la costellazione di satelliti
che farà concorrenza al GPS
Il sistema sarà operativo a partire dal 2019
di Irene Prunai
Sono partiti in perfetto orario, otto minuti dopo le 23 dello scorso 11
settembre. Alba e Oriana, i satelliti numero 9 e 10 di Galileo hanno preso il
volo a bordo del vettore Soyuz partito dalla base Esa di Kourou, nella Guyana
francese. Il rilascio dei satelliti è avvenuto quasi 4 ore dopo il decollo a
un’altezza di 23.500 Km. Alba e Oriana sono l’ultima coppia di satelliti
previsti dalla Full Operational Capability che opereranno sul piano orbitale A,
uno dei tre piani su cui saranno collocati i 30 satelliti della costellazione.
Per la fine del 2015 è previsto il lancio di un’altra coppia di satelliti,
mentre nel corso del 2016 le operazioni di messa in orbita dei satelliti subirà
una brusca accelerata grazie all’impiego di uno speciale vettore Ariane 5 che
potrà trasportare il doppio dei satelliti.
Una volta conclusa la fase di messa in orbita della “costellazione” di
satelliti, Galileo sarà il primo sistema di navigazione completamente a uso
civile e in grado di segnalare la via più breve in ogni angolo del mondo con una
precisione nell’ordine dei 10 cm. Ricordiamo, a termini di confronto, che il Gps
americano ha una precisione che può variare da 1 a 10 m. Una volta entrato a
regime GALILEO sarà una costellazione di 30 satelliti, di cui 3 di riserva,
orbitanti su 3 piani inclinati sull’equatore.
Le sue potenzialità di impiego sono straordinarie, in quasi tutti i settori.
Energia, trasporti, sicurezza,
agricoltura,
le sue applicazioni sono praticamente illimitate.
Il progetto è un’iniziativa congiunta della Commissione Europea e dell’ESA
(Agenzia spaziale europea), con un importante contributo dell’ASI (Agenzia
spaziale italiana). La costruzione dei satelliti coinvolge diversi paesi
dell’Unione, dall’Italia alla Francia, dalla Germania al Regno Unito. Anche il
finanziamento è equamente suddiviso. In una prima fase metà del budget veniva
dagli Stati membri dell’Unione e l’altra metà dall’ESA. La fase di piena
capacità operativa è invece completamente finanziata dalla Commissione Europea,
che ha delegato l’ESA a operare come agente di progettazione.
Partito nel 2003, ma concepito molto tempo prima, il percorso è lungo e
ambizioso.
Attualmente l’unico sistema di navigazione satellitare e di posizionamento
globale è il GPS (Global Positioning System) nato negli Stati Uniti a scopi
militari negli anni settanta. In realtà esiste un analogo russo, il GLONASS, il
cui sviluppo è stato interrotto per molto tempo e che solo recentemente è stato
ripreso. Il GPS è un sistema di 32 satelliti in orbita MEO, ovvero in orbita
media, su diversi piani orbitali di cui alcuni in disuso e altri di riserva. Il
sistema è operativo dal 1978 e disponibile in tutto il mondo dal 1994. Nato per
garantire la navigazione dei missili intercontinentali a testata nucleare, il
GPS, anche se ormai è utilizzato anche per scopi civili, resta un sistema di
tipo militare. Il problema del GPS è proprio nella sua natura militare, mentre
un sistema interamente civile può permettersi un standard di precisione molto
più elevato e una totale assenza di interruzioni o limitazioni dovute a esigenze
belliche di qualsiasi genere. Insomma, con questo nuovo sistema non dovremo più
accontentarci di ciò che “avanza” rispetto alle necessità militari.
Una volta completato, la sua entrata in servizio è prevista per il 2019, il
sistema sarà però perfettamente compatibile con il GPS grazie a un accordo
stipulato con gli Stati Uniti. Questo vuol dire che un ricevitore, che sia il
navigatore dell’auto, il vostro smartphone o lo smartwatch, continuerà ad avere
bisogno di quattro satelliti per stabilire la posizione. Però potendo attingere
informazioni a molti più satelliti, la ricezione sarà migliore e in tempi
minori.