Un progetto dell’ESA, ASI e Roscosmos
tenterà di svelare il mistero
Una sonda verrà lanciata nel prossimo marzo e altre due nel 2018
di Irene Prunai
David Bowie, in una delle sue più belle canzoni, si chiedeva: “Is there life on
Mars?” Pare che la stessa domanda se la siano fatta anche all’ESA. Per cercare
di darsi una risposta hanno coinvolto anche l’agenzia spaziale russa Roscosmos e
l’ASI. E sulle note di questa canzone è nato un progetto che a marzo di
quest’anno, se si riuscirà a cogliere la prima finestra di lancio, prenderà il
volo da Baikonur alla volta del pianeta rosso.
Così l’Europa metterà piede su Marte e non una sola volta, ma ben due. La
missione Exomars è infatti un progetto unico articolato in due fasi: due diversi
lanci, uno, quello imminente, a marzo di quest’anno e il secondo, se tutto andrà
bene, per il 2018. Due lanci per tre sonde, una sorta di paghi due e prendi tre
dell’astronautica. Una sfida ambiziosa, non solo dal punto di vista tecnico. Lo
scopo scientifico della missione è trovare le prove di forme di vita, presenti o
passate che siano. ExoMars è stato concepito, secondo quanto riporta l’ASI “con
l’obiettivo principale di dimostrare la capacità autonoma europea di eseguire un
atterraggio controllato sulla superficie marziana”. Di conseguenza si dimostrerà
di essere in grado di muoversi sul suolo marziano e di prelevare campioni dal
sottosuolo per analizzarli in loco. In parole povere avremo un bel po’ di
informazioni sulle caratteristiche geofisiche di Marte e sui possibili rischi
per le future missioni umane.
La prima parte del progetto, abbiamo detto, partirà a breve e in nove mesi
porterà su Marte due sonde:
ExoMars Trace Gas Orbiter (TGO) e Schiaparelli. TGO orbiterà intorno al pianeta
a un’altezza di 400 km e una volta arrivata nell’orbita prevista sgancerà il
lander Schiaparelli.
Delle quasi 4 tonnellate di TGO, 115 kg sono di carico scientifico che si
compone di: Nadir and Occultation for Mars Discovery (NOMAD) e Atmospheric
Chemistry Suite (ACS), ovvero degli spettrometri per la rilevazione e la
mappatura dei gas presenti nell’atmosfera; Colour and Stereo Surface Imaging
System (CaSSIS), una fotocamera a colori per creare modelli dell’elevazione del
suolo marziano e per individuare il sito dell’atterraggio del rover; Fine
Resolution Epithermal Neutron Detector (FREND), un rilevatore di neutroni per
individuare l’idrogeno e l’eventuale presenza di depositi d’acqua fino a un
metro di profondità.
Capiremo come è composta l’atmosfera di Marte e soprattutto si cercherà di
svelare il mistero dei picchi stagionali di metano. Dalle misurazioni effettuate
in passato sappiamo infatti che del metano è presente ma la sua concentrazione
pare bassa e sporadica. Non si è riusciti quindi a capire se la sua presenza è
di origine geologica, cioè prodotto da alcune particolari rocce, o se la sua
origine sia biologica, cioè il prodotto di organismi viventi.
A bordo di TGO, come già accennato, c’è anche Schiaparelli , chiamato così
in onore dell’astronomo
italiano
(foto a sinistra) noto per aver effettuato le prime osservazioni
sistematiche della superficie di Marte. Il lander è equipaggiato con una
stazione meteorologica dotata di sensori per la misurazione della velocità e
direzione del vento, dell’umidità, della pressione e della temperatura della
superficie. Inoltre ha una fotocamera che ci regalerà le immagini della sua
discesa. Schiaparelli atterrerà nella Meridiani Planum e funzionerà per un
periodo piuttosto breve, tra i 4 e gli 8 sol, i giorni marziani. Per rendere
l’idea un giorno marziano dura più o meno quanto un giorno terrestre.
L’atterraggio di Schiaparelli è esattamente la parte dimostrativa della
missione. Infatti l’ESA non ha le conoscenze necessarie per far atterrare sul
suolo marziano un lander di 600 kg.
Giunto in prossimità del pianeta il modulo di discesa si separerà dal modulo
orbitante e in circa tre giorni raggiungerà il limite dell’atmosfera marziana a
120 km dalla superficie. A questo punto inizierà la fase finale di discesa
frenata da un paracadute.
Nel 2018 partirà invece la seconda parte della missione ExoMars che porterà sul
pianeta il primo rover marziano europeo. Dopo la fase di atterraggio il rover
inizierà la sua missione scientifica: cercare materiale organico. Il rover si
muoverà in tutte le direzioni e grazie alle sue sei ruote riuscirà a spostarsi
di lato come i granchi. Sarà dotato di un laboratorio chimico per analizzare i
campioni di suolo e di una piccola trivella per prelevare campioni fino a una
profondità di 2 metri, dove i raggi cosmici non sono riusciti a distruggere le
eventuali forme di vita.
Allora potremo veramente rispondere alla domanda che in molti ci siamo posti
canticchiando sotto la doccia David Bowie.