Ricordi di un evento di dieci anni fa
Di Irene Prunai
Ripescare nel calderone della memoria una notte qualsiasi di un agosto di dieci
anni fa è un’impresa ardua anche per i più bravi. Ma se la notte in questione
racconta la storia dell’ultimo folle viaggio di un sottomarino per la città di
Milano, allora i ricordi riaffiorano alla mente in un attimo. Una storia alla
Jules Verne o una Space Opera? Niente scienziati-eroi che salvano donne
bellissime da mostri tentacoluti venuti da Marte o inventori visionari che
progettano viaggi all’interno del nostro pianeta. Niente di tutto questo,
solamente un vecchio sommergibile ormai in pensione che cerca di arrivare nella
sua nuova casa, il Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di
Milano.
Un viaggio non privo di difficoltà cominciato nel maggio del 2001 dal porto di
Augusta, in Sicilia. Solcando il Tirreno e lo Ionio, trainato dal rimorchiatore
Polifemo e costretto a una sosta a Taranto per il maltempo, il sommergibile
fa il suo arrivo a Chioggia il 20
maggio. Siamo alle foci del Po e sta per cominciare la traversata fluviale fino
a Cremona. L’ultimo tratto da Cremona a Milano deve percorrerlo su strada, dopo
essere stato alleggerito della torretta. Sembra tutto pronto quando il comune di
Milano blocca l’operazione: non si è ancora pronunciato sull’agibilità delle
strade cittadine in vista del suo passaggio. E del resto come non dargli torto?
Stiamo parlando di un bestione di 500 tonnellate, lungo più di 46 metri e alto
quasi 5.
Intanto il Toti sosta nella darsena del porto di Cremona e gli anni passano.
Quattro anni dopo il viaggio riprende, è l’8 agosto 2005 e Cremona vede sfumata
la possibilità di una sezione distaccata del Museo della Scienza di Milano.
Velocità di crociera 6 km/h, prima tappa Corte Madama, poi Settala e Rogoredo in
Toffetti. Una breve sosta di pochi giorni per poi solcare le strade di Milano.
Una bandiera della Marina Militare issata sulla prua, i militari del 2°
Reggimento Pontieri di Piacenza e i tecnici della ditta Fagioli incaricata del
trasporto. C’è un’aria diversa in questa notte di agosto. Nonostante il caldo la
gente si raduna intorno al nuovo arrivato già nelle prime ore del pomeriggio.
Qualcuno ha tirato fuori il tricolore, altri, moltissimi in realtà, hanno
portato macchine fotografiche e videocamere. I bambini sembrano incontenibili,
eccitati come all’arrivo di Babbo Natale. Ma gli adulti non sono da meno. Sempre
di più, pronti a seguire ogni istante di questo ultimo viaggio. E chi non si è
recato a Rogoredo a seguire la partenza ha aspettato impaziente lungo il
percorso. L’emozione sale alle stelle quando i carrelli su cui è adagiato parte.
240 ruote che lentamente cominciano a muoversi. Io sono lì e seguirò per tutta
la notte fino alle prime luci del mattino il trasporto più eccezionale che abbia
mai visto. Scatterò foto a non finire, salterò da una parte all’altra per non
perdermi niente e tratterrò il fiato quando per una svista in via Monte Ortigara
il bestione resterà impigliato in un cavo.
Ma il viaggio continua e la gente non diminuisce affatto nonostante l’ora.
Lentamente, scortato da due ali di folla esultante, sta percorrendo i Bastioni
di Porta Romana. Poco dietro la torretta fa capolino. Persone assonnate si
affacciano alle finestre per ritrovarsi in un tête-à-tête
con un sottomarino.
È l’alba quando arriviamo a sant’Agostino, ancora pochi metri e ci siamo. Il
museo si è preparato ad accogliere il nuovo ospite e non potendo farlo passare
dalla porta principale, gli ha riservato un ingresso trionfale abbattendo un
muro di cinta.
Eccolo lì, il Toti ci saluta e ci ringrazia per averlo sostenuto in questo
ultimo sforzo. Adesso può finalmente riposare.
Sono passati dieci anni ma la città di Milano non dimentica quell’evento
eccezionale. Il Museo della Scienza e della Tecnica gli ha preparato una festa
di compleanno con i fiocchi. Quattro giorni in cui è stato possibile rivivere le
avventure dei marinai durante la navigazione. I sommergibilisti che hanno
navigato a bordo del Toti hanno raccontato a grandi e piccini le loro
storie e i radioamatori dell’Associazione Radioamatori Italiani si sono messi in
contatto radio con altre navi nei musei del mondo. Insomma dei festeggiamenti
degni di un re del mare!
La scheda tecnica del “Toti”
Il “Toti” è stato il primo sommergibile costruito in Italia dopo la seconda
guerra mondiale. Il trattato di pace, infatti, vietava al nostro paese la
realizzazione di unità subacquee. Poi, negli anni della guerra fredda, quando i
sommergibili sovietici scorrazzavano per il Mediterrano, salpando dalle basi sul
Mar Nero o varcando lo Stretto di Gibilterra, il governo di Washington cambiò
idea e autorizzò la costruzione dei sommergibili italiani. Prima il “Toti”,
impostato nei cantieri di Monfalcone nel 1965, varato due anni dopo e consegnato
alla Marina Militare nel 1970. Successivamente scesero in mare altre tre unità
della classe Toti, il “Dandolo”, il “Mocenigo”, il “Bagnolini”. Queste le sue
caratteristiche:
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lunghezza: 46,22 m
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larghezza: 4,75 m
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immersione media: 533 t
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dislocamento in immersione: 591 t
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velocità massima in suferficie: 9,5 nodi
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velocità massina a snorkel: 9,7 nodi
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velocità massina in immersione: 15 nodi
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autonomia in superficie: 3.500 miglia a 7 nodi
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autonomia in immersione 200 miglia a 4 nodi
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armamento: quattro bocche da fuoco da 533 millimetri più 8 siluri
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equipaggio: 4 ufficiali, 22 sottufficiali e marinai
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profondità di collaudo: 150 metri.
Ha mai lanciato siluri il Toti? Non lo sappiamo. La risposta è coperta da
segreto militare. Si sa soltanto che non è mai stato in guerra, che ha
partecipato con successo a numerose esercitazioni nel Mediterraneo. Nella sua
vita operativa ha accumulato 27.030 ore di moto percorrendo 137'000 miglia
nautiche. Al suo governo si sono avvicendati 34 comandanti e 10 direttori di
macchina.
Il 30 giugno 1999, quando fu radiato dai quadri del naviglio militare, si decise
di assegnarlo al museo di Milano.
Questo il fotoracconto del viaggio del Toti
dal Po al Museo della scienza di Milano
Le foto furono scattate la notte dell’8 agosto 2015 da Irene Prunai e dal nostro
consulente informatico Marco Torricelli