Beatificata la madre
dei più poveri tra i poveri
La piccola matita di Dio, come lei stessa amava definirsi, ha veramente dato un
nuovo volto ed un nuovo significato alla sofferenza umana, in India come in
qualsiasi altra parte del mondo, dove il dolore è tanto grande da trasfigurarsi,
in dissolvenza, nel volto di Gesù
sulla croce
di Luisa Monini
Calcutta è l’ estremo confine della
terra, trecentomila sui marciapiedi a viverci; un bambino su otto ha probabilità
di
essere
un adulto in salute. Su dodici milioni di abitanti almeno quattro milioni
soffrono di tubercolosi: la chiamano febbre rossa perché sputi sangue, negli
slum si vive in dodici persone in cinque metri quadri invasi da liquami. Questo
si legge. Ma questo non dice niente di Calcutta...Perché lì è accaduto qualche
cosa. Una presenza che capovolge persino il senso di quelle cifre, addirittura
ribalta la morte, un nucleo pazzesco d’amore: Madre Teresa.
Così scrive Renato Farina nel suo libro dedicato a Madre Teresa, da poco Santa,
da sempre la MADRE.
Bisogna esserci stati a Calcutta per capire chi, quando parla o scrive di Madre
Teresa, rischia forte la commozione; bisogna aver visitato la Mother House nella
Lower Circular Road e nell’ atmosfera di Calcutta, sporca, maleodorante, con uno
smog che toglie il respiro, con le sue luci, i suoi colori, i suoi corvi sospesi
nel cielo in attesa dell’ ultima pira, per rimanere segnati per sempre dentro.
Tutto rimane impresso e non solo nella memoria ma in ogni altra parte del corpo
che ha respirato, mangiato, camminato, sentito e veduto ciò che mai avresti
immaginato potesse esistere. E, sopra ogni altra cosa, ovunque, loro: i fuori
casta, i più poveri tra i poveri. Riconoscersi in quegli uomini, in quelle
donne, e sentirli sin nel profondo fratelli e sorelle, con le loro ferite
visibili e invisibili, è un miracolo d’amore. E Madre Teresa l’ha compiuto, per
una scelta di Fede che ha trasmesso attorno a sé come la più contagiosa delle
malattie trasmissibili.
La piccola matita di Dio, come lei stessa amava definirsi, ha veramente dato un
nuovo volto ed un nuovo significato alla sofferenza umana, in India come in
qualsiasi altra parte del mondo, dove il dolore è tanto grande da trasfigurarsi,
in dissolvenza, nel volto di Gesù
sulla croce.
In una terra dove il cristianesimo è in netta minoranza rispetto all’induismo,
al buddismo, alla religione mussulmana e ad altre innumerevoli
piccole sette religiose che rappresentano il
pane quotidiano della popolazione ( l’80% degli indiani sono induisti, il
12% circa maomettani, il 2% cristiani, il resto …animisti, giaianisti, sikh…),
la Madre ha saputo donare
dignità ai più poveri tra i
poveri, alla loro sofferenza, alla loro morte. E lo ha fatto identificandosi in
quei fratelli che serviva, fino a condividerne la povertà interiore. Povera tra
i poveri, disperata tra i disperati. Il suo amore per i miserabili della terra
era talmente vero che lei stessa provava lo stesso loro buio interiore.
« Dentro di me è tutto gelido. E’ soltanto la Fede cieca che mi trasporta,
perché in verità tutto è oscurità per me. Finché al Signore piacerà, io
realmente non conto .“
Si è detto di Madre Teresa come di
una Santa atea. Lei stessa, in molte lettere scritte ai suoi direttori
spirituali, aveva confessato apertamente il dubbio e l’aridità spirituale che
tormentavano la sua esistenza .
Mai un momento di consolazione nella preghiera, mai una lacrima a
scogliere la durezza di quel silenzio di Dio. Madre Teresa di fatto è
passata attraverso quella che i teologi chiamano la "notte dello spirito", un
periodo, per lei durato sino alla morte, in cui non si prova nessun diletto,
nessun piacere umano, nessuna consolazione.
E’ il "deserto dell’anima" frequente anche nella vita di altre grandi Sante
omonime come Teresa d’Avila e
Teresa di Lisieux ma anche di grandi Santi come San Francesco e Giovanni della
Croce e se, a partire da un certo momento, non ne parlò più era perché si era
ormai adattata a vivere sprofondata nella Notte. "Ho cominciato ad amare la mia
oscurità perché credo sia una parte, una piccolissima parte, dell’oscurità e
della sofferenza in cui visse Gesù sulla terra". Tante volte la Madre,
rispondendo a giovani che manifestavano il desiderio di andarla ad aiutare in
India, li esortava a rimanere nel loro Paese "In Francia, come a New York e
dovunque, quanti esseri hanno fame di esser amati: è una povertà terribile,
questa, senza paragone con la povertà degli Africani e degli Indiani... Non è
tanto quanto si dà, ma è l'amore che mettiamo nel dare che conta... Pregate
perché ciò cominci nella vostra propria famiglia...Dovete lavorare per
guadagnare la vita della vostra famiglia, ma abbiate anche il coraggio di
dividere con qualcuno che non ha, forse semplicemente con un sorriso, un
bicchier d'acqua, di proporgli di sedersi per parlare qualche istante; scrivete
magari soltanto una lettera ad un malato degente in ospedale...".
Il 10 dicembre 1979 Madre Teresa fu insignita del Nobel per la Pace.
Il suo messaggio è sempre attuale: che ognuno cerchi la sua Calcutta, presente
pure sulle strade del ricco Occidente, nel ritmo frenetico delle nostre città. “
Puoi trovare Calcutta in tutto il mondo – lei diceva – , se hai occhi per
vedere. Dovunque ci sono i non amati, i non voluti, i non curati, i respinti, i
dimenticati”.
In soli cinquant’anni dall’approvazione pontificia voluta da Paolo VI nel 1964
le Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta sono cresciute da
qualche centinaio a oltre 5.300 religiose in 758 case sparse per il mondo, senza
contare le molte migliaia di volontari e laici consacrati che portano avanti le
sue opere.
Madre Teresa è morta a Calcutta, la sera del venerdì
5 settembre 1997, alle 21,30 all’ età di 87 anni.
A soli due anni dalla sua morte, Papa
Giovanni Paolo II fece aprire con una deroga speciale, per la prima volta
nella storia della Chiesa, il processo di beatificazione e poi, nella settimana
che celebrava i suoni 25 anni di pontificato, il 19 ottobre 2003, presiedeva la
beatificazione di Madre Teresa davanti a una folla di trecentomila fedeli.
Il 4 settembre 2016 in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha proclamato Santa
Madre Teresa di Calcutta, un giorno prima del 19° anniversario della sua
scomparsa.
"Possiamo diventare grandissimi santi se
solo lo vogliamo.
La santità non è un lusso di pochi, ma un semplice dovere anche per te e per me.
Se mai diventerò una santa, sarò certamente una santa del nascondimento: mi
assenterò in continuazione dal Paradiso per recarmi sulla terra ad accendere la
luce di quelli che si trovano nell'oscurità".