Istituto Italiano di Tecnologia (IIT)
E’ nato R1, umanoide personale
per uso casalingo
e professionale
di Giuditta Bricchi
R1 (Your Personal Humanoid) è l’ultimo arrivato della grande famiglia robotica
dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT)
(www.iit.it
). Portare i robot umanoidi nelle case degli italiani è l’obiettivo di un
progetto ambizioso, di cui il responsabile è Giorgio Metta, vicedirettore
scientifico dell’Istituto. Siamo all’inizio del passaggio dalla fantascienza
alla realtà? Verranno creati robot simili a quello del
film “Io e Caterina” di
Alberto Sordi? R1 è stato costruito
partendo dalle competenze acquisite per creare
iCub, robot umanoide finalizzato agli studi sull'intelligenza
artificiale. Mentre per iCub,
prodotto di ricerca, il costo non è importante, per R1 invece il prezzo è
fondamentale per avere successo nel mercato di massa.
R1 Your Personal Humanoid – L’importanza scientifica e sociale del
nuovo umanoide
dell’ecosistema robotico dell’IIT è stata sottolineata nella
presentazione all’Associazione Stampa Estera di Milano. Concepito per
operare in ambienti domestici e professionali, costerà inizialmente come una
piccola automobile e in futuro, come prodotto sul mercato, poche migliaia di
euro. Giorgio Metta ne ha
illustrato le caratteristiche: R1
ha un design italiano, un’ altezza di 1,25 m, pesa 50 kg ed è realizzato
per il 50% in plastica e per il restante 50% in fibra di carbonio e metallo. Nei
prossimi 12-18 mesi l’Istituto Italiano di Tecnologia realizzerà il modello di
produzione e di commercializzazione
su larga scala, con il coinvolgimento di investitori privati.
Scienziati, tecnici e creativi - La squadra che, in soli 16 mesi, ha originato
R1 Your Personal Humanoid è giovane, con un età media di 37 anni. Un gruppo di
22 scienziati e tecnici ( ingegneri meccanici, elettronici e softwaristi
) di IIT ha lavorato con
progettisti industriali dell’area genovese e con un gruppo di industrial &
graphic designer provenienti dalle realtà creative di Milano e di Barcellona. Il
team dei creativi comprende 12 persone di 5 nazionalità diverse. La
collaborazione tra designers, creativi e neuroscienziati è fondamentale per
scegliere gli aspetti della forma e del movimento del robot in modo da farlo
sembrare più “umano”. L’ Intelligenza Artificiale (IA) di R1 è stata studiata e
sviluppata direttamente sull’umanoide, poiché, secondo le più recenti
indicazioni delle neuroscienze, l’intelligenza si sviluppa in maniera funzionale
al corpo che la ospita. Le versioni future del robot incorporeranno materiali
intelligenti, biodegradabili, sensori sempre più sofisticati e batterie più
efficienti.
L’Intelligenza artificiale
«R1 ha un’intelligenza studiata e sviluppata direttamente sul suo corpo, spiega
Giorgio Metta. Ciò significa ad
esempio
che la sua capacità di riconoscere gli oggetti e quindi di interagire con loro
aumenta a mano a mano che il computer “cresce” e immagazzina quegli oggetti nel
suo database». R1 è cioè una macchina che diventa più intelligente con
l’avanzare degli anni. R1 sa
prendere decisioni e risolvere problemi perché è equipaggiato con un sistema di
Intelligenza Artificiale e cognitive computing d’avanguardia. «A differenza
della maggior parte dei team che conducono studi sull’Intelligenza Artificiale –
sottolinea Giorgio Metta - noi sviluppiamo le capacità del robot lavorando
direttamente sul prototipo. È questa la cosiddetta “cognizione incorporata”
(embedded cognition), cioè l’idea, supportata dalle evidenze neuroscientifiche,
che la cognizione, anche la più astratta e simbolica, non sia indipendente dal
corpo che la implementa».
Anatomia del robot
•
L’altezza di R1 è variabile, il suo corpo si estende da 125 a 140 cm
grazie a un busto allungabile. Le sue braccia si possono estendere, per
raggiungere oggetti lontani, di 13 cm in avanti. Il torso, oltre a muoversi in
alto e in basso, si può anche torcere lateralmente. L ‘autonomia di
movimento è garantita per
circa 3 ore da una batteria; quando questa si scarica, basta collegare il robot
alla presa elettrica di casa tramite un alimentatore, proprio come se
fosse un elettrodomestico. R1 riesce a muoversi negli ambienti grazie a ruote
che gli permettono di raggiunge una velocità di 2 km/h (valore determinato dai
progettisti come limite di sicurezza).
•
Il volto è costituito da uno schermo LED a colori, le cui facce
stilizzate danno al robot le espressioni utili alla comunicazione non verbale
con l’uomo. Brevettato da IIT, lo schermo è pensato per avere un costo basso;
ospita i sensori per la visione ( 2 telecamere stereo e 1 scanner 3D ), i
sensori per l’equilibrio ( 1
accelerometro e 1 giroscopio) e i sensori
per la generazione e percezione del suono ( altoparlanti e 1 microfono).
Nella pancia alloggiano i 3 computer che governano le capacità del robot (
calcolo, movimento della testa, controllo dei sensori e così via). Una scheda
wireless permette al robot di collegarsi alla rete internet, ricavando
informazioni utili alla sua interazione con l’uomo e gli aggiornamenti del suo
software.
•
Le mani e gli avambracci del robot sono ricoperti di una pelle
artificiale, ovvero di un sensore che conferisce al
robot
il senso del tatto, permettendogli di “sentire” l’interazione con gli oggetti
che manipola. Le mani hanno la forma di due guanti a manopola (muffola), con un
polso sferico, grazie a cui il robot può sollevare pesi fino a 1,5kg e chiudere
completamente la presa attorno ad oggetti cilindrici come bottigliette e
bicchieri.
•
Per rispondere agli standard di sicurezza, tutti i motori e giunti di R1
sono dotati di una sorta di “frizione” che controlla il movimento del robot,
attenuandolo, durante gli urti. I motori sono in totale
28 ( 2 per la testa e collo, 4 per il torso, 8 per ciascun braccio, 2 per
ciascuna mano, 1 per ciascuna delle 2 ruote).
Tutti i robot di IIT
Nel settore della robotica l’Istituto Italiano di Tecnologia è tra i migliori
centri di ricerca al mondo. La sua robotica è costituita da un ecosistema di
macchine ispirato ai sistemi biologici ( dalle piante agli esseri umani ) che si
articolano in 8
piattaforme (di cui quattro sono umanoidi):
•
iCub, per gli studi sull’intelligenza artificiale.
•
WALK-MAN, per l’intervento in situazioni di emergenza.
•
CoMan, per lo sviluppo di alte performance biomeccaniche.
•
R1 per l’uso in ambienti domestici e professionali.
•
Animaloide HyQ per la perlustrazione di zone remote e di ambienti
alterati in seguito a disastri naturali o di origine umana.
•
Plantoide che imita il comportamento delle radici delle piante ed è in
grado di leggere lo stato di salute del suolo.
•
Robotica riabilitativa che sviluppa protesi di arto inferiore e
superiore, esoscheletro e fisioterapia robotica total-body.
•
Robotica chirurgica assistiva.
La robotica in futuro - La robotica
di oggi è una palestra tecnologica in cui si testano alcune delle frontiere
innovative più avanzate, quali nuovi materiali (super resistenti, flessibili,
leggeri, biodegradabili), nuovi fonti energetiche (portabili, rinnovabili,
efficienti). I prossimi decenni
vedranno un nuovo ecosistema di umanoidi affiancare e aiutare gli umani a casa,
al lavoro e negli ambienti ostili o semplicemente intrattenere i nostri bambini
o aiutare i nostri anziani. Saranno macchine sociali capaci di interagire con
l’uomo e di muoversi in ambienti domestici o lavorativi. Queste macchine non
saranno repliche dell’essere umano, ma macchine dotate di un’ intelligenza
artificiale che consentirà loro di svolgere compiti più o meno complessi in base
agli algoritmi con cui sono state progettate.