Diritti delle donne:

Tutti ne parlano

Nessuno li rispetta

(soprattutto se la donna è disabile)

 

 

di Luisa Monini

 

Non gridò. Cadde dolcemente come cade un albero.

Non fece neppure rumore sulla sabbia

 (Antoine de Saint-Exupéry: Il Piccolo Principe )

 

L’ONU, nel 1993 alla conferenza di Vienna, ha proclamato i diritti delle donne come diritti umani  ed ha definito la violenza di genere una violazione dei diritti umani. Da allora ad oggi sono stati organizzate altre conferenze internazionali, altre piattaforme di discussioni, eppure tutti sappiamo che, ancora oggi, per le donne è estremamente difficile vedere riconosciuti i propri diritti, soprattutto se portatrici di disabilità. L’ OMS nel 2002 definiva la disabilità come “la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo e i fattori personali e quelli ambientali che rappresentano le circostanze in cui l’individuo vive “. In poche righe sono espressi concetti rivoluzionari che introducono un nuovo modo di intendere la disabilità che dunque non rappresenta più una condizione clinica a se stante e isolata dal resto del mondo, bensì una realtà che si interfaccia e modula con quella circostante, generando quello che viene definito il modello bio-psico-sociale della disabilità. La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità è stata approvata a New-York il 13 Dicembre 2006  con lo scopo di eliminare  ostacoli, barriere, pregiudizi, garantendo una protezione legale contro ogni genere di discriminazione, definendo una nuova politica per le persone con disabilità basata sulla tutela dei diritti umani. Al mondo oggi vivono oltre un miliardo di persone (circa il 15% della popolazione mondiale) con varie forme di disabilità; circa la metà sono donne: madri, mogli, figlie, partner, sorelle, nonne. Figure femminili pressoché invisibili che però, in quanto donne e in quanto disabili, sono soggette ad una doppia discriminazione che le pone ad alto rischio di violenza: dalla trascuratezza all’ abuso sessuale, dal maltrattamento allo sfruttamento. Le donne disabili  affrontano anche molte più difficoltà per conseguire l’ accesso ad un alloggio  adeguato, alla salute, all’ istruzione, alla formazione professionale e all’ occupazione; quelle che riescono ad entrare nel mondo del lavoro sperimentano la disuguaglianza nelle assunzioni, nelle promozioni, nelle tariffe orarie e nei salari a parità di lavoro, nell’ accesso alla  riqualificazione professionale, al credito e alle altre risorse produttive, e nella partecipazione al processo decisionale economico.

La Piattaforma di Pechino, adottata dalla quarta Conferenza mondiale sulle donne del 1995, riconosce che le donne con disabilità devono affrontare ulteriori ostacoli al raggiungimento della parità di genere e sollecitano interventi a tutti i livelli ( United Nations Enable Development and Human Rights for All ).

I 194 Stati Membri delle N.U. riconoscono che le donne e le ragazze con disabilità sono soggette a discriminazioni multiple e, a questo riguardo, adottano misure per garantire il pieno ed uguale godimento da parte di esse di tutti I diritti e delle libertà fondamentali.

Eppure lo stesso Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite, ha recentemente ribadito che  l’ invito fatto a Pechino nel ’95 di “ Guardare  il mondo con occhi di donna”, non è stato sufficientemente raccolto dai Governi e molti sono ancora I paesi che contrastano qualsiasi passo verso l’ uguaglianza tra uomini e donne. Prova ne sia che i progressi fin qui realizzati, secondo Ban Ki-moon, non dipendono dalla “ benevolenza dei Governi ma dalla tenacia di organizzazioni femminili, ONG, Sindacati che hanno lottato e lottano per ottenere I diritti delle donne, soprattutto di quelle affette da disabilità.”

Il messaggio finale è che numerosi obiettivi sono stati raggiunti ma che c’è ancora molto da fare, soprattutto da parte delle Istituzioni preposte.

Nel giorno dedicato alla Donna ci piace ricordare una figura femminile, vera punta di diamante dell’ emancipazione delle donne, la prof. Rita Levi Montalcini, Premio Nobel per la Medicina 1986 che così scrive nel suo libro “ Tempi di Mutamenti”: (A sinistra:Rita Levi Montalcini con Luisa Monini)

“Le donne di tutto il mondo vanno ritrovando la voce per esprimere la loro angoscia, il loro dolore e la loro rabbia per la violenza di tanti oltraggi che vanno dall’incesto allo stupro, alla forzata prostituzione, alla mutilazione genitale, alla pornografia, alla violenza entro le pareti domestiche. La creatività e l’efficienza organizzativa dimostrata dalle giovani donne dei Paesi emergenti ( India, Cina, Africa ) potrà innescare meccanismi di trasformazione sociale essenziali per uno sviluppo sostenibile.

Gli sviluppi scientifici e tecnologici, in particolare quelli relativi al settore dei sistemi informatici, hanno notevolmente contribuito a questi cambiamenti. Le donne hanno saputo adattarsi tenendo il passo con i sempre continui progressi nelle tecnologie e loro applicazioni. La loro capacità di adeguarsi ai nuovi sistemi di vita gioca un ruolo decisivo per la realizzazione di interventi risolutivi di piccola e grande portata.

E’ questo un cambiamento non periferico ma centrale alla società globale, per poter affrontare le grandi sfide di un mondo coinvolto da rivoluzioni tecnologiche, economiche e politiche, interrelate tra loro ed al tempo stesso senza più barriere geografiche”.

 

Il Galileo