplissimo potenziale d’uso, ma anche apportando concezioni
innovative alle Geoscienze, all’Astrofisica e alla Cosmochimica. Questa scoperta
ha ispirato la ricerca di nuove conformazioni simmetriche della materia solida
con caratteristiche fisiche e chimiche che potrebbero tradursi in uno scatto in
avanti dell’ingegneria, garantendo nuove utilizzazioni e applicazioni. Un nuovo
quasicristallo, la decaedrite, scoperto questo anno dal gruppo che fa capo a
Bindi, ne è la prima conferma.
*Anche gli chef, come già provato per i musicisti e gli alpinisti, presentano un
cervelletto più sviluppato rispetto alle persone che svolgono altri lavori. A
rivelarlo uno studio dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del
Consiglio nazionale delle ricerche (Ibfm-Cnr) di Catanzaro pubblicato sulla
rivista Plos One. I ricercatori si sono chiesti se il lavoro di direzione di
cucina possa produrre un iper-sviluppo cerebrale e rendere più abili e veloci:
le attività che richiedono un continuo aggiornamento e perfezionamento delle
capacità acquisite nel tempo sono infatti di fondamentale interesse scientifico.
“Le neuroscienze si sono sempre occupate di musicisti, scacchisti, taxisti e
sportivi, dimostrando che l’allenamento finalizzato al miglioramento delle
proprie prestazioni produce fenomeni di plasticità neurale rilevabili con le
tecniche di risonanza magnetica”, spiega Antonio Cerasa, ricercatore Ibfm-Cnr,
che ha ideato e coordinato lo studio. “Nessuno, però, aveva mai studiato gli
chef, una categoria di lavoratori impegnati per lunghi periodi di tempo in
un’attività motoria e soprattutto cognitiva molto particolare”.