IL REFERENDUM SULLA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE, UNA PIETRA MILIARE PER IL FUTURO
DEL NOSTRO PAESE
di GIUSEPPE NISTICÒ
Direttore Generale dell’European Brain Research Institute, Rita Levi Montalcini
Foundation, Rome
In un momento veramente delicato e difficile della vita politica in Italia,
specie dopo i risultati delle elezioni amministrative la gente comune chiede
chiarezza politica e si aspetta finalmente dopo decenni di delusioni
l'approvazione della riforma della Costituzione, che semplifica le procedure e
riduce drasticamente il numero dei politici.
Mi sono schierato apertamente a favore del Sì al referendum e insieme con l’ex
sottosegretario Carmelo Puija abbiamo costituito un apposito Comitato a livello
della Regione Calabria e a livello nazionale. Va detto immediatamente che il
voto sul referendum non è un voto a favore o contro il Governo Matteo Renzi
bensì un voto per affrontare e risolvere il problema delle Riforme
costituzionali dopo decenni di lunghe, estenuanti ed inutili discussioni.
Un voto cioè per migliorare e semplificare alcuni aspetti dell’assetto delle
Istituzioni e da cui derivano benefici per i cittadini. È assolutamente
sbagliato pensare che votando No si voti contro Renzi; in realtà, si fa un danno
al Paese e a se stessi e non si consente di fare una Riforma di cui c’è enorme
bisogno mantenendo lo status quo e cioè conservando ancora lo stesso numero di
parlamentari e continuando a essere impaludati nelle lunghe procedure per fare
nuove leggi, con uno sterile ping-pong fra Camera e Senato che rende il sistema
pesante, inefficiente e a volte paralizzante.
Accompagnato dalla parlamentare del Pd Stefania Covello, carissima mia amica,
sono stato ad illustrare al
ministro delle Riforme Maria Elena Boschi il progetto politico che intendiamo
portare avanti con l’On. Puija.
Sono rimasto impressionato favorevolmente dal ministro Boschi che non avevo
avuto il privilegio di conoscere prima, impressionato perché è una donna giovane
e brillante, di grande onestà intellettuale e morale e di una determinazione non
comune.
Il Ministro ha voluto approfondire alcuni aspetti relativi al significato della
riforma della Costituzione e ne ha analizzato le prospettive e l'impatto a
livello europeo. Il sottoscritto anche a nome dell’Onorevole Pujia e dei membri
del direttivo dei movimenti popolari da loro fondati ormai da anni, ha
confermato al Ministro di essere motivato
ed impegnato a promuovere sul territorio una serie di riunioni ed eventi
volti a sottolineare l'importanza della riforma della Costituzione per il nostro
Paese. Bisogna profondere tutte le energie per coinvolgere nel processo
riformatore uomini di valore del mondo scientifico e della ricerca e personalità
di alto spessore culturale. È giunto il momento in cui i cittadini devono
scendere direttamente in campo per difendere i loro sacrosanti diritti, non
essere più presi in giro ed agire per approvare le riforme ormai troppo a lungo
rinviate, dissipando così con il loro voto la confusione generata di proposito
da tutti i partiti politici, che vogliono conservare lo stato attuale temendo di
perdere il potere e i privilegi di cui finora hanno goduto. Soltanto con
l'approvazione delle riforme e mantenendo gli impegni assunti dal governo e dal
Parlamento i cittadini potranno riconfermare la loro fiducia nei partiti
tradizionali e nelle istituzioni. Inoltre la riforma consente con l’esistenza di
una sola Camera di approvare le leggi in tempi più rapidi e con maggiore
efficienza.
Secondo Pujia, oltre al "laboratorio Calabria", volto alla costituzione di una
rete di sindaci, di liste civiche e dell'area di centro-destra, ci si propone di
estendere la rete in altre Regioni d'Italia attraverso l'inserimento nei
circuiti di personalità di alto prestigio, che sono convinte della validità
delle ragioni a favore del referendum. Finalmente con la riforma costituzionale
molte persone morbosamente attaccate alle poltrone dovranno rassegnarsi a
rinunciare che il nuovo Senato sarà costituito solo da 100 senatori invece dei
315 attuali. Ciò consentirà un enorme risparmio di risorse pubbliche che
potranno essere indirizzate a creare nuovi posti di lavoro specie nel campo
della ricerca scientifica.
È necessario infatti in questo momento di particolare crisi potenziare le
Università e la Ricerca scientifica che si sta conducendo in Italia in
qualificati Istituti sia pubblici che privati che sono accreditati da anni a
livello internazionale. Il ministro Boschi ha confermato il suo massimo impegno
a valorizzare il patrimonio umano dei nostri giovani e gradualmente incrementare
la percentuale di PIL per la ricerca scientifica. Infatti ancora oggi il nostro
Paese rimane in Europa una delle cenerentole e gli investimenti in ricerca sono
significativamente inferiori a quelli di altri Paesi come Svezia, Inghilterra e
Francia. Il ministro Boschi ha ribadito che il governo riconosce come priorità
del suo programma gli investimenti sull’ innovazione e sulla ricerca e sulle
tecnologie avanzate i cui risultati ci consentono di essere competitivi a
livello internazionale. Ma per fare tutto questo è necessario a mio avviso
mantenere un quadro di stabilità politica in Italia.
Difatti, come di recente ha ribadito la stessa Confindustria la stabilità
politica è essenziale per la ripresa economica dal momento che il nostro Paese a
partire dal 2008 ha subito una contrazione della produzione industriale del 20%.
Ed è naturale che la crisi economica colpisca innanzitutto le classi più deboli
dei cittadini. Non va sottovalutato il fatto che in caso di malaugurata vittoria
dei No sul referendum ci sarebbe in Italia una situazione di caos politico e
l’impossibilità di formare un nuovo
governo porterebbe ad elezioni anticipate il cui esito non è assolutamente
scontato a favore dei partiti tradizionali.
Con nuove elezioni ci sarebbero spese enormi per il nostro Paese con il rischio
di riportare l’Italia in recessione, verrebbe meno la credibilità in Europa e
chiaramente non ci sarebbe più la forza con cui il Presidente Renzi sta
lavorando per modificare le strategie economiche e finanziarie dell’Europa
chiedendo maggiore flessibilità e investimenti per la crescita, lo sviluppo e il
lavoro.
Soltanto la vittoria del Sì alla riforma conferirà maggiore stabilità al quadro
politico del nostro Paese e consentirà di dare maggiore forza e incisività al
ruolo che il nostro governo dovrà svolgere in Europa.
Il sottoscritto si augura che anche Forza Italia, sotto la guida di Gianni
Letta, sappia riprendere il ruolo di protagonista del processo riformatore e che
il presidente Berlusconi possa gradualmente uscire dalla vita politica “a testa
alta” e cioè da padre nobile della Patria. La nuova Forza Italia dovrà
finalmente ricollocarsi sulle posizioni originarie di centro e cioè di un centro
moderato nel contempo cattolico e liberale, ben lontano dalle posizioni
demagogiche, aggressive e xenofobe della Lega di Salvini, di Marine Lepen e di
Donald Trump. Dopo l'approvazione del referendum, mi auguro anche con l'appoggio
di Fi, Berlusconi potrà incidere per migliorare la legge elettorale e per far
assumere a Matteo Renzi l'impegno di modificare in tempi brevi la riforma
costituzionale, inserendo l'elezione diretta del Presidente della Repubblica.
È una sfida questa del referendum, ha detto il ministro Boschi, che dobbiamo
assolutamente vincere ed è per questo che faccio un appello a tutti gli uomini e
alle donne, giovani e anziani di buona volontà, che hanno a cuore il destino
delle nuove generazioni e la credibilità del nostro Paese a livello
internazionale di scendere in campo con tutte le loro energie a favore del Sì.