Il Mondo Fluttuante dei maestri giapponesi
Hokusai, Hiroshige, Utamaro
di Giuditta Bricchi
Le celebrazioni del 150° anniversario del primo Trattato di Amicizia e di
Commercio tra l'Italia e il Giappone (www.it.emb-japan.go.jp/150/index.html)
continuano, dal 20 settembre 2016 al 29 gennaio 2017, con la grande mostra
"Hokusai, Hiroshige, Utamaro” (www.hokusaimilano.it
) al Palazzo Reale di Milano. Con una selezione di oltre duecento opere
provenienti dall’Honolulu Museum of Art,
l’esposizione presenta uno dei momenti più significativi della cultura
figurativa del Sol Levante conosciuta sotto il nome di ukiyoe (immagini del
Mondo Fluttuante). Questo termine si riferisce alla produzione pittorica e
silografica di epoca Edo (1615-1868). Tale filone artistico influenzò nel
profondo la sensibilità artistica europea di fine Ottocento, condizionandone il
gusto e travalicando l’ambito figurativo (Giacomo Puccini ambientò in Giappone
“Madama Butterfly”). L’esposizione, promossa e prodotta dal Comune di Milano,
Palazzo Reale e MondoMostre Skira, è curata da Rossella Menegazzo, docente di
Storia dell’Arte dell’Asia Orientale, Università degli Studi di Milano.
Katsushika Hokusai
La
cascata
di Yoshino nella provincia di Yamato dove
Yoshitsune lavò il suo cavallo,
dalla serie Viaggio tra le cascate
giapponesi, 1832-1833 circa xilografia
policroma, 37,9 x 25,9 cm
Il Mondo Fluttuante (ukiyoe)
riflette l'epocale passaggio dal sistema feudale dei samurai ad una società
urbanizzata e borghese che democratizzò l'intrattenimento e le arti anche
attraverso l'editoria. Tale cambiamento è illustrato nelle stampe del Mondo
Fluttuante, riprodotte e serializzate grazie alla tecnica della xilografia.
Questa procedura, attraverso un linguaggio grafico semplice e raffinato,
diffondeva su carta la bellezza dei piccoli piaceri della vita, le meraviglie
della natura e la grazia femminile.
Le stampe del Mondo Fluttuante,
poco costose prodotte in massa, permisero un’ampia diffusione e conoscenza dei
luoghi e dei soggetti rappresentati secondo il gusto della nuova classe borghese
nata nella capitale Edo ( antico
nome di Tokyo). Originariamente, i soggetti principali erano la vita di città,
in particolare le attività quotidiane e le scene dei quartieri dei divertimenti,
cortigiane e beltà femminili, lottatori di sumo e attori famosi del teatro
kabuki ritratti in scena o dietro le quinte. Solo in un secondo momento
divennero popolari anche i paesaggi di luoghi che andavano affermandosi come
classiche mete di viaggio.
Maestri di un’arte nuova -
Katsushika Hokusai (1760-1849), Utagawa Hiroshige (1797-1854), Kitagawa
Utamaro(1753-1806) sono tre grandi artisti, campioni nello stile ukiyoe. Un'arte
nuova, per metà artigianale, che al disegno d'artista univa il lavoro
dell'editore, degli intagliatori e degli stampatori e si materializzava in
cartoline economiche e di piccole dimensioni che con la loro circolazione si
trasformarono in una moda, partecipando alla costruzione di un'identità
nazionale e alla diffusione dell'immagine ammaliante del Giappone, anche fuori
dai confini. I tre artisti hanno
saputo convogliare nelle proprie opere l'essenza di una cultura millenaria.
Le loro immagini sono ancora punti di riferimento nella nostra cultura
contemporanea, si pensi in particolare a La Grande Onda, rappresentata
tanto nella copertina del libretto di “La Mer” di
Debussy ( 1905) quanto nella musica pop e nella scenografia di uno dei
cantautori italiani più amati, Lorenzo Jovanotti.
Utagawa Hiroshige
41
–
Narumi. Negozi che vendono i celebri
tessuti shibori, dalla serie
Cinquantatré stazioni di posta del Tôkaidô,
1848-1849 circa
Xilografia policroma
Il giapponismo (influenza dell’arte giapponese sull’Occidente) ebbe inizio a
metà Ottocento, quando con l’apertura forzata dei porti giapponesi alle potenze
occidentali si pose fine a un lungo periodo di isolamento. Iniziarono così a
circolare in Europa e in America articoli e oggetti artigianali provenienti
dall’ Oriente ( lacche, stampe, ceramiche, paraventi, kimono).
Le coloratissime silografie ukiyoe dei maggiori artisti diventarono di
gran moda nonché oggetti di collezionismo soprattutto tra gli intellettuali e
gli artisti parigini.
Il percorso della mostra propone una selezione di silografie delle serie più
significative dei tre artisti. La
mostra mette in luce il mercato dell’immagine dell’epoca, che richiedeva di
trattare soggetti precisi, luoghi e volti ben noti al pubblico, temi e
personaggi alla moda. Si rileva come fossero ricorrenti gli stessi soggetti e
come, per continuare a venderli nel tempo, gli editori fossero obbligati ad
escogitare vari espedienti (formati
diversi, inquadrature diverse). Le opere sono suddivise in 5 sezioni:
•
Paesaggi e luoghi celebri: Hokusai e Hiroshige
•
Tradizione letteraria e vedute celebri
•
Hokusai; Rivali di “natura”: Hokusai e Hiroshige
•
Utamaro: bellezza e sensualità
•
I Manga: Hokusai insegna
Katsushika Hokusai divenne famoso
soprattutto come autore di stampe, anche se si dedicò molto anche alla pittura.
Celebri sono i suoi surimono ( stampe augurali di carattere privato) e varie sue
serie di silografie che rappresentano le vedute di ponti famosi, di cascate e le
celebri trentasei vedute del Monte Fuji. In particolare, fra queste, La grande
onda di Kanagawa (anche nota solo con il nome di La grande onda), divenuta quasi
un simbolo dell’arte nipponica di quegli anni,
diffusasi nella cultura di massa e riutilizzata anche in ambito
pubblicitario.
Kitagawa Utamaro
Koharu e Jihei,
dalla serie Modelli alla moda nello stile
di Utamaro, 1798-1799, Xilografia policroma,
35,5 x 23,8 cm
Utagawa Hiroshige è considerato uno dei più grandi paesaggisti giapponesi, noto
per la grande ricchezza di particolari delle sue opere e per l’eccelsa
conoscenza dell’arte occidentale. Celebre è la serie Cinquantatré stazioni di
posta del Tokaido.
Kitagawa Utamaro è ricordato
soprattutto in relazione al suo interesse per i ritratti di donne, eseguiti
spesso a mezzo busto, tecnica che lo inserisce fra i grandi innovatori di questo
genere. L’arte che rappresenta la bellezza e la sensualità femminile è detta
bijin-ga, letteralmente «dipinti di belle donne».