I rilevamenti satellitari aiutano a individuare le
faglie del terremoto
Ricercatori CNR e INGV hanno individuato la faglia sorgente del sisma di
Amatrice analizzando i movimenti permanenti del terreno individuati con il
satellite giapponese ALOS 2. È stato evidenziato un abbassamento del suolo a
forma di cucchiaio, con un valore massimo di circa 20 centimetri nell’area di
Accumoli. La faglia sorgente del terremoto di Amatrice si colloca a pochi
chilometri di profondità nella zona compresa tra Amatrice e Norcia.
Mappa della deformazione ottenuta elaborando, con la tecnica
dell'Interferometria Differenziale, le immagini radar del satellite ALOS 2
acquisite il 09/09/2015 (pre-evento) ed il 24/8/2016 (post-evento); la zona in
rosso evidenzia l’area affetta dall’abbassamento (allontanamento dal radar)
dovuto agli eventi sismici, che raggiunge circa 20 centimetri in corrispondenza
di Accumoli.
Nell’emergenza post terremoto il Dipartimento della Protezione Civile, fin dalle
primissime ore dopo il sisma, ha attivato i suoi centri di competenza nei
settori della sismologia e dell’elaborazione dei dati radar satellitari –
Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico
dell’Ambiente, CNR-IREA di Napoli) e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia (INGV) – per un’analisi di dati satellitari volta alla misura dei
movimenti del suolo innescati dalle scosse ed allo studio delle sorgenti
sismiche.
“Utilizzando i dati del satellite giapponese ALOS 2, ottenuti tramite progetti
scientifici, un team di ricercatori di CNR e INGV ha misurato con alta
precisione i movimenti permanenti del suolo originati durante il terremoto,
utilizzando la tecnica dell'Interferometria Differenziale”, spiega Riccardo
Lanari, direttore del CNR-IREA. “Essa consente, confrontando immagini radar
acquisite prima dell’evento con immagini successive al sisma, di rilevare
deformazioni della superficie del suolo con accuratezza centimetrica. In
particolare, è stato evidenziato un abbassamento del suolo a forma di cucchiaio
che si estende per circa 20 Km in direzione Nord ed ha un valore massimo di
circa 20 centimetri in corrispondenza dell’area di Accumoli”.
Mappa della deformazione ottenuta elaborando, con la tecnica
dell'Interferometria Differenziale, le immagini radar del satellite ALOS 2
acquisite il 09/09/2015 (pre-evento) ed il 24/8/2016 (post-evento); la zona in
rosso evidenzia l’area affetta dall’abbassamento (allontanamento dal radar)
dovuto agli eventi sismici, che raggiunge circa 20 centimetri in corrispondenza
di Accumoli.
La mappa dei movimenti del suolo è stata poi utilizzata per sviluppare dei
modelli fisico-matematici della faglia che ha originato il terremoto. Le faglie
possono essere visualizzate come dei piani di frattura lungo i quali si ha lo
scorrimento dei due blocchi di crosta terrestre: quando il movimento è molto
rapido si genera un terremoto. “La faglia sorgente del terremoto di Amatrice si
colloca a pochi chilometri di profondità nella zona compresa tra Amatrice e
Norcia, passando sotto Accumuli. Si tratta di un piano di frattura lungo circa
25 km che si immerge verso sud ovest (verso Rieti) con una inclinazione di 50°.
Tale piano corrisponde ad una faglia in parte già nota da studi geologici
di superficie”, precisa Stefano Salvi dell’INGV. “La conoscenza di dettaglio
della posizione e delle caratteristiche delle sorgenti sismiche è un elemento
fondamentale per la gestione dell'emergenza ed è importante anche per la
redazione di mappe di pericolosità sismica sempre più affidabili”.
Localizzazione preliminare del piano di faglia che ha generato il terremoto di
Amatrice. Il rettangolo rappresenta la proiezione in superficie del piano di
frattura, i colori indicano la quantità di scorrimento avvenuto durante la
frattura (valori in metri). Sono mostrati anche i due eventi maggiori della
sequenza al 25/8 (pentagoni rossi) e tutte le repliche fino al 25/8 (cerchi
bianchi).
Localizzazione preliminare del piano di faglia che ha generato il terremoto di
Amatrice. Il rettangolo rappresenta la proiezione in superficie del piano di
frattura, i colori indicano la quantità di scorrimento avvenuto durante la
frattura (valori in metri). Sono mostrati anche i due eventi maggiori della
sequenza al 25/8 (pentagoni rossi) e tutte le repliche fino al 25/8 (cerchi
bianchi).
L’obiettivo del Dipartimento della Protezione Civile, durante un’emergenza
sismica, è quello di ottenere in tempi brevi un quadro sinottico delle
deformazioni e degli spostamenti del suolo causati dal sisma nell’area
epicentrale. Questi risultati sono frutto della lunga e consolidata
collaborazione promossa dal Dipartimento tra i propri Centri di Competenza – in
questo caso CNR-IREA e INGV. Sulla base delle loro competenze, questi centri
supportano il DPC nell’utilizzo dei dati e delle informazioni satellitari e
nella loro integrazione con i dati in situ; quest’attività ha permesso lo
sviluppo di prodotti, metodi e procedure che hanno migliorato le capacità del
sistema nazionale di allertamento e di risposta all’emergenza. I risultati da
questo primo
monitoraggio interferometrico sono disponibili per l’intero Sistema Nazionale di
Protezione Civile attraverso il Dipartimento della Protezione Civile, impegnato
nel coordinamento della gestione dell’emergenza.