La 'Cappella Sistina' di Milano
San Maurizio, gioiello del Rinascimento lombardo, torna a risplende dopo 30 anni
di restauri
di Giuditta Bricchi
La Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, a Milano in Corso Magenta 13, è
stata restituita alla città dopo un restauro durato trent’anni. Quattromila
metri quadrati di affreschi, il coro e la facciata
di questo monumento, simbolo della pittura cinquecentesca lombarda, sono
stati recuperati grazie all’impegno
e alla collaborazione delle istituzioni milanesi
e al finanziamento di circa 4 milioni di euro della Banca Popolare di
Milano. L’apertura della Chiesa al pubblico è garantita grazie ai volontari del
Touring Club Italiano.
La chiesa
L’edificio, iniziato nel 1503, fu
costruito al centro di uno dei più antichi e prestigiosi monasteri di
Milano, appartenente alla congregazione benedettina femminile. La Chiesa,
inserita tra i resti di antichi edifici romani,
è composta di due parti:
un'aula anteriore, pubblica, dedicata ai fedeli e un'aula più grande,
posteriore, riservata esclusivamente alle monache del monastero. Le monache non
potevano in alcun modo oltrepassare la parete divisoria. Esse potevano assistere
allo svolgersi della funzione, che veniva officiata nell'aula dei fedeli,
attraverso una grande grata posta
sopra l'altare. A tale scopo nella chiesa conventuale il livello del pavimento è
più alto di circa mezzo metro rispetto all'aula pubblica. La chiesa comprendeva
anche una cripta, oggi inglobata
nel Museo Archeologico (collocato
in una porzione dell’antico monastero).
L’edificio, a pianta rettangolare, presenta una sofisticata fusione di
strutture neo-medievali e classiciste. E’ compartito in dieci campate: la chiesa
delle monache ne occupa sei e quella dei fedeli quattro. Non si conosce il nome
del committente, né si ha certezza sul nome dell’architetto che l’ha progettato.
L’architettura è stata concepita per
essere rivestita da sgargianti
cornici, iscrizioni e pitture per creare un complesso sontuoso. I
caratteri dell’edificio esprimono gli ideali dell’aristocrazia milanese
e della cultura di corte italiana di inizio Cinquecento.
Gli affreschi
Uno degli affreschi più prestigiosi della chiesa di San Maurizio (foto di
Giovanni Dall’Orto)
La chiesa rappresenta la
testimonianza più unitaria ed organica della pittura milanese del Cinquecento.
L'estensione della superficie dipinta, dalle pareti
fino alla volta, la rende unica.
I suoi quattromila metri quadri di affreschi, completamente oscurati
dall’usura del tempo e dall’incuria, sono tornati alla luce e regalano una
galleria di ritratti milanesi del Cinquecento, riconducibili in buona parte a
Bernardino Luini e alla sua scuola, con uno straordinario
spettacolo di cromie. L'imponente decorazione ad affresco fu
iniziata nel secondo decennio del Cinquecento da autori della scuola di
Leonardo da Vinci, impegnato in quegli anni a Milano alla Vergine delle Rocce.
L'impresa maggiore fu finanziata dalla potente famiglia dei Bentivoglio. La
commissione fu affidata all'artista maggiormente apprezzato dall'aristocrazia
milanese del tempo, Bernardino Luini. Il pittore
raffigurò i membri del casato Bentivoglio e la badessa Alessandra in vari
affreschi a fianco dei santi patroni del convento.
Il restauro
Nel 1985 un'anonima amante della
musica fece la prima donazione che diede il via ai lavori di recupero dei
dipinti sotto la direzione di Paola Zanolini. I primi affreschi ad essere
sottoposti all’intervento di recupero sono stati quelli di Bernardino Luini
sulla parete trasversale della chiesa dei fedeli. Solo dal 1997 tuttavia, grazie
al sostegno della Banca popolare di Milano, il restauro ha avuto una
programmazione organica, partendo dalle cappelle del coro per arrivare alla
facciata. "Nel 1985, quando iniziammo i lavori, la chiesa era in uno stato di
degrado assoluto", racconta Paola Zanolini. "L'operazione di pulitura - prosegue
- è stata di gran lunga la più difficile, perché le croste nere che coprivano i
colori brillanti caratteristici della pittura lombarda del Cinquecento
poggiavano su una pittura molto fragile. Altrettanto impegnativa è stata la
bonifica dai sali dovuti alle infiltrazioni di acqua". Grazie ai
restauri negli ultimi anni la chiesa ha visto crescere il numero dei suoi
visitatori che, dal 2005 ad oggi, sono stati circa
un milione.