Un post di Matteo Renzi sui social:
di Luisa Monini
"Per Lorenzo, per Gabriele, per le vittime della strada. Per le loro famiglie.
L'omicidio stradale è legge. #Finalmente". Così il Premier Renzi ha annunciato
sui social la notizia riguardante l’approvazione in Senato della legge sull’
omicidio stradale entrata in vigore dalla mezzanotte del 25 marzo 2016.
La tanto attesa legge è stata
dunque firmata e l’omicidio stradale è oggi un delitto perseguibile. Una legge
che ha una forte valenza simbolica ma che darà anche vera giustizia ai familiari
delle vittime abolendo le argomentazioni e le oscillazioni giurisprudenziali che
sino a ieri hanno colorato la distinzione tra colpa cosciente e dolo eventuale,
spesso non garantendo la giusta pena. Di fatto la legge
introduce pesanti sanzioni per condotte di particolare pericolosità,
soprattutto per chi guida in stato di ebbrezza grave e/o sotto l’effetto di
droghe. La pena massima è di 18 anni di carcere se a morire è più di una
persona. Oltre l’80% degli incidenti stradali è imputabile, nell’ordine, alla
guida distratta, al mancato rispetto delle regole di segnaletica (semaforo e
precedenza), alla velocità e al mancato rispetto della distanza di sicurezza.
Circa il 20% residuo è dovuto alla condizione delle infrastrutture, alle strade
sconnesse, alle curve pericolose, alla segnaletica.
Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte tra i giovani ed è
paradossale che un Paese che invecchia, come il nostro, continui a perdere ogni
anno sulle strade il proprio capitale umano. Ingente è anche il numero delle
persone che resteranno disabili a vita: circa 100 mila di cui 20 mila gravi con
paraplegie, tetraplegie, perdita di arti e lesioni cerebrali irreversibili.
Casco obbligatorio, cinture, rotonde, airbag e barre laterali e tanto impegno
sul fronte dell’educazione stanno facendo la differenza. Ma c’è ancora tanto da
fare. Certo: meglio sarebbe se, invece di tagli e sacrifici, la classe politica
avesse ben chiaro che “sicurezza” e “libertà”, sono fra i più importanti “beni”
di cui tutti i cittadini hanno il sacrosanto diritto di godere. E viene
spontaneo chiedersi sino a che punto la nuova legge servirà a contrastare le
morti sulle nostre strade e autostrade se le priorità del governo continueranno
ad essere le grandi opere stradali piuttosto che la manutenzione delle strade
abbandonate da anni per trascuratezza cronica o per via della crisi. E’ dunque
arrivato il momento di agire. Per tutti e a tutti i livelli con provvedimenti
atti a migliorare la rete di sicurezza stradale e a promuovere strategie di
prevenzione. Bisogna far sì che i nostri giovani siano pienamente consapevoli di
quanto sia importante mettersi alla guida di veicoli sicuri, revisionati a
dovere ogni stagione, che allacciare la cintura di sicurezza è un’ azione
“salvavita” e che è pericolosissimo, per la propria vita e per quella altrui,
mettersi al volante sotto l’effetto di bevande alcoliche e altre droghe.
“Tornare indietro è impossibile: resta sulla buona strada” è il claim utilizzato
da “Sulla buona strada” la nuova campagna di comunicazione e sensibilizzazione
sulla sicurezza stradale che ha preso il via il 22 Marzo scorso promosso dal
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e rivolta a tutti gli utenti
della strada con l'obiettivo di trasmettere un messaggio semplice ed efficace:
la sicurezza sulla strada è responsabilità di ciascuno di noi, nessuno escluso.
Dopo aver partecipato ad un corso di educazione stradale, gli alunni della
scuola elementare di Via delle Foppette di Milano sono scesi in strada,
accompagnati dai Vigili Urbani, distribuendo questo diploma agli
automobilisti che rispettavano i limiti di velocità e avevano le cinture
allacciate