a cura di Giuseppe Prunai
Silvano Carletti – Paolo Leoncini: ”Il Re di Siena – I personaggi e la città al
tempo di Guido Chigi Saracini” -
Betti
Editrice, Siena – pp 153, € 14,00
Mutuando dal mondo universitario, si potrebbe definire l’ Accademia Musicale
Chigiana qualcosa di intermedio fra il dottorato di ricerca e la libera docenza.
La sua fondazione ad opera del conte Guido Chigi Saracini, che se ne accollò gli
oneri finanziari, risale al 1932.
Prima, il Chigi fu promotore di
concerti come il Festival della società
internazionale di musica contemporanea, durante la quale vennero eseguite in
prima assoluta musiche di Prokofiev, Walton, Casella, Ravel, Webern, Hindemith e
De Falla.
L'Accademia Chigiana più semplicemente
la Chigiana fu costituita da un insieme di scuole i cui titolari erano docenti
di fama internazionale. A pochi anni dalla fondazione poteva contare su allievi
provenienti da oltre 50 nazioni anche perché allora il numero delle scuole di
perfezionamento era limitato.
Nel 1939 venne creata la settimana
musicale senese diretta da Alfredo Casella che si proponeva di riscoprire
compositori italiani dimenticati o poco noti come Vivaldi, Pergolesi, Galuppi,
Caldara e Salieri.
La Chigiana fu fin dall’inizio
finanziata dal patrimonio del Chigi e successivamente dalla Banca Monte dei
Paschi di Siena.
Ma a parte l'Accademia Musicale quale fu
il reale rapporto del Chigi con la città?
Guido Chigi Saracini
In molti hanno sempre immaginato il conte Chigi come un personaggio distaccato,
che viveva al di fuori della realtà,
chiuso nel proprio palazzo,
senza alcun contatto con la vita quotidiana. Niente di più sbagliato.
Il Chigi era strettamente
legato ed inserito nel tessuto della città come rettore del
Magistrato delle Contrade
e come priore onorario della Contrada dell'Istrice nel territorio
della quale era nato.
Per chi non conosce il mondo senese diciamo che la città è divisa in 17
quartieri cioè le contrade, eredi delle antiche compagnie militari preposte alla
difesa della città. per il senese
La Contrada è una sorta di patria. Per definirla più esattamente si potrebbe
ricorrere alla parola tedesca Heimat che non ha una puntuale traduzione in
lingua italiana anche se molti sforzi sono stati fatti in tal senso.
La traduzione che ci convince di più e quella suggerita dall'alpinista
Reinhold Messner che con molta
disinvoltura ha tradotto Heimat con "matria": più madre che padre.
Il palazzo Chigi Saracini al centro di Siena, addobbato con le bandire delle 17 storiche contrade
Ma il vero rapporto dei Chigi con la città è per lo più ignorato soprattutto dai
più giovani. Per porre un rimedio a questa lacuna, due appassionati di storia
senese, Silvano Carletti e Paolo Leoncini, hanno dato recentemente alle stampe
un libro realizzato dall'Editoriale
Betti Siena con il quale, a 50 anni dalla scomparsa del conte Chigi,
ripercorrono le tappe del suo rapporto
con la città e soprattutto con la Contrada dell'Istrice. Non per nulla la
prefazione è di Nicoletta Fabio, priore della contrada, cioè il massimo
dirigente nel periodo, diciamo, di pace
cioè non nel periodo del Palio la competizione che da secoli impegna le
contrade. Nel periodo paliesco,
infatti, la Contrada passa agli ordini del capitano, vero e proprio dittatore,
dei suoi tenenti e sottotenenti. Il
testo ripercorre la vita di Guido Chigi dalla nascita avvenuta nel 1880 in via
di Camollia, cioè nella Contrada dell'Istrice, fino alla morte
nel 1965.
Una biografia estremamente dettagliata, sia pure nella ristrettezza del testo,
in cui si ripercorrono le tappe più salienti della vita del Chigi il suo
rapporto con la città e le contrade la sua sfrenata passione per la musica che
lo portò a fondare la Chigiana e a profondere
in essa molte delle proprie
sostanze. Al di là del testo, interessante e la galleria fotografica di tutti i
personaggi che in un modo o nell'altro hanno avuto a che fare con il Chigi.
Si è trattato indubbiamente di una ricerca appassionata e capillare che
ha dell'incredibile. Nelle
pagine del libro si possono vedere le foto
dei personaggi più
disparati: professori universitari, bancari,
cavallai, fantini,
artigiani, popolani
e anche quelle macchiette che popolano i quartieri di ogni città
La presentazione del libro, avvenuta nel salone delle vittorie della Contrada
dell'Istrice, ha registrato
numerosi interventi tra cui quello del priore della contrada, Nicoletta Fabio, e
del professor Giuliano Catoni dell'Università di Siena
Nella foto: da sinistra Paolo Leoncini,
Nicoletta Fabio, Giuliano Catoni e l'editore Betti